Donne Thakor partecipano a un incontro sulla leadership. Foto: Fondazione Magis Ets Donne Thakor partecipano a un incontro sulla leadership. Foto: Fondazione Magis Ets

India, donne e bambine Thakor sfidano patriarcato ed emarginazione

La conquista dei diritti femminili è al centro del progetto della Fondazione Magis Ets che, da due anni, organizza degli incontri rivolti alla comunità in 20 villaggi del Gujarat per sensibilizzare sulla leadership e l’istruzione, ma non solo. La referente Francesca Flosi: “Vediamo i primi segnali di cambiamento ed emancipazione”

Pietro Piga – Città del Vaticano

Nel Gujarat, uno dei 28 stati federati dell’India, risiede una comunità isolata, fragile e discriminata: quella dei Thakor, una sottocasta della casta Koli. Abita nei villaggi all’interno di una delle aree più industrializzate del Paese dell’Asia meridionale ma la ricchezza prodotta dai settori petrolchimico e farmaceutico non la affranca da una quotidianità segnata dall’emarginazione, dall’arretratezza sociale e dalla povertà. Le cui conseguenze negative sono patite, soprattutto, dalle donne e dalle bambine, asservite agli uomini della loro famiglia (padre, marito, figlio), spogliate del proprio potere decisionale e private dell’indipendenza sociale ed economica. La Fondazione Magis Ets si impegna a migliorarne le condizioni di vita: da due anni ha avviato India Lead, leadership per le donne Thakor in Gujarat, uno dei 34 progetti di sviluppo sulla salute, l’educazione, il lavoro, la giustizia sociale e ambientale, e la pace in corso all’estero. Questo è rivolto a 280 donne e 10 bambine residenti in 20 villaggi e, grazie alla collaborazione col centro di formazione dei gesuiti “Sangath Centre For Social Knowledge, Action And Development”, proseguirà fino all’anno prossimo.

La realtà Thakor

Ogni settimana, a far da ponte tra la Fondazione Magis Ets e il personale locale sul campo, condividendo le problematiche e la gioia dei successi, c’è Francesca Flosi, la referente per i progetti in Asia. La quale, ai media vaticani, tratteggia un profilo della comunità, che rappresenta poco più del 30% della popolazione nel Gujarat: “Originariamente era ritenuto un gruppo formato da fuorilegge, briganti, saccheggiatori e, per questa ragione, oggi è emarginato e vulnerabile. In India, di fatto, vige ancora il sistema delle caste, benché la discriminazione basata sulla casta sia illegale”. I Thakor, che hanno un tasso di alfabetizzazione tra i più bassi del Paese e tra i problemi sociali più diffusi hanno l’alcoolismo e l’indebitamento, “sono, soprattutto, braccianti che lavorano a giornata in terre altrui e lavoratori stagionali che, al termine del periodo della raccolta, si spostano nelle grandi città. E tra le persone che supportiamo ci sono proprio i contadini che hanno piccoli appezzamenti di terra: li aiutiamo a sviluppare un tipo di agricoltura biologica”, prosegue Flosi. Ma le destinatarie principali del progetto sono le donne e le bambine che vivono, sottolinea la referente per i progetti in Asia, “una realtà delicata perché la società è ancora patriarcale. Sono soggette alla figura maschile. In molti casi sono escluse dall’eredità e, pertanto, non hanno diritto alla proprietà della terra. In più, spesso, sono analfabete e non si ritengono capaci di difendere i propri diritti e perseguire obiettivi personali”.

Ascolta l’intervista a Francesca Flosi

L’aiuto alle donne e alle bambine

Due anni fa, una volta istruito lo staff del posto e sormontate le difficoltà per instaurare un rapporto di fiducia con la comunità Thakor, sono cominciate le iniziative al fine di alzare l’autostima delle donne e delle bambine, farle uscire dallo sfruttamento e conquistare l’autonomia sia sociale, sia economica. Per ottenere questi obiettivi, afferma Flosi, “organizziamo degli incontri di formazione e sensibilizzazione per insegnarle a costituirsi in gruppi di mutuo aiuto, risparmio e gestione di attività generatrici di reddito, e per informarle sui programmi sociali governativi dei quali possono usufruire. In queste occasioni emergono donne con capacità di leadership”. Nei primi 36 appuntamenti, nei quali si sono affrontate questioni sull’ambiente, la salute, la leadership, le questioni di genere e le violenze domestiche, la platea delle partecipanti è stata più ampia del previsto: il passaparola ha avuto il suo effetto. Pur non essendo state coinvolte perché residenti in altri villaggi, oltre 548 donne hanno assistito alle assemblee e collaborato tra loro. La Fondazione Magis Ets, che organizza la Giornata della donna e la Giornata del bambino, che prevedono canti e giochi, giunge fino all’uscio delle scuole dei villaggi per sensibilizzare sulla formazione scolastica, poiché le bambine hanno un basso tasso di istruzione, l’abbandono scolastico è frequente e, spesso, sono vittime dei matrimoni precoci. Il messaggio è destinato alle famiglie che, tramite il sostegno di una rete di insegnanti, riceve del materiale informativo sull’importanza dell’educazione.

Un gruppo di lavoro durante gli incontri. Foto: Fondazione MAGIS ETS
Un gruppo di lavoro durante gli incontri. Foto: Fondazione MAGIS ETS

I traguardi raggiunti

Dal Gujarat, di recente, Flosi ha ricevuto delle buone notizie sia sulle bambine, sia sulle donne da parte del partner locale. Parla di “piccoli, ma cruciali passi” quando si riferisce al fatto che alcune scuole dei villaggi sono state visitate da genitori che hanno chiesto delle informazioni sulla procedura per l’iscrizione delle figlie all’anno scolastico. Tra le “storie di successo” ripercorre quella di un gruppo di dieci donne Thakor di Malpur, nel Gujarat, che – sebbene analfabete e senza un’idea del concetto di risparmio – “hanno creato una cassa comune dove versare parte dei guadagni da reinvestire in attività generatrici di reddito. Col tempo, sono riuscite a risparmiare una piccola somma e hanno deciso di aprire un conto corrente in banca, ricevendo degli incentivi governativi della cui esistenza avevano appreso durante i nostri incontri. Addirittura, per dare la misura della straordinarietà dei loro progressi, hanno acquistato dei bufali per il fabbisogno domestico”. A breve, inoltre, apriranno un forno per la produzione del papad, un tipico pane indiano, proseguendo sulla strada dell’indipendenza sociale ed economica e non stando più alle spalle degli uomini. “Sono i primi segnali di cambiamento ed emancipazione”, conclude Flosi.

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30 settembre 2025, 15:25