I presidenti delle conferenze episcopali di Polonia e Germania (BP KEP) I presidenti delle conferenze episcopali di Polonia e Germania (BP KEP) 

Polonia e Germania, la forza della riconciliazione: dichiarazione dei presidenti dei vescovi

A Breslavia la commemorazione del 60.mo anniversario del messaggio per la riconciliazione tra le Chiese polacca e tedesca. Lo storico documento è stato celebrato, alla presenza del nunzio apostolico in Polonia, dai presidenti delle Conferenze Episcopali che hanno firmato una dichiarazione congiunta: "Dalla memoria condivisa può nascere la forza della riconciliazione e il coraggio di costruire un futuro più pacifico in Europa”

Tomasz Zielenkiewicz e Wojciech Rogacin – Città del Vaticano

"Perdoniamo e chiediamo perdono, una richiesta sincera e piena di speranza che non appartiene solo alla storia passata, ma ci indirizza ancora oggi e deve essere il nostro programma per il futuro". È quanto si legge nella dichiarazione congiunta firmata dai presidenti delle Conferenze Episcopali di Polonia e Germania dal titolo Il coraggio delle mani tese. La dichiarazione è stata pubblicata in occasione del 60.mo anniversario dello scambio di lettere tra vescovi polacchi e tedeschi sul tema della riconcilazione dopo la Seconda Guerra mondiale.

Visita alla mostra dedicata allo storico scambio di lettere tra i vescovi polacchi e quelli tedeschi.
Visita alla mostra dedicata allo storico scambio di lettere tra i vescovi polacchi e quelli tedeschi.

Le celebrazioni per commemorare quel gesto di riconciliazione tra le Chiese dei due Paesi si sono concluse oggi a Breslavia. Alla presenza del nunzio apostolico Guido Antonio Filipazzi, i presidenti delle due Conferenze Episcopali, l’arcivescovo Tadeusz Wojda e il vescovo Georg Bätzing, hanno siglato il documento congiunto. “Dalla memoria condivisa può nascere la forza della riconciliazione e il coraggio di costruire un futuro più pacifico in Europa”, si legge nel documento.

Un gesto coraggioso

Nel 1965, i vescovi polacchi inviarono un messaggio ai vescovi tedeschi. Il documento fu scritto dall'allora arcivescovo di Breslavia, Bolesław Kominek. Riferendosi alle ferite ancora aperte della Seconda Guerra mondiale, la lettera conteneva le seguenti parole: "Con questo spirito molto cristiano, ma anche molto umano, tendiamo le mani a voi, seduti qui sui banchi del Concilio che volge al termine, perdoniamo e chiediamo perdono". In risposta, i vescovi tedeschi scrissero: "Con rispetto fraterno, ci stringiamo la mano. Il Dio della pace, per intercessione della Regina della Pace, non lasci mai più che il cattivo spirito dell'odio divida le nostre mani".

Breslavia. Commemorazione della storica Lettera di Riconciliazione dei vescovi polacchi ai vescovi tedeschi.
Breslavia. Commemorazione della storica Lettera di Riconciliazione dei vescovi polacchi ai vescovi tedeschi.

Riconciliazione dopo la seconda guerra mondiale

Fu un atto di riconciliazione senza precedenti per queste due nazioni lacerate dal conflitto mondiale. Come scrivono in un comunicato l'arcivescovo Tadeusz Wojda e il vescovo Georg Bätzing, lo scambio di lettere mostrò chiaramente a tutti che la Chiesa in Polonia e la Chiesa in Germania non erano guidate dalla logica politica del confronto tra i blocchi, ma dal desiderio di intraprendere congiuntamente un percorso di trasformazione che, dopo un lungo e doloroso preocesso, ha portato alla riconciliazione tra polacchi e tedeschi. "Ci incontriamo 60 anni dopolo scambio di queste lettere e, da questa prospettiva, sappiamo quanto abbiano plasmato la successiva Europa unita e come abbiano influenzato la sua forma attuale. Possiamo vedere che il messaggio dei vescovi polacchi è stato in un certo senso preveggente e in anticipo sui tempi", ha affermato l'arcivescovo metropolita di Breslavia, Józef Kupny, ospite delle celebrazioni dell'anniversario.

Il contesto del Concilio Vaticano II

Da parte sua, il presidente della Conferenza Episcopale polacca Wojda ha ricordato che la lettera dei vescovi polacchi è nata nel contesto del Concilio Vaticano II. "Il significato spirituale delle parole ‘perdoniamo e chiediamo perdono’ aveva tutta la profondità della spiritualità cristiana. Ha toccato la verità sul peccato, che ferisce le relazioni interpersonali e internazionali", ha sottolineato. E ha fatto notare che il messaggio era come un balsamo "per le ferite ancora vive della guerra nella memoria di entrambe le nazioni ferite con immagini di crimini, distruzioni, deportazioni, campi di concentramento". "La Chiesa di entrambe le nazioni ha avuto il coraggio di parlare la lingua del Vangelo, non quella della politica. Ha avuto il coraggio di indicare che la riconciliazione è possibile perché Dio è più grande delle nostre paure, e lo Spirito Santo attraversa confini e muri", ha sottolineato ancora il presule.

La Messa dei vescovi polacchi e tedeschi
La Messa dei vescovi polacchi e tedeschi

Un'Europa comune

Il vescovo Bätzing ha invece rimarcato che la Polonia e la Germania hanno bisogno l'una dell'altra. A suo avviso, ciò è necessario per la costruzione di un'Europa "che sia garante della sicurezza e della pace, della libertà e della giustizia sociale per tutti noi”. "Negli ultimi quattro anni, la Polonia e la Germania sono state vicine l'una all'altra, sostenendo gli ucraini e nella lotta per la difesa, fornendo assistenza umanitaria e rafforzando la stabilità del continente. Anche la Chiesa in Polonia e la Chiesa in Germania sono ugualmente necessarie. Quando parla all'unisono, è in grado di portare una dimensione etica nei dibattiti, che si basa sul Vangelo. L'efficacia dei nostri sforzi dipende anche dalla nostra cooperazione e dall'unità della nostra testimonianza", ha osservato il presule tedesco. Monsignor Bätzing ha definito il messaggio di 60 anni fa una "iniziativa coraggiosa" che, ha aggiunto, "dovrebbe essere un'ispirazione vivificante per noi sulla strada per approfondire la coesistenza delle nostre nazioni e del nostro intero continente".

Non aprire nuove ferite

Nella dichiarazione congiunta dei presidenti dei due Episcopati emessa nel 60.mo anniversario del messaggio, leggiamo che, nonostante i molti risultati sulla via della riconciliazione tedesco-polacca, gli errori storici influenzano ancora il presente e alcuni politici cercano ancora di utilizzare questioni dolorose e storicamente irrisolte per scopi politici. "Ci è chiaro che i giochi politici basati su errori storici sono contrari allo spirito di riconciliazione che è stato espresso nello scambio di lettere", hanno scritto Wojda e Bätzing. Riconoscono che ci sono ancora tensioni tra le due società che devono essere superate. "Le questioni relative al fare i conti con un passato segnato dalla violenza e al riconoscimento della colpa dovrebbero, tuttavia, essere discusse in modo tale da promuovere la crescita della riconciliazione e non portare a lacerazioni ripetute delle ferite. Non si tratta principalmente di avere ragione, ma piuttosto di capire il prossimo e avvicinarsi alle ferite inferte agli altri con empatia", hanno scritto i presidenti degli Episcopati polacco e tedesco.

L'esempio polacco-tedesco per l'Europa

Nella dichiarazione congiunta riconoscono che oggi tedeschi e polacchi hanno una responsabilità congiunta per l'Europa e il mondo. Il ricordo del passo epocale che è stato lo scambio di lettere e la riconciliazione polacco-tedesca, ci aiuta a rafforzare la nostra fiducia nel futuro. "La solidarietà, la compassione, la perseveranza e la disponibilità a ripensare la propria prospettiva alla luce del Vangelo possono ancora essere una guida importante per noi oggi", hanno scritto entrambi i due presuli. "Dobbiamo resistere alla tentazione di seguire il nostro percorso nazionale e di discostarci da una politica di cooperazione basata sui principi vigenti nell'arena internazionale. L'idea europea di creare uno spazio comune di diritto e pace rimane cruciale".

Insieme per l'Ucraina

Ancora nel documento, guardando al contesto della guerra condotta dalla Russia contro l'Ucraina, i vescovi sottolineano che "l'Europa deve essere unita contro la violenza. È necessaria una solidarietà pratica con le vittime dell'aggressione e la compassione per tutte le vittime della guerra". Aggiungono che molto è già stato fatto per l'Ucraina, in larga misura anche da parte della Polonia e della Germania. "Tuttavia, ora che ci sono segni di stanchezza ovunque, nessuno di noi - né i singoli Stati né la società - può rinunciare a fornire supporto".

Il programma per il futuro: perdoniamo e chiediamo perdono

Entrambi hanno assicurato che le Chiese in Polonia e in Germania lavoreranno insieme in futuro per spezzare e superare le ostilità in Europa. Per questo nel 2007, le Conferenze Episcopali di entrambi i Paesi hanno sostenuto la creazione della Fondazione Maximilian Kolbe, piattaforma dedita proprio a questo coinvolgimento. "Perdoniamo e chiediamo perdono", si legge nella dichiarazione, "questa richiesta sincera e piena di speranza non appartiene al passato. Ci indirizza anche oggi e deve essere il nostro programma anche in futuro".

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19 novembre 2025, 11:45