I 75 anni del Cuamm, con l'Africa per un pianeta più umano

A Padova si celebra oggi il 75mo anniversario della nascita dell'ong Medici con l’Africa, con l’intervento del presidente italiano Mattarella. Il direttore don Dante Carraro ai media vaticani: “Nel motto evangelico 'Euntes curate infirmos' c’è tutto il senso del nostro impegno in 9 Paesi 'con' gli africani oltre che 'per' gli africani"

Alvise Sperandio - Padova

“Partire per curare, perché Cristo Gesù è venuto per tutti: vicini e lontani”. Da 75 anni il Cuamm, Medici con l’Africa, parte con operatori e volontari per andare a prendersi cura dei poveri di Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Costa d’Avorio e Uganda. Oggi l’anniversario è stato celebrato a Padova, la Città di Sant’Antonio dove tutto ebbe inizio, nel corso dell’Annual Meeting a cui è intervenuto, tenendo il discorso di chiusura, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha definito il Cuamm "un ponte di enorme valore", osservando che in Africa "ogni passo in avanti è stato intravisto e anticipato dalla generosità dei medici, degli operatori e dei sostenitori" dell'ong.  “Crescere il futuro”, questo il titolo scelto per la giornata che ha radunato in Fiera oltre 4 mila persone: “Crescere il futuro” – dice ai media vaticani don Dante Carraro, sacerdote e medico cardiologo, direttore del Cuamm – l’abbiamo scelto per sottolineare che, in un contesto internazionale segnato da guerre e conflitti, non dobbiamo scoraggiarci ma continuare a vivere guardando a cosa possiamo fare noi, ogni giorno. Crescere è diverso che aspettare, vuol dire darsi da fare perché il futuro va costruito e dipende tanto da noi. Questo titolo, allora, è motivo di speranza e di impegno”.

Dal 1950 esploratori coraggiosi e costruttori ostinati

Un’avventura, quella del Cuamm, cominciata grazie all’iniziativa del professor Francesco Bordignon, nel 1950, con il sostegno del vescovo di Padova Girolamo Bordignon. L'iniziativa nacque con il nome di "Collegio universitario aspiranti medici missionari" per formare medici da inviare nei Paesi in via di sviluppo, con una successiva attenzione particolare al continente africano. Da allora il cammino si è diramato in mille e più direzioni, con oltre 1.600 persone inviate a portare cure e servizi anche a chi vive nelle località più povere del mondo. “I primi a partire sono stati esploratori coraggiosi – riprende don Carraro –. Il dottor Anacleto Dal Lago si è imbarcato su una nave con cui ha circumnavigato l’Africa con un viaggio di 30 giorni, tre giorni dopo essersi sposato: è andato alla scoperta con tanto coraggio. 'Euntes curate infirmos': il motto evangelico ha accompagnato l’impegno di tante donne e uomini coraggiosi che oggi sono costruttori ostinati e tenaci perché conosciamo l’Africa e con l’Africa vogliamo costruire lì un sistema sanitario più giusto. Ringraziamo la grande comunità internazionale che in tutto questo tempo si è mobilitata, perché l’Africa ha bisogno di tutti: il futuro dipende dal coinvolgimento di ciascuno di noi. C’è bisogno di medici che partono, oltre 70 sono i giovani partiti l’anno scorso, ma c’è bisogno anche di quelli che sono chiamati a restare, per lavorare in sinergia e comunione. È anche una comunità di destino: siamo tutti legati e ognuno deve fare il suo pezzettino”.

Bilancio e ripartenza

Durante l’Annual Meeting il Cuamm ha ripercorso l‘attività svolta negli ospedali, nei piccoli centri di salute, nei villaggi, nelle università, dove gli operatori sono sempre in prima linea per dare risposte ai bisogni della gente, per offrire aiuto e servizio. “Il punto è che dobbiamo smettere di sfruttare l’Africa. Sono appena tornato dalla Repubblica centrafricana dove c’è uno scontro tra bande, colpi di Stato, problemi di corruzione, mala gestione delle risorse. Ma ci sono anche tanti giovani che vogliono essere protagonisti del loro futuro. Vogliono trasparenza, correttezza, gestione pulita dei fondi”, dichiara don Carraro sottolineando che ogni cristiano può fare qualcosa, nella sua quotidianità, anche da distante, per questa parte del pianeta: “In forza della fede ognuno di noi è chiamato con pazienza e perseveranza a fare la propria parte nell’essere vicino ad accompagnare istituzioni come la nostra, ma anche altre, che si spendono con impegno e dedizione. Nella Repubblica Centrafricana abbiamo appena costruito una scuola di formazione per ostetriche: le prime 30 giovani hanno iniziato il percorso formativo per diventare ostetriche. Una cosa grandiosa fatta in forza della fede che ti dà uno sguardo più acuto e più lungimirante di tante altre letture e ricostruzioni”.

La tragedia delle donne che muoiono di parto

L’impegno del Cuamm è, in particolare, la cura di mamme e bambini, che sono i più fragili della popolazione, garantendo l’accesso al parto assistito e l’assistenza del neonato; affinché la nutrizione sia un diritto per tutti; contro il dramma dell’Aids-Hiv e la tubercolosi: per prevenire la malaria e gestire le grandi epidemie, come l’Ebola nel 2014. Uno dei drammi più grandi dell’Africa è la morte, ogni anno, di 280 mila donne per parto, quello che dovrebbe essere un diritto, il compimento di un’esistenza: “È un dramma perché non siamo in grado di raggiungerle in tempo per un parto cesareo o perché ci sono problemi di emorragie. Eppure, abbiamo calcolato che costa appena 40 euro aiutare una donna a diventare mamma senza morire. Basterebbe rinunciare a qualche caffè per contribuire a salvare una mamma. Tutti dobbiamo darci fare, è possibile e vogliamo affrontarlo assieme. È un impegno che ci rende fratelli, come recitiamo nel Padre nostro”.

La vocazione alla missione e perché partire

Don Carraro, medico e cardiologo, ha un carisma e una forza trascinante: “Sono tanto grato al Signore, faccio una vita faticosa, difficile, dispendiosa, ma ho il grande dono della salute e di poter fare ciò che amo. Ho sempre sentito che la mia vocazione era la missione: andate in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo di Gesù. Dopo 31 anni di vita da prete, con le scelte che ho fatto, ringrazio Dio che mi ha dato ampiamente la possibilità di vivere questa esperienza. E di farlo in Africa che ti aiuta a capire che puoi superare il senso del limite e che puoi costruire la storia senza pretendere di vederla cambiata, facendo ogni giorno il tuo pezzettino”. Ma perché, o meglio per chi partire? Don Carraro non ha dubbi: “Un giovane dovrebbe partire per l’Africa per due motivi. Il primo è professionale: col giuramento di Ippocrate promettiamo di aiutare tutti, vicini e lontani; è scritto tutti gli uomini e le donne che sono malate. Partire ti fa incontrare mondi che neanche ti pensi. Tetano, malnutrizione da noi non esistono più, in Africa si muore. Il secondo motivo è prettamente cristiano: Gesù è venuto per tutti, per i vicini di casa e per lo straniero che parla un’altra lingua. E quando lo incontri, scopri che ti stava aspettando”.

Il grazie a Mattarella: “Rinnoviamo il nostro impegno”

A rendere speciale la giornata dell’Annual Meeting è la presenza del presidente Mattarella a Padova, oltre che la festa per il 75° di attività e il ricordo dei 10 anni dalla morte del precedente direttore del Cuamm don Luigi Mazzucato. “Vogliamo dire grazie al capo dello Stato italiano, un uomo straordinario che da sempre ci ha fatto capire di credere molto in quello che facciamo. Per questo gli siamo profondamente riconoscenti”, osserva don Carraro che continua: “La seconda parola che gli vogliamo dire è che non vogliamo sia un appuntamento autocelebrativo per dire che bravi che siamo stati. È un traguardo ma anche una ripartenza: siamo chiamati a ritrovare tutte le energie possibili per andare avanti altri 75 anni e oltre, vicini ai più poveri, con l’Africa. Oggi ribadiamo il nostro impegno ad alta voce per realizzare quello che il presidente Mattarella stesso ci ha detto qualche anno fa: siamo invitati a costruire un unico grande continente verticale; a nord una regione Europa con 500 milioni di abitanti, a sud un’altra, l’Africa con 1 miliardo 400, in mezzo un laghetto di nome Mediterraneo. Insieme dobbiamo ideare e costruire un futuro comune, su questo noi del Cuamm Medici con l’Africa ci siamo e continueremo a esserci”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

22 novembre 2025, 13:12