La capitale della Guinea-Bissau La capitale della Guinea-Bissau  (AFP or licensors)

Le nuove sfide dell'Africa occidentale, servono ponti senza pregiudizi

Il continente africano, troppo spesso visto come un unicum, è in realtà pieno di Paesi diversi. Alla Pontificia Università Gregoriana è stato presentato il libro "The Metamorphosis of West Africa", un invito a comprendere e collaborare con gli Stati della regione senza imporre modelli dall'esterno

Matteo Frascadore - Città del Vaticano

Il Senegal è un'eccezione nel panorama dell'Africa occidentale e l'auspicio è che non rimanga un caso isolato, proponendosi come un "annuncio di speranza" per tutti gli altri Paesi della regione. La situazione politica, economica e sociale dell'Africa occidentale è stata al centro di un convegno svoltosti nel pomeriggio del primo dicembre a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, in occasione della presentazione del libro "The Metamorphosis of West Africa-Not only migration", curato dall'arcivescovo Samuele Sangalli, segretario aggiunto della Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l'evangelizzazione, nonché presidente della Fondazione Sinderes-Praticare l’etica, scuola che non solo studia le trasformazioni globali, ma che cerca anche un dialogo interculturale.

Ascolta l'intervista con l'arcivescovo Samuele Sangalli

Andare oltre i modelli imposti

Il volume presentato ieri, intende essere un tentativo di raccontare il continente africano superando la mediazione occidentale che spesso lo vede “dall’alto”, come ha sottolineato nel suo intervento alla Pontificia Università Gregoriana Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista di geopolitica “Limes”. La critica di Caracciolo è stata rivolta proprio verso il pregiudizio di superiorità di un Occidente che “neanche esiste più” e che vede l’Africa come un unicum e non un continente fatto di Paesi con storie tra loro diverse. “Gli africani sanno molto più di noi di quanto noi sappiamo di loro”, sono state le parole di Caracciolo che ha lanciato l'invito,  intento del libro, a costruire dei ponti con l’Africa senza imporre dei modelli europei.

L'instabilità regionale

Quella del Senegal è stata definita una singolarità da Sangalli, un Paese che, da un lato rappresenta un "esempio di responsabilità e resilienza", ma dall’altro mette in luce alcune criticità che caratterizzano l’intera regione dell’Africa occidentale. “La fase del post colonialismo si è sviluppata con numerose difficoltà in alcuni Paesi. Penso al Mali o al Niger, ad esempio, dove ci sono governi non democraticamente eletti. Oppure faccio riferimento al mutamento religioso che sta avvenendo”, ha detto l'arcivescovo. Il riferimento è stato all’avanzare di forme di radicalismo religioso, sempre più presenti nella regione. “Le Chiese cristiane in quei luoghi - ha quindi spiegato - cercano, d’altro canto, di fornire un alto progetto formativo e una proposta dialogica, di ascolto e di attenzione”.

Gli attori esterni

Un’altra dinamica che si sta sviluppando è quella legata all’aumento degli attori esterni, sempre più influenti. “Sono presenti infiltrazioni di nuove potenze come la Cina o la Russia, che agiscono in termini o economici o militari influenzando pesantemente la zona”, ha quindi indicato ancora Sangalli. A queste presenze si aggiungono quelle di India e Turchia, come ha sottolineato Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia ed esperto di pluralità religiosa e dialogo interreligioso. Una dinamica per cui l’Africa è chiamata a non rimanere indifferente.

Il potenziale dell'Africa

All’interno del libro è presente anche un articolo dell'arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, segretario della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l'evangelizzazione, che affronta la questione dell’etnicità. Il presule ha preso come esempio la Nigeria, suo Paese d’origine, in cui convivono 371 etnie e si parlano oltre 500 lingue.  Si tratta di un quadro complesso in cui emerge un messaggio chiaro: l’Africa occidentale non è soltanto una regione di crisi, ma anche di potenzialità e resilienza. Lo dimostra proprio il Senegal, uscito rafforzato dopo il processo elettorale, svoltosi democraticamente lo scorso anno, che ha portato all'elezione a presidente di Bassirou Diomaye Faye. La responsabilità politica, la dignità e la capacità di affermare la propria autonomia possono rappresentare un esempio per tutto il continente. Il libro della Fondazione Sinderesi invita a guardare l’Africa con attenzione, rispetto e apertura al dialogo, riconoscendo la ricchezza delle sue storie e delle sue voci, e costruendo ponti concreti che superino vecchi schemi e pregiudizi. Un invito, insomma, a comprendere e a collaborare, senza imporre modelli dall’esterno, perché solo così si può contribuire a una metamorfosi autentica e duratura.

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02 dicembre 2025, 13:43