Tossani: “Aumentano i giovani nel volontariato, dobbiamo aprirci di più"
Andrea De Angelis e Francesco De Remigis - Torino
"Se penso ai tanti volontari che fanno parte del volontariato di Caritas, soprattutto in riferimento al mondo giovanile, posso dire che una gran parte di loro non appartiene ai nostri tradizionali circuiti ecclesiali. E' anzitutto una buona notizia, e ci dice che l'esperienza della gratuità del dono di sé è ancora attrattiva. Ecco, non crediamo alle narrazioni tali per cui tutte le persone oggi sono indifferenti, individualiste, si disinteressano del bene comune, della costruzione di qualcosa di più grande. Anche i giovani, gli stessi giovani, ci dimostrano che non è così". Entra subito nel vivo delle sfide contemporanee legate al volontariato, Erica Tossani. Ai microfoni di Radio Vaticana - Vatican News, la neo presidente di Caritas Ambrosiana, fa anche un'appello, considerato cogente: "Il tema vero, e credo che sia la domanda da assumere seriamente, è come ripensare un modello di volontariato per quello che è anche semplicemente il ritmo di vita di oggi, lo stile delle nostre giornate, non è più compatibile" con alcuni approcci del passato.
Una sfida per il futuro
Secondo Tossani, "se pensiamo al modo, anche molto concreto, tempi, spazi, momenti dedicati al volontariato di 30-40 anni fa, quando hanno iniziato a fare volontariato i volontari storici di oggi, ci rendiamo conto che è impensabile proporre a un giovane di oggi un impegno di questo tipo. Quindi credo che la sfida sia non lasciarsi ingannare dalla domanda volontariato sì, volontariato no, ma in questo tempo che è comunque un tempo di cambiamento, anzi, come diceva Papa Francesco, un cambiamento d'epoca, bisogna avere il coraggio di ripensare insieme nuove forme, nuovi modelli che consentano comunque di vivere quella dimensione di gratuità e di dono di sé che ancora si respira ed è palpabile, non solo all'interno dei circuiti ecclesiali ma anche abbondantemente al di fuori".
Italia all'avanguardia nel volontariato in Ue
Seppure l'Italia, con Caritas ambrosiana ma anche con tante altre associazioni grandi e piccole, sia sicuramente all'avanguardia su questo tema in Europa, si trovano sempre meno testimonianze legate al mondo del volontariato e alle sue iniziative. Tossani spiega perché è uno di quei temi "mediaticamente poco interessanti" e, aggiunge, "anche poco efficaci dal punto di vista di una eventuale strumentalizzazione mediatica e politica e quindi è un tema che rimane sotto silenzio, credo che sia invece importantissimo e che sarebbe una scommessa e un grosso investimento per il nostro Paese e per tutto il contesto europeo parlarne di più".
Il tema cruciale della "narrazione" e della flessibilità
La presidente Tossani ritiene che un tema cruciale sia innanzitutto quello delle cosiddette narrazioni. "Se penso al tema del rapporto tra i giovani e il volontariato, negli ultimi anni è evidente che c'è stata e continua ad esserci una narrazione che non corrisponde al dato di realtà. Le porto l'esempio ovviamente relativo e limitato ma di Milano, a fronte di una narrazione che dice che i giovani non ci sono, i giovani non si impegnano, i giovani non hanno voglia, sono incostanti, noi abbiamo invece riscontrato, dati alla mano, che negli ultimi anni il numero dei giovani che si affaccia al volontariato è andato aumentando, non diminuendo. Quindi c'è una narrazione che si discosta dal dato di realtà. Accanto a questo, credo ci sia un discorso anche di difficoltà, chiamiamola così, di alleanza intergenerazionale su questo tema. I volontari più adulti, abituati a certe modalità, a certe forme, non sono sempre così immediatamente flessibili ad accogliere modalità, forme, che necessariamente, soprattutto in un tempo come questo, sono diverse".
L'appello a imparare nuovi linguaggi
Imparare linguaggi nuovi e aprire spazi affinché anche ai giovani, ai nuovi giovani volontari, sia data la possibilità di sperimentare. Questo l'appello della presidente di Caritas Ambrosiana, che chiama tutti al "coraggio di retrocedere un attimo rispetto alle posizioni attuali. Io su questo metto un attimo tutti in allerta, me per prima. Stiamo attenti a non far diventare anche il nostro servizio di volontariato un qualcosa di nostro. La posizione, lo spazio nostro che ci siamo ritagliati, ma che poi fatichiamo a far abitare dagli altri in modo generativo. Cioè chiudersi, è un rischio. È un rischio, quello di lasciare poco spazio, pur motivati dalle migliori intenzioni ovviamente. Però ecco, credo che ripensare gli spazi di volontariato in un'ottica generativa sia cruciale in questa fase storica in cui è evidente che anche il dialogo intergenerazionale è complesso". Tossani fa un esempio concreto e "banalissimo e semplicissimo, pensando al contesto di Milano. Come sapete la Caritas ha una presenza capillare sul territorio dovuta innanzitutto alla presenza dei centri d'ascolto nelle parrocchie. Centri d'ascolto che hanno orari di apertura e giorni di apertura tendenzialmente orientati sulle mattinate e sui giorni infrasettimanali. Ora è evidente che un giovane durante la settimana o studia o lavora, quindi se vogliamo ripensare i centri d'ascolto in modo che ci possa essere un ricambio intergenerazionale, bisogna tener conto anche di questioni molto pratiche, cioè che forse bisogna essere disponibili ad aprirli anche nel fine settimana o negli orari serali".
Il metodo sinodale e la sinodalità come "stile"
Quanto alla sinodalità, Tossani, che è membro della Presidenza del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia e ha partecipato come facilitatrice alle due sessioni della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ricorda che Papa Francesco diceva che la Chiesa o è sinodale o non è e che la sinodalità non solo è per la missione, ma è già essa stessa missione, perché la sinodalità è innanzitutto uno stile, non si tratta prioritariamente di tecniche, modalità, strumenti, è uno stile, cioè è un modo di essere nel mondo, è uno stile che già di per sé è testimonianza e annuncio, quindi un missionario non può non essere sinodale. La sinodalità, sempre secondo Papa Francesco, è il modo con cui la Chiesa del terzo millennio è chiamata ad annunciare il Vangelo".
Camminare insieme pur restando diversi
Se pensiamo al nostro contesto internazionale attuale, riflette ancora Tossani, in cui ritornano con prepotenza guerre, conflitti, dove sembra che la violenza sia l'unico modo per risolvere la differenza, la diversità, dove le divergenze vengono risolte o attraverso l'omologazione o il dividersi, ecco, la sinodalità è una parola profetica potentissima, perché dice concretamente, facendolo vedere, dandone testimonianza, la possibilità di camminare insieme pur rimanendo diversi, pur nella differenza. Non facile, non semplice, ma possibile. Credo che questa sia la testimonianza più potente dell'annuncio del Vangelo in un contesto come quello di oggi, Papa Leone ce l'ha ricordato. La sinodalità è cercare insieme, non c'è qualcuno che è già arrivato, anche questo credo sia importante nel ricomprendere la missione oggi, se non vogliamo che lo stile rimanga pura teoria, dobbiamo poi far sì che questo stile possa incarnarsi".
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