Leone XIV al Messico alluvionato: vi sono vicino, prego per famiglie e defunti
Daniele Piccini – Città del Vaticano
Sono vicino, con affetto, alle popolazioni del Messico orientale colpite nei giorni scorsi dall'alluvione. Prego per le famiglie e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità e affido al Signore, per intercessione della Vergine Santa, le anime dei defunti.
Leone XIV esprime la sua solidarietà ai messicani che stanno vivendo momenti difficili per le conseguenze di ingenti precipitazioni, dopo la preghiera dell’Angelus recitata dalla finestra del suo studio, nel Palazzo Apostolico. A tutto il Paese americano, che si trova adesso ad affrontare un enorme disastro umanitario: 65 persone morte, decine disperse e ingenti danni alle abitazioni e alle infrastrutture, il Pontefice manifesta la sua prossimità, assicurando la sua preghiera.
Il Messico in ginocchio
Piogge eccezionalmente abbondanti hanno sferzato per una settimana la Nazione. Veracruz, Querétaro, San Luis Potosí e Hidalgo gli Stati più danneggiati. Interi villaggi sono stati sommersi da fango e detriti, migliaia di messicani sono rimasti senza acqua ed elettricità. L’eccezionale evento meteorologico sarebbe scaturito dalla sovrapposizione di due sistemi tropicali formatisi al largo della costa occidentale del Paese: l’uragano Priscilla e la tempesta tropicale Raymond.
Contribuire alla pace pregando
Nelle parole del Papa al termine della preghiera mariana con i fedeli radunati in piazza San Pietro, anche un pensiero per quanti soffrono a causa di conflitti e ostilità.
Prosegue incessante la nostra preghiera per la pace, particolarmente mediante la recita comunitaria del Santo Rosario. Contemplando i misteri di Cristo insieme con la Vergine Maria, facciamo nostra la sofferenza e la speranza dei bambini, delle madri, dei padri, degli anziani vittime della guerra. E da questa intercessione del cuore nascono tanti gesti di carità evangelica, di vicinanza concreta, di solidarietà.
Il Pontefice, come già in tante occasioni pubbliche, invita a pregare ancora, assiduamente, per la pace nel mondo. E rivolge “a tutti coloro che, ogni giorno, con fiduciosa perseveranza” si impegnano per l'armonia tra i popoli, l’esclamazione usata da Gesù nel Discorso della Montagna. “A voi ripeto – ha detto il Vescovo di Roma – ‘Beati gli operatori di pace!’”.
Un importante anniversario
Infine, tra i pellegrini presenti all'Angelus, il Papa saluta con particolare affetto le Suore Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù, che proprio in questi giorni celebrano l’anniversario dei 150 anni dalla fondazione. Nata a Napoli, con l’incoraggiamento e l’approvazione dell’allora arcivescovo, cardinale Sisto Riario Sforza, la famiglia religiosa si deve all'iniziativa di Isabella de Rosis, originaria di Cosenza, il 24 ottobre 1875. Nel nome della congregazione risiede tutto il senso della sua missione: riparare, con l’offerta di vita, preghiera, azione e sacrificio, gli oltraggi e le ferite arrecate al Cuore di Gesù.
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