Migranti, Caritas Trieste: in città uno spazio solidale per i bisognosi
Beatrice Guarrera - Città del Vaticano
Un luogo di accoglienza e di cura per le persone che vivono in strada e per i migranti arrivati a Trieste: con questo obiettivo, a febbraio scorso, è nato "Spazio 11 – Sala di attesa Solidale". Si tratta di una nuova realtà di sostegno, sorta in un locale al terzo piano di via Udine 11, messo a disposizione dalla Caritas diocesana di Trieste, in collaborazione con l’associazione Donk-Humanitarian Medicine odv e il sostegno di Unhcr-Agenzia Onu per i Rifugiati. In nove mesi di attività, il luogo è diventato un punto di riferimento per le persone del territorio e per coloro che sono in transito nella città. L'impatto positivo dell'iniziativa è stato reso noto in una conferenza stampa che si è svolta a Trieste nei giorni scorsi.
Risposta concreta alle sofferenze
"Spazio 11 è una delle risposte che come Chiesa abbiamo cercato di dare alle sofferenze concrete di tante persone che transitano da Trieste" ha dichiarato monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste. Si colloca accanto ad altre iniziative, come il dormitorio notturno in via Sant’Anastasio per accogliere famiglie, bambini, donne che i sistemi di accoglienza non riescono ancora ad ospitare. "Si tratta di una risposta provvisoria e precaria in attesa di soluzioni migliori - ha precisato il presule -. Però ci siamo resi conto che c’erano anche altre persone che necessitavano dell’audacia di altre iniziative". Da lì l'avvio del progetto "Spazio 11", che è pure "un bene della città: sia perché esprime il volto bello della collaborazione solidale di diverse realtà del nostro territorio, sia perché tante persone vulnerabile vengono accudite e sottratte al pericolo di cadere nell’influsso malefico della criminalità capace di approfittare di chi si sente senza alcun appoggio". Il vescovo ha voluto poi fare appello a "contribuire a creare un tessuto solidale nella nostra città, spesso afflitta da solitudini, paure, povertà. Tante sono le persone che si trovano ad essere bisognose di una parola, di un piacere, di un’attenzione: si tratta di persone, non di problemi!", ha rimarcato Trevisi.
Un'alternativa alla strada
Nel clima gelido che caratterizza Trieste in questi mesi invernali, viene offerto dunque un luogo coperto alle persone che altrimenti starebbero in strada. Un posto dove trovare delle poltrone per riposare, delle bevande calde, delle prese per ricaricare il cellulare, assistenza sanitaria, informazioni legali, ma soprattutto dove incontrare persone qualificate e competenti. Un servizio gratuito, aperto per le accoglienze tutti i giorni dalle ore 20.00 alle 7.00 del mattino con la funzione di creare "micro-normalità" in contesti di disagio. Le pratiche di cura materiale (letto, cibo, igiene) agiscono , così, in stretta connessione con una cura relazionale (riconoscere il nome, ascoltare il racconto, modulare il pasto in base ai gusti, offrire spazi di parola) che permette alle persone di riattivare frammenti di progettualità e identità. Nel corso dei mesi, Spazio 11 ha accolto almeno 5mila persone, di cui soltanto 170 donne e circa 50 i bambini di età compresa tra 0 e 12 anni al seguito delle proprie famiglie. 50 sono i Paesi di provenienza degli ospiti della sala di attesa solidale, dove Donk HM odv ha effettuato, inoltre, 964 visite nell’ambulatorio medico, grazie all’impegno di oltre 80 volontari medici dell’associazione.
Laboratorio di prossimità
"Quando, insieme a Donk Humanitarian Medicine e all’Unhcr, abbiamo pensato a Spazio 11 - ha detto padre Giovanni La Manna, direttore della Caritas diocesana di Trieste - avevamo in mente un luogo semplice, ma necessario: uno spazio dove chi non ha nulla potesse trovare almeno un po’ di calore, accoglienza e ascolto". A nove mesi dall’apertura, "Spazio 11" è diventato molto più di questo: "È diventato una casa temporanea per centinaia di persone ogni notte, un laboratorio di prossimità e di umanità, dove operatori e volontari mettono in comune le proprie competenze e la propria passione per servire chi è più fragile. Ognuno di loro porta una storia di fatica e di speranza, ma anche un desiderio forte di dignità. E il nostro compito è proprio questo: restituire dignità, accompagnare le persone, ridare loro fiducia nel presente e nel futuro".
Una persona alla volta
"Non vogliamo limitarci a offrire un posto caldo, ma vogliamo essere segno di una città che non volta lo sguardo - ha affermato ancora padre La Manna -. Trieste può e deve essere una città che accoglie, che si prende cura, che costruisce relazioni. E Spazio 11 ci ricorda che questo è possibile, ogni notte, una persona alla volta". Stefano Bardari, presidente di Donk HM odv ha spiegato che "Spazio 11" non è soltanto una Sala di Attesa Solidale, "ma un’opportunità che rappresenta un unicum in Italia", grazie all’impegno costante dei volontari medici, presenti ogni giorno nell’ambulatorio. La sinergia con Caritas diocesana Trieste e Unhcr costituisce "il cuore pulsante del servizio, in cui le competenze diversificate – in campo medico, legale e sociale - ci permettono di raggiungere e soddisfare i bisogni delle persone più fragili". In questo modo, ha osservato Matteo Valentinuz, protection associate di Unhcr, "l’informativa legale e l’individuazione precoce delle vulnerabilità possono avvenire in un luogo accogliente e sicuro, dove operatori e volontari hanno altresì consolidato una coralità nella loro azione umanitaria".
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