L'Incontro di Papa Leone mercoledì 26 novembre con l'Usg (Unione Superiori Generali) nell'Aula del Sinodo in Vaticano L'Incontro di Papa Leone mercoledì 26 novembre con l'Usg (Unione Superiori Generali) nell'Aula del Sinodo in Vaticano

La spiritualità di don Bosco una bussola nell'era digitale

Si concluderà venerdì 28 presso la Fraterna Domus di Sacrofano, la 104esima assemblea generale dell’Unione superiori generali (Usg). Numerosi oggi gli incontri e i dibattiti sui temi dell'Intelligenza artificiale tra rischi e benefici e sugli "abusi spirituali"

Vatican News 

Dopo aver incontrato, mercoledì pomeriggio nell’Aula del Sinodo Papa Leone XIV, stamattina i religiosi dell'USG (Unione superiori generali) si sono riuniti presso la Fraterna Domus di Sacrofano, nell'ambito della 104esima assemblea generale per un incontro sul tema: “La preghiera oggi: tradizioni religiose a confronto” al quale hanno preso parte il Rettore maggiore dei salesiani, don Fabio Attard, il benedettino padre Jeremias Schröder e fra Pascal Ahodegnon, (Fatebenefratelli). Attard si è soffermato su come la spiritualità salesiana sia ancora viva e come possa essere ancora spirituale nel mondo di oggi.  

L'esperienza di don Bosco

“Ogni spiritualità è segnata dal suo contesto, ma sappiamo anche bene che essendo un dono dello Spirito ogni tradizione spirituale riesce a diventare quella esperienza capace di incarnarsi non solo nel tempo quando emerge ma in ogni tempo. Sarebbe un errore gravissimo - ha sottolineato don Attard - se dovesse mancare questa comprensione fondamentale di ogni tradizione spirituale. Basta osservare il grande dono che tutt’ora stanno regalando alla Chiesa e al mondo intero le varie tradizioni che hanno segnato i secoli e continuano a farlo tutt’ora oggi: quella benedettina, francescana, domenicana, ignaziana. La loro vitalità è il segno più chiaro e incoraggiante perché noi oggi siamo chiamati ad affrontare il nuovo senza paura e senza vergogna”. Nel focalizzare l’attenzione sulla tradizione spirituale salesiana, il rettore maggiore ha parlato del carisma educativo pastorale che emergeva attraverso l’esperienza di don Bosco che “prendeva delle forme tipiche che ancora oggi lo caratterizzano. L’incontro voluto e cercato con la realtà dei giovani, il desiderio di incarnarsi nella storia dei giovani che incontrava, dove sono, come sono, diventa un punto fermo perché dal di dentro di questa scelta fondata su rapporti relazionali di amorevolezza, fraternità e di fiducia reciproca tra giovani e pastori, gradualmente si plasmava una proposta pastorale. Le quattro dimensioni che marcano ogni proposta pastorale salesiana, già in maniera chiara nella vita di don Bosco, non sono mete da raggiungere – ha ricordato don Fabio Attard - ma processi ed esperienze da far nascere dentro tale relazione pastorale”.

Il Sistema preventivo

Secondo il salesiano, “sono processi tra loro interconnessi guardando alla integralità della persona: educazione alla fede, promozione della cultura, esperienza di gruppo e la dimensione vocazionale. Sono scelte pastorali che siamo chiamati ad interpretare in ogni contesto e cultura. Un lavoro di interpretazione della proposta che parte sempre dalla situazione attuale dei ragazzi e dei giovani che accompagniamo”. Don Attard, infine, ha sottolineato l’importanza del “sistema preventivo” che è “un’eredità carismatica che ancora oggi permette a noi salesiani e a tanti laici che con noi vivono e condividono la missione salesiana, di stabilire processi educativi e pastorali in tutti i continenti e tutte le culture. Quello che don Bosco ha vissuto e che poi ha formulato verso la fine della sua vita. Il "Sistema preventivo", riesce ancora oggi a far nascere spazi di convergenza umana e pastorale, educativa e spirituale con la generazione dei giovani, di ogni religione o di nessuna, di ogni cultura e in ogni continente”.

La 'spiritualità ospedaliera' nell'era dell'IA

Sulla spiritualità ospedaliera nell'era dell'intelligenza artificiale (IA) e del digitale si è soffermato fra Ahodegnon, il quale ha ricordato che in questo mondo dove milioni di persone “gridano la loro solitudine la loro sofferenza, il loro bisogno di senso, non più ad alta voce, ma nel silenzio assordante dei social network, dei forum, delle chat”, è giunto il monto di fermarsi a riflettere. “Fermarsi per amare, fermarsi per guardare, ascoltare, toccare, guarire. È proprio questo “fermarsi” che san Giovanni di Dio ha incarnato nelle strade di Granada e che costituisce il Dna del nostro Ordine da quasi cinque secoli. La nostra missione - ha aggiunto - non è quella di resistere all'era digitale, ma di trasfigurarla, trasformarla e abitarla con il nostro carisma. Per noi, fratelli e collaboratori, si tratta di essere su questa nuova strada, di fertilizzare la terra arida dell'oblio e dell'isolamento con l'ospitalità evangelica. Per compiere questa missione, dobbiamo ricordare da dove veniamo e chi siamo. È radicandoci nella roccia della nostra tradizione che potremo affrontare il vento del cambiamento”. Di qui, fra Ahodegno ha ricordato che “la spiritualità ospedaliera nell'era dell'intelligenza artificiale e del digitale non è un patrimonio da conservare, ma un seme da piantare nel mondo nuovo. È più viva e necessaria che mai”. I lavori dell’Usg proseguiranno oggi pomeriggio con padre Carlo Casalone, gesuita, che offrirà una relazione su "Intelligenza artificiale e social media: riflessi antropologici e spirituali sulla preghiera". Mentre domani, venerdì, si svolgerà un incontro su “Gli Abusi Spirituali”, al quale interverrà suor Tiziana Merletti, Segretario del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, seguirà un intervento del dottor Tomás Insua, direttore dell’Istituto Laudato Si’, sul senso della celebrazione del “Mistero della Creazione in Cristo”.

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27 novembre 2025, 14:56