2025.11.22 Frisina

Il coro della Diocesi di Roma, dalla basilica di Santa Cecilia al mondo

Tra le mura di questa splendida chiesa si incontra da 41 anni per provare il coro diretto dal maestro, monsignor Marco Frisina. Negli anni i coristi si sono affiancati nelle liturgie papali, ognuno con le proprie competenze e i propri ambiti, a quelli della Cappella Sistina

Francesco Marruncheddu - Città del Vaticano

La basilica di Santa Cecilia, nel cuore di Trastevere, non è solo luogo magnifico di spiritualità ed arte. C’è un’altra bellezza che le sue mura custodiscono e donano con generosità alla Chiesa e al mondo: quella della musica. E in effetti non poteva esserci luogo migliore di una chiesa che conserva la memoria della vita e del martirio della santa patrona dei musicisti, la martire Cecilia. Qua, nel cuore della Roma più vera, da 41 anni si incontra per provare il coro della diocesi di Roma, che tra le mura di questo scrigno carico di storia e bellezza, oltre che nel seminario romano, ha trovato un naturale punto di riferimento.

L'intuizione di monsignor Frisina

“Quella di un Coro diocesano per Roma, che animasse le liturgie della diocesi, e che facesse da guida alla preghiera cantata della comunità, fu una mia intuizione, maturata all’indomani della prima Giornata Mondiale della Gioventù del 1983, insieme all’allora cardinale Vicario, Poletti; un’intuizione fatta propria e appoggiata poi da Giovanni Paolo II”. A raccontarcelo è monsignor Marco Frisina, compositore, fondatore e direttore del prestigioso coro diocesano dell’Urbe, e che è tra l’altro il rettore della basilica ceciliana. Un coro, quello della diocesi di Roma, che negli anni si è affiancato nelle liturgie papali, ognuno con le proprie competenze e i propri ambiti, al Coro della Cappella Sistina. “L’anno scorso, nel 2024, abbiamo celebrato i quarant’anni della fondazione, proprio alla vigilia dell’Anno giubilare che durante tutto questo 2025 ci ha visti coinvolti in tante celebrazioni sia in Vaticano che in San Giovanni in Laterano”. Fra tutte, quella della grande Veglia e della Messa per il Giubileo dei Giovani a Tor Vergata in occasione della GMG dello scorso agosto“. Il coro ha fatto da guida alla preghiera di tutta l’assemblea, incorniciando momenti straordinari come il silenzio dell’adorazione eucaristica: “un silenzio canoro”, spiega Frisina “che ha creato un clima mistico; quel silenzio surreale, preparato dal canto, è stato vissuto dai giovani in modo molto profondo e significativo”. Quello della diocesi di Roma è diventato un apripista, una guida esemplare per la formazione di corali diocesane in tutto il mondo: “il ruolo della Schola cantorum, già come è inteso nei documenti del Concilio, è proprio quello di guidare l’assemblea, coinvolgendola nella preghiera cantata”: una actuosa participatio.

Duecento i componenti in giro per il mondo

In pieno Giubileo c’è stata la successione di due Papi, con la scomparsa di Francesco, subito dopo Pasqua, e l’inizio del pontificato di Leone XIV: “Non abbiamo ancora avuto modo, come coro, di incontrare ufficialmente Papa Leone, che però abbiamo accompagnato già in diverse liturgie, soprattutto in quelle legate all’Anno Santo. Sappiamo della sua attenzione per noi, e del suo apprezzamento per il nostro servizio, che ci ha espresso anche pubblicamente”. Attualmente sono circa 200 i componenti del Coro, “con una età molto trasversale, dai 18, 20 anni sino ai più grandi”. La bellezza di questa formazione è anche quella di preservare e incentivare un clima di famiglia, rendendo il coro davvero un laboratorio di musica e pastoralità, di liturgia e fraternità. “A parte l’animazione delle celebrazioni liturgiche solenni del Vescovo di Roma e della diocesi, il coro si dedica a tournée all’estero e a concerti dentro e fuori Roma. “Negli ultimi mesi siamo stati  a Salerno e ad Agrigento, ma negli anni scorsi siamo stati in America, nel New Jersey, in Francia e in Germania”. Del resto, l’attività del maestro Frisina è conosciuta e largamente apprezzata in tutto il mondo. Tra le ultime produzioni, la “Messa per la Pace”, scritta in spagnolo, in onore di Nostra Signora di Guadalupe, che ha visto don Marco in Messico il mese scorso, e che presto sarà eseguita anche in Italia.

Il "Concerto con i poveri" in Vaticano

Sotto Natale gli impegni si moltiplicano. Fra tutti, particolarmente carico di significato è l’ormai tradizionale “Concerto con i poveri”, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il prossimo 6 dicembre. Fortemente incoraggiato da Papa Francesco, diviene un'occasione di festa per regalare la bellezza della musica ai fratelli meno fortunati. “Il 13 saremo in concerto al Duomo di Spoleto e il 14 per il tradizionale concerto natalizio in San Giovanni, mentre nel nuovo anno abbiamo già in agenda concerti in Puglia, a Bergamo e a Firenze”.

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22 novembre 2025, 12:43