Il Papa: non omologhiamoci alla mentalità del mondo, testimoniamo Cristo

Prima della preghiera dell''Angelus a Castel Gandolfo, Leone XIV ricorda che “agire nella verità costa, perché nel mondo c’è chi sceglie la menzogna” e invita “a non rispondere alla prepotenza con la vendetta”. Gesù ci chiede di rimanere “fedeli alla verità nella carità”, come i martiri che possiamo imitare “in circostanze e con modalità diverse”

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Non sempre il bene trova, attorno a sé, una risposta positiva. Anzi a volte, proprio perché la sua bellezza infastidisce quelli che non lo accolgono, chi lo compie finisce coll’incontrare dure opposizioni, fino a subire prepotenze e soprusi.

Essere perseguitato: è ciò che accade, a volte, a chi sceglie di seguire Cristo, perché “è segno di contraddizione” la “missione” di Gesù, lo aveva detto Lui stesso, e “non è tutta “rose e fiori”, sottolinea il Papa all’Angelus, da piazza della Libertà, a Castel Gandolfo, dopo aver celebrato la Messa nel Santuario di Santa Maria della Rotonda di Albano. Ai 2500 pellegrini e fedeli radunati attorno a lui e a quanti lo ascoltano collegati attraverso radio, tv, web e social, Leone evidenzia che il messaggio di Cristo, “pur parlando d’amore e di giustizia”, viene “rifiutato”, e per questo Gesù sarà “osteggiato, arrestato, insultato, percosso, crocifisso”. La stessa esperienza la vivono le tante comunità cristiane dei primi secoli, “comunità pacifiche che, pur con i loro limiti, cercavano di vivere al meglio il messaggio di carità del Maestro. Eppure subivano persecuzioni”, aggiunge il Papa.

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Agire nella verità costa, perché nel mondo c’è chi sceglie la menzogna, e perché il diavolo, approfittandone, spesso cerca di ostacolare l’agire dei buoni.

Fedeli in piazza della Libertà a Castel Gandolfo durante l'Angelus
Fedeli in piazza della Libertà a Castel Gandolfo durante l'Angelus   (@Vatican Media)

Perseverare nel bene

L’invito di Gesù è, però, “con il suo aiuto, a non arrenderci e a non omologarci a questa mentalità”, a perseverare nel fare il bene per “tutti”, anche per “chi ci fa soffrire”, dice il Pontefice “a non rispondere alla prepotenza con la vendetta” e “a rimanere” invece “fedeli alla verità nella carità”.

Leone XIV mentre legge la catechesi dell'Angelus
Leone XIV mentre legge la catechesi dell'Angelus   (@VATICAN MEDIA)

Esercitare le proprie responsabilità secondo il Vangelo

Questa fedeltà alla verità è quella che testimoniano i martiri “spargendo il sangue per la fede”, spiega il Papa, aggiungendo che “anche noi, in circostanze e con modalità diverse, possiamo imitarli”.

Pensiamo, ad esempio, al prezzo che deve pagare un buon genitore, se vuole educare bene i suoi figli, secondo principi sani: prima o poi dovrà saper dire qualche “no”, fare qualche correzione, e questo gli costerà sofferenza.

È ciò che accade anche “un insegnante che desideri formare correttamente i suoi alunni”, o ancora a “un professionista, un religioso, un politico, che si propongano di svolgere onestamente la loro missione”, o a “chiunque si sforzi di esercitare con coerenza, secondo gli insegnamenti del Vangelo, le proprie responsabilità.

Un gruppo di fedeli
Un gruppo di fedeli   (@VATICAN MEDIA)

Essere testimoni fedeli e coraggiosi di Cristo

Da qui l’incoraggiamento di Leone a pregare Maria, perché ci aiuti “ad essere, in ogni circostanza, testimoni fedeli e coraggiosi” di Cristo, e a “sostenere i fratelli e le sorelle che oggi soffrono per la fede”.

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17 agosto 2025, 12:15

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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