La riunione del Consiglio di Sicurezza a New York La riunione del Consiglio di Sicurezza a New York 

Nucleare: l’Onu ripristina le sanzioni all’Iran

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dato il via libera ieri a New York al ritorno delle misure restrittive nei confronti di Teheran. Nelle scorse settimane Francia, Gran Bretagna e Germania avevano attivato lo “snapback”, il meccanismo che consente di ripristinare le sanzioni entro 30 giorni, a causa di «significative inadempienze» da parte della Repubblica islamica riguardo ai propri programmi atomici

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Dieci anni dopo la revoca delle misure restrittive all’Iran nell’ambito dell’accordo sul programma nucleare del 2015, l’Onu ha dato il via libera al ripristino delle sanzioni contro Teheran. Ieri a New York il Consiglio di Sicurezza ha bocciato una bozza di risoluzione che avrebbe permesso di estendere il blocco: 4 i voti a favore (Russia, Cina, Pakistan e Algeria), 9 i contrari e 2 le astensioni.

Centrale nucleare di Natanz (Archivio - Afp Photo – Ho – Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran)
Centrale nucleare di Natanz (Archivio - Afp Photo – Ho – Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran)

L'attivazione dello "snapback"

Il pronunciamento è arrivato dopo che a fine agosto Francia, Gran Bretagna e Germania avevano attivato lo “snapback”, il meccanismo che consente di ripristinare le sanzioni entro 30 giorni, a causa di «significative inadempienze» da parte della Repubblica islamica riguardo ai propri programmi atomici. 

Le sanzioni scatteranno alla mezzanotte del 28 settembre, a meno che non venga raggiunto un accordo dell’ultimo minuto durante la settimana di alto livello all’Assemblea Generale: in quel caso, sarebbe necessaria un’altra votazione del Consiglio di Sicurezza.

Il logo delle Nazioni Unite
Il logo delle Nazioni Unite   (AFP or licensors)

La reazione iraniana

L’ambasciatore iraniano all’Onu, Amir-Saeid Iravani, ha definito il voto «illegale», mentre da Teheran il ministro degli Esteri, Abbas Araqchi, ha fatto sapere che il proprio Paese «respinge qualsiasi azione politica e qualsiasi pressione ingiusta che possa portare a un’escalation delle tensioni». Araqchi ha avuto inoltre una conversazione telefonica con il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi: nei giorni scorsi la Repubblica islamica aveva accettato di tornare a collaborare con l’Aiea dopo la guerra di 12 giorni scatenata in giugno da Israele. 

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20 settembre 2025, 12:01