Gaza, cento Ong contro Israele: basta usare la fame come arma
Vatican News
Oltre 50 morti per gli attacchi israeliani e altri 4 uccisi dalla fame, numero che fa salire a 239 il totale delle persone vittime dalla malnutrizione, fra cui oltre cento bambini. È l’odierno bilancio che arriva dalla Striscia di Gaza, dove tra i decessi si contano ancora una volta persone che erano in cerca di aiuti umanitaria.
La denuncia delle ong
Intanto, oltre cento ong, e tra loro anche Caritas Internationalis, lanciano un appello-denuncia a Israele e diffuso a Gerusalemme, con il quale chiedono che si smetta di usare “gli aiuti umanitari come un’arma”, il tutto mentre nella Striscia la carestia peggiora. Le ong criticano fortemente il fatto che le autorità israeliane finora, dal 2 marzo, abbiano mancato di autorizzare i loro carichi di aiuti, nonostante le reiterate richieste, almeno 60 nel solo mese di luglio, mentre la distribuzione sia stata affidata dal governo alla Gaza Humanitaria Foundation (Ghf), sostenuta dagli Stati Uniti e con la quale le ong rifiutano di collaborare perché accusata di servire gli interessi militari di Israele. “Il nostro mandato è quello di salvare vite umane, ma a causa delle restrizioni legate alla registrazione, i civili si ritrovano senza cibo, medicine e protezione di cui hanno urgente bisogno”, dichiara Jolien Veldwijk, direttore dell'ONG Care nei territori palestinesi. Oggi, è la denuncia della lettera, “il sistema di registrazione viene utilizzato per bloccare ulteriormente gli aiuti e negare cibo e medicine nel mezzo del peggiore scenario possibile di carestia”.
Nuovi insediamenti
Nel frattempo, nella notte, il ministro delle finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha approvato i piani per la costruzione di un insediamento pari a oltre 3.400 unità abitative per i coloni e che mira a dividere in due la Cisgiordania, separando Gerusalemme Est. Una mossa che, avrebbe spiegato lo stesso Smotrich, “seppellirebbe l’idea di uno Stato palestinese".
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