Un momento dell'assemblea autunnale dei vescovi della Comece, a Bruxellex dall'1 al 3 ottobre. Foto Comece Un momento dell'assemblea autunnale dei vescovi della Comece, a Bruxellex dall'1 al 3 ottobre. Foto Comece

Comece: nostre le sofferenze dei popoli di Gaza, Ucraina e Sudan

In una nota del presidente Crociata, al termine dell’assemblea autunnale, i vescovi dell’Unione europea esprimono vicinanza a chi vive il dramma della guerra e chiedono alla comunità internazionale l’impegno per la fine della tragedia palestinese, con la liberazione degli ostaggi, l’accesso all’aiuto umanitario e “il raggiungimento di una pace giusta e duratura”. Ai media vaticani il vescovo sottolinea il “cruccio” dei vescovi per le divisioni e i freni al cammino di integrazione europea

Alessandro Di Bussolo e Gianmarco Murroni – Città del Vaticano

I vescovi delegati delle Conferenze episcopali dell’Unione europea, nella loro assemblea autunnale, hanno “condiviso le preoccupazioni che in questo tempo affliggono i nostri Paesi e il mondo”. In maniera particolare, scrive il presidente della Comece, monsignor Mariano Crociata in una nota diffusa al termine dell’assemblea di Bruxelles, dall’ 1 al 3 ottobre, “abbiamo fatto nostra la sofferenza dei popoli in guerra. Abbiamo ascoltato la testimonianza dei confratelli osservatori permanenti ucraini e seguiamo con apprensione e dolore la situazione nella Striscia di Gaza”. La sofferenza del popolo palestinese, prosegue monsignor Crociata, “ci spezza il cuore. Le immagini che ci giungono delle vittime civili, dei bambini affamati, delle famiglie costrette a lasciare la loro casa, della distruzione delle città ci feriscono e scuotono il nostro senso di umanità”.

Gaza: appello per una pace “giusta e duratura”

I vescovi della Comece si uniscono ai numerosi appelli di Papa Leone XIV e sollecitano, si legge ancora nella nota, “la comunità internazionale, a cominciare dall’Unione europea, ad impegnarsi con ogni mezzo per una rapida soluzione che includa la liberazione di tutti gli ostaggi, l’accesso a tutto l’aiuto umanitario necessario e il raggiungimento di una pace giusta e duratura”. “Con le nostre Chiese – concludono i presuli attraverso il loro presidente – ci facciamo parte viva e attiva della preghiera per la pace, esprimendo la nostra continua vicinanza e solidarietà con la Chiesa e con tutte le popolazioni sofferenti, in particolare di Gaza e della Terra Santa, dell’Ucraina e del Sudan”.

Monsignor Mariano Crociata, presidente della Comece, a Bruxelles
Monsignor Mariano Crociata, presidente della Comece, a Bruxelles

In Ucraina, preoccupazione per gli attacchi oltre i confini

In un’intervista ai media vaticani, il presidente Crociata sottolinea che i delegati delle due chiese ucraine, la greco-cattolica e la latina-cattolica, hanno testimoniato che la guerra “vede uno stillicidio di morti e bombardamenti che continuano”. In aggiunta, anche dalle voci dei vescovi dei Paesi vicini, purtroppo si constata che “l'attacco da parte dell'esercito russo è costante e anche provocatorio oltre i confini propri della Russia e della stessa Ucraina”. E questo “desta grande preoccupazione e pone interrogativi su quali possano essere le risposte”. Da parte dell’Unione europea, prosegue il presidente della Comece, il sostegno e la solidarietà verso l’Ucraina sono costanti, ma è necessario “un mutamento di scenario internazionale perché ci siano degli effetti significativi e duraturi sul piano dell'avvio di un processo di sospensione dei combattimenti e di ricerca della pace”.

La voce di Papa Leone sia ascoltata

Per il dramma di Gaza, monsignor Crociata si augura che la voce del Papa sia ascoltata e che i progetti di pace, ultimo quello del presidente Usa Trump, “portino a qualche decisione da entrambe le parti”. Per una interruzione delle “operazioni militari da parte dell'esercito israeliano e dall'altro lato di rilasciare tutti gli ostaggi”. Seguendo la guida di Leone XIV, spiega, “abbiamo un grande compito di proposte di riflessione, di proposte diplomatiche, di proposte politiche che portino tutti il più possibile a fermarsi, a pensare, a riflettere e a cercare un modo diverso di affrontare le relazioni politiche e le relazioni tra i Paesi”.

La debolezza dell’Europa legata alla mancanza di unità

Il presidente della Comece riporta infine il “cruccio” emerso con forza nell’assemblea di Bruxelles, per una “grande disdetta” in particolare in questo “contesto geopolitico globale” e bellico. Riguarda “la divisione, la mancanza di unità e la mancanza di una crescita dell'integrazione e del progetto politico unitario nella diversità dei Paesi europei”, che rende ogni iniziativa della Unione europea “frustrata in partenza per una debolezza di fondo”. E’ necessario quindi, per Crociata, “crescere nel dialogo, nel confronto e nell'unità dal punto di vista anche politico istituzionale nell'Unione europea”. Unione che ha una collocazione chiave nei rapporti internazionali ma è allo stesso tempo “relativamente fragile” negli equilibri geopolitici globali “e specificamente all'interno della NATO”.

La Comece e il cammino di unità nella Ue

Compito della Comece, che “ha l'ascolto e l'attenzione di molte figure istituzionali all'interno dell'Unione europea”, dove però le voci “a volte sono dissonanti”, è di essere tenace e “cogliere tutte le occasioni per ricordare quali sono i valori originari e ispiratori” delle istituzioni europee, che ora “sembrano dimenticati, perché sembra ora prevalere l'interesse immediato e soprattutto lo scacco che viene dagli effetti della guerra e dalla paura del futuro, degli sviluppi temibili di questa guerra”. Paure che, conclude monsignor Crociata, “sono legittime”, ma devono suscitare una voglia di reazione, e “un rafforzamento di quella fiducia con la quale continuare a lottare per la fine delle guerre e per una crescita di un cammino di pace, in un cammino di unità all'interno dell'Unione Europea in particolare”.

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03 ottobre 2025, 13:07