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Prigionieri di un’economia canaglia

Negli ultimi vent’anni tutte le dinamiche di un’economia predatoria, orientata al profitto a tutti i costi, si sono consolidate grazie all’instabilità geopolitica globale. "E' essenziale che i cittadini siano consapevoli di quanto avviene nei meandri più oscuri dell'economia", così Loretta Napoleoni intervistata dai Media vaticani sulle derive predatorie dei mercati globali

Stefano Leszczynski - Città del Vaticano

Tutto si riassume in una domanda: che prezzo siamo disposti a pagare per vivere nell’illusione del progresso e del benessere? Nel nostro mondo frantumato dalla ‘terza guerra mondiale a pezzi’, sono forze economiche oscure a detenere il controllo delle azioni dei comuni cittadini, soprattutto nel loro ruolo di consumatori. E non sembra esserci soluzione, se non quella di una consapevolezza che rischia di essere molto frustrante. Loretta Napoleoni è un’economista ed ex professionista della finanza a Londra e San Francisco. Nel 2009 ha pubblicato un libro intitolato “Economia canaglia, il lato oscuro del nuovo ordine mondiale”, che è uscito nuovamente questa settimana in una versione aggiornata al contesto geopolitico attuale. Intervistata dai Media vaticani spiega perché i temi trattati quasi due decenni fa siano più attuali che mai.

Economia canaglia

“L’economia canaglia – spiega – non è un fenomeno eccezionale ma un fattore endemico, una forza oscura codificata nel Dna della nostra società e sempre in agguato”. L’economia canaglia appare dunque come un fenomeno ricorrente nella storia, spesso legato a grandi e improvvise trasformazioni della società. Ed è proprio nel corso di questi mutamenti radicali che i politici tendono a perdere il controllo dell’economia, che diventa una sorta di entità autonoma, nelle mani di attori nuovi e spregiudicati. “Pensiamo all’epopea della conquista del Wild West, l’Ovest selvaggio della narrazione americana, contraddistinto da violenza ed anarchia in cui nascono e si consolidano imponenti fortune economiche”. Negli anni Novanta il contesto in cui ciò avveniva era la globalizzazione, oggi potrebbe essere quello dei cosiddetti ‘tecno-titani’, favoriti da una trasformazione sociale profondissima a livello globale. “Stiamo parlando di forze che lavorano contro la gente comune a favore di un ristrettissimo gruppo di persone”, specifica Loretta Napoleoni.

Ascolta l'intervista a Loretta Napoleoni

I momenti di transizione sono i più critici

“In occasione dei grandi processi di transizione politica e sociale, improvvisamente l'economia si muove ad una velocità superiore a quella della politica stessa, della legislazione specialmente, e inizia a dare vita a delle aree grigie all'interno delle quali poi si inseriscono individui che approfittano di queste situazioni”. Una dinamica che vale tanto per le organizzazioni criminali, quanto per i comportamenti anti-etici da parte di imprenditori che invece di produrre per il bene comune e, quindi, di produrre per una società che va verso il miglioramento, in realtà producono solamente per sé stessi, quindi in nome del profitto, a danno della popolazione”.

Il paradosso della democrazia

Dinamiche che si sono manifestate in maniera lampante all’epoca della caduta dell’Unione sovietica, quando il sogno della libertà democratica è andato di pari passo con una crescita delle condizioni di schiavitù nel mondo, e in particolare nei paesi neo-democratici. “Un vero paradosso: la globalizzazione ha favorito lo sfruttamento del lavoro schiavistico su scala industriale. La democrazia e la schiavitù non solo coesistono, ma sono tenute insieme da quella che gli economisti definiscono ‘una forte correlazione diretta’.”

L'era dei tecno-titani

Oggi una delle nuove élite predatorie – afferma l’economista Napoleoni- “è rappresentata dai cosiddetti tecno-titani, con l'avvento quindi di una vita virtuale che invece di darci più possibilità, di migliorare la nostra esistenza, in realtà ci trasforma in merce disumanizzandoci”. La politica sembra essersi arresa a questa perversione economica e la percezione che qualcosa non vada nel mondo dell'economia a livello globale ce l'hanno un po’ tutti i comuni cittadini nel loro vivere quotidiano. Ma non sempre è agevole mettere a fuoco le reali dinamiche che regolano i nostri destini.

La sfida della consapevolezza

“Le fake news, ad esempio, sono un fenomeno dell'economia canaglia. – dice Napoleoni – Vent’anni fa erano un fenomeno abbastanza ristretto, oggi invece è quasi impossibile sapere ciò che accade realmente. Ed è proprio questo lo scopo principe del mio libro: invitare le persone alla consapevolezza”. Uno sforzo immenso per il comune cittadino, soprattutto nella sua veste di consumatore. Acquisire la consapevolezza di cosa muove l’economia senza poter fare nulla per contrastarlo può essere molto frustrante. “Però non c'è alternativa, nel senso che se noi vogliamo uscire da questo meccanismo infernale e vogliamo non avere sulla coscienza la responsabilità di quello che sta succedendo bisogna fare questo tipo di sforzo. Non esiste una soluzione facile, esiste solamente il tentativo di capire la realtà attraverso grosse difficoltà”.

 

 

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02 ottobre 2025, 17:42