Disarmo atomico, necessità sempre più impellente
Francesco Citterich - Città del Vaticano
Si celebra oggi la Giornata mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, un appuntamento annuale ormai consolidato per sensibilizzare l’opinione pubblica e cercare un impegno più profondo sulle questioni relative al disarmo atomico, una necessità sempre più impellente.
Una pericolosa escalation
Il mese scorso, è stato ricordato l’80° anniversario dei bombardamenti atomici statunitensi che distrussero le città giapponesi di Hiroshima e di Nagasaki. Un incubo, purtroppo, non ancora cancellato, con tutta l’umanità che a distanza di tanto tempo continua a vivere sotto la minaccia di una distruzione totale fintanto che le armi nucleari continueranno ad esserci (attualmente si contano oltre 13.000 testate in tutto il mondo, 2.100 delle quali sono in “stato di massima allerta operativa”, cioè pronte ad un uso rapido). La crescente possibilità di ricorso alle armi atomiche è evidenziata anche dall’aumento vertiginoso delle spese connesse agli arsenali. Lo scorso anno i nove Stati dotati di armi nucleari — Cina, Corea del Nord, Federazione russa, Francia, India, Israele, Pakistan, Regno Unito e Usa — hanno infatti speso oltre 100 miliardi di dollari, con un aumento dell’11% rispetto al 2023. Per comprendere l’enormità dell’investimento, basta pensare che 100 miliardi equivalgono a 3.169 dollari ogni secondo dell’anno, 274 milioni al giorno, o 1,9 miliardi a settimana: numeri impressionanti, che confermano la pericolosa escalation.
Il diritto internazionale
Malgrado la crescente preoccupazione internazionale, la concezione della deterrenza nucleare — i Paesi che possiedono tali armi hanno infatti piani a lungo termine e ben finanziati per aggiornare i loro arsenali atomici — rappresenta ancora oggi un elemento costitutivo delle politiche di sicurezza di molti Stati, se si pensa che più della metà della popolazione mondiale vive in Paesi dotati di questo tipo di armamenti o che fanno parte di alleanze nucleari. Esistono principalmente due testi che disciplinano le armi nucleari mondiali: il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp, 1970), che mira a impedire la diffusione delle armi nucleari e a promuovere il disarmo e l’uso pacifico dell’energia atomica, e il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw, 2017), che dichiara le armi nucleari illegali e mira al loro completo smantellamento. Il Tnp rappresenta, a tutt’oggi, l’unico strumento di portata globale in materia di disarmo e non-proliferazione nucleari. Entrato in vigore nel 1970 per una durata iniziale di 25 anni, è stato esteso a tempo indefinito nel 1995. Conta 191 Paesi, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu dotati dell’arma nucleare (Cina, Federazione Russa, Francia, Regno Unito e Usa). Altri trattati rilevanti sono quello sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari (Ptbt), intesa del 1963 che ha vietato i test atomici nell’atmosfera, nello spazio e sott’acqua, e il Trattato tra Usa e Urss sulle forze nucleari a medio raggio (Inf), siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv, che ha eliminato un’intera categoria di missili nucleari a raggio intermedio.
Disarmo nucleare priorità Onu
L’ultima conferenza degli Stati aderenti al Tpnw ha avuto luogo a New York nel marzo del 2025. Un Trattato che cresce ogni giorno nella propria portata ed efficacia, come hanno testimoniato le tre nuove ratifiche: Indonesia (quarto Paese più popoloso al mondo), Sierra Leone e Isole Salomone, che hanno portato così il totale aggiornato 94 Paesi firmatari. Con l’aumento, dunque, del numero degli Stati che hanno deciso di aderire alla prima norma internazionale che dichiara le armi nucleari fuori legge, il raggiungimento del disarmo nucleare globale è divenuto la massima priorità delle Nazioni Unite in materia di riduzione delle armi, oggetto della prima storica Risoluzione dell’Assemblea generale nel 1946, che ha istituito la Commissione per l’energia atomica. Disarmo che potrebbe contribuire allo sviluppo sostenibile. L’eliminazione delle armi nucleari, ad esempio, renderebbe disponibili ampie risorse per l’attuazione dell’Agenda 2030.
Un pericolo mai così alto
Ma con due tragedie in corso che coinvolgono potenze nucleari — l’invasione militare russa in Ucraina e gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza —, le mai sopite tensioni tra India e Pakistan, nella penisola coreana e gli sviluppi della “guerra dei dodici giorni” tra Israele e Iran (giugno 2025), molti analisti considerano il rischio di uso delle armi nucleari il più alto dai tempi della Guerra Fredda. Data la sua appartenenza universale, la commemorazione della odierna Giornata affronta, quindi, una delle più grandi sfide dell’umanità: raggiungere la pace e la sicurezza di un mondo senza armi nucleari.
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