Il Centro Astalli è la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS Il Centro Astalli è la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS

Dialogo interreligioso e fratellanza in classe, 21 anni di "Incontri" del Centro Astalli

La sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS rinnova il proprio percorso didattico, di conoscenza e approfondimento delle fedi, cristiane e non, rivolto alle scuole medie e superiori italiane. Il presidente, padre Camillo Ripamonti: In una società multietnica e multiculturale, merita un’attenzione particolare la convivenza tra culture e religioni, fondata sulla riconoscenza e sul rispetto reciproci

Pietro Piga – Città del Vaticano

Non ci sono né banchi, né sedie per pregiudizi, stereotipi e discriminazioni sulle religioni nelle classi dove si svolge Incontri. Il progetto del Centro Astalli, che entra nelle scuole medie e superiori italiane dal 2004, giunge alla 21ª edizione e rinnova il proprio percorso didattico, di conoscenza e approfondimento delle fedi: dal cristianesimo al buddhismo, passando per l’ebraismo e l’induismo, fino all’islam e al sikhismo. A pochi giorni dalla chiusura delle adesioni all’iniziativa incentrata sul dialogo interreligioso, che comincerà a novembre e terminerà a maggio 2026, ne spiega l’importanza, ai media vaticani, padre Camillo Ripamonti, presidente della sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS: “In una società multietnica e multiculturale, merita un’attenzione particolare la convivenza tra differenti culture e religioni, fondata sulla riconoscenza e sul rispetto reciproci. Occupandoci di rifugiati che sono vittime delle persecuzioni religiose e giungono da aree di guerra, nelle quali non è professata solo la fede cristiana e cattolica, sentiamo la necessità di sensibilizzare sul tema in diversi contesti, incluse le scuole perché crediamo che le nuove generazioni debbano conoscere questo mondo interreligioso e interculturale”.

Ascolta l’intervista a padre Camillo Ripamonti

Dentro le aule

Gli studenti sono i destinatari di Incontri “perché vivono in una realtà, la scuola, eterogenea, dove convivono persone provenienti da aree culturali nelle quali si professano credi differenti – motiva padre Ripamonti – e abbiamo notato che in alcune circostanze, probabilmente per una sorta di senso del pudore, i ragazzi ignorano e non si interrogano sulla ‘dimensione religiosa’ dei compagni”. Durante l’anno scolastico, col supporto degli insegnanti che fanno da raccordo tra gli alunni e il Centro Astalli, il progetto entra nelle aule per due appuntamenti, di due ore ciascuno. Oltre a consegnare materiali didattici multimediali e fornire consigli su libri, film e serie tv sulla religione che la classe ha scelto di esaminare, il referente di Incontri ospita un testimone a cui gli studenti pongono domande sul ruolo e su come vive la fede nella quotidianità. Le ragioni del coinvolgimento dei ragazzi e quelle che guidano l’iniziativa della Compagnia di Gesù, però, toccano anche l’attualità: “In questa Europa secolarizzata, nella quale la dimensione spirituale è posta tra parentesi, dare spazio anche alle religioni che non siano quelle cristiane, ha cambiato atteggiamenti e sensibilità dei più giovani. Imparare a conoscere la varietà del mondo religioso attraverso testimonianze dirette non solo rende più consapevoli e aumenta l’attenzione sul tema, ma rafforza e ravviva l’essere cristiani”.

Le chiavi di lettura delle religioni

In questa edizione di Incontri, la conoscenza e l’approfondimento delle fedi e la promozione del dialogo interreligioso passerà anche per le riflessioni su pace, cambiamento climatico e riscaldamento globale. “Vogliamo ricordare che l’obiettivo delle religioni, che molte volte sono strumentalizzate per far confliggere i popoli – sottolinea il gesuita – è far credere e convivere come fratelli che, pur professando fedi diverse, vivono in una casa comune nella quale si dialoga e ci si prende cura dell’altro. La nostra attenzione sarà anche alle vittime dei disastri naturali, che sono le più povere”. Questi aspetti potranno essere analizzati anche da altre prospettive e al di fuori delle aule. Il Centro Astalli, infatti, consentirà agli studenti di scoprire le identità religiose attraverso la visita di luoghi di culto, proiezioni cinematografiche, cibo, musica, simboli, oggetti e indumenti sacri. Ma anche una lettura interpretativa originale “a partire da elementi concreti per comprendere fino in fondo le differenze delle scelte che ogni religione porta con sé – prosegue padre Ripamonti – e li renderà più consci della geografia religiosa, articolata e complessa. In più, i ragazzi potranno trovare la risposta al perché, per esempio, un compagno si è assentato un giorno in cui tutti erano presenti o ha digiunato mentre gli altri mangiavano”.

Il faro Nostra Aetate

L’impegno del Centro Astalli nel dare dignità alle diverse appartenenze religiose e abbattere il tabù della fede nelle scuole medie e superiori è ispirato e alimentato da Nostra Aetate, la dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane della quale il prossimo 28 ottobre ricorrerà il 60mo anniversario dalla promulgazione. “È un faro che ci accompagna dall’inizio del progetto – conclude padre Ripamonti – Per noi, la fraternità universale, citata nell’ultimo paragrafo della dichiarazione, è cruciale e ci incoraggia a costruire un mondo di fratelli e sorelle. La diversità dei percorsi e delle credenze devono essere strumenti per l’avvicinamento dei popoli. Dobbiamo vivere in una dimensione di fratellanza, un concetto che è stato centrale anche nel magistero di Papa Francesco”.

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25 ottobre 2025, 10:30