Un'immagine dello spettacolo "In nome della madre" Un'immagine dello spettacolo "In nome della madre"

Giubileo, torna in scena “In nome della madre” di Erri De Luca

Lo spettacolo teatrale è in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre nella Sala Gildea del Pontificio Santuario della Scala Santa in occasione del Giubileo della spiritualità mariana per iniziativa del mensile “Donne Chiesa Mondo” con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione

Silvia Guidi - Città del Vaticano

“Galatea Ranzi - scriveva nell’ottobre di quattro anni fa Gianfranco Capitta, raccontando In nome della madre di Erri De Luca diventato pièce teatrale - è apparsa per la prima volta in scena, giovanissima, al Teatro di documenti, lo spazio mirabolante e inquieto che il grande scenografo Luciano Damiani aveva ricavato (o letteralmente scavato con le proprie mani) dentro il Monte dei Cocci in cui i romani antichi scaricavano i frantumi di vasellame”. In quell’occasione, ricorda Capitta, “fece innamorare tutti quella ragazzina dai grandi occhi che là sotto si innamorava della propria immagine riflessa. Era Amor nello specchio, testo allora misconosciuto del genio del teatro barocco Giovan Battista Andreini, uno dei grandi ripescaggi con cui ci sorprendeva il grande Luca Ronconi. Dopo qualche decina d’anni, è quasi altrettanto emozionante vedere la stessa attrice che, velato il capo ma con la stessa intatta bellezza, dolorosamente ci racconta la gravidanza e il parto di Maria”.

Giubileo della spiritualità mariana

In nome della madre, interpretato da Ranzi - la regia è di Gianluca Barbadori, la produzione dello stabile di Palermo - torna a Roma sabato 11 e domenica 12 ottobre in occasione del Giubileo della spiritualità mariana per iniziativa del mensile “Donne Chiesa Mondo” con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione. Andrà in scena nella Sala Gildea del Pontificio Santuario della Scala Santa, senza biglietto, con offerta libera. Il ricavato andrà a Casa Magnificat fondata a Roma da Rita Giaretta, la suora orsolina che trent’anni fa a Caserta ha dato vita a Casa Rut, avamposto di carità in azione che ha tolto dalla strada centinaia di donne e bambine vittime della tratta.

 L'attrice Galatea Ranzi in un momento dello spettacolo "In nome della madre"
L'attrice Galatea Ranzi in un momento dello spettacolo "In nome della madre"

Un testo pieno di tenerezza

A Galatea Ranzi abbiamo chiesto di parlarci della fatica e della gioia di mettere in scena un testo pieno di tenerezza nella sua apparente freddezza cronachistica, solenne e insieme familiare grazie al costante uso del lessico della tradizione ebraica. Alla fatica e alla bellezza del suo lavoro Ranzi aveva dedicato, qualche anno fa, lo spettacolo Lezione da Sarah omaggio alla “divina” Bernhardt e a “quel senso di irrealizzabile perfezione che l’attore persegue, quella tensione, quel dolore, quell’irrefrenabile gioia di essere i messaggeri imperfetti della poesia”.

A proposito del lavoro sul testo con Gianluca Barbadori, quale criterio vi ha guidato nella scelta dei brani?

Il testo di Erri De Luca non è scritto appositamente per la scena, quindi il regista ha fatto un lavoro di adattamento, ma minimo; solo qualche piccolo taglio interno per favorire l’ascolto. Da subito ho avuto consapevolezza dell’intensità e della difficoltà di questo ruolo; che responsabilità! Ma Gianluca Barbadori, col quale lavoravo per la prima volta, mi ha condotta con una cura e una pazienza straordinarie, facendomi sperimentare un metodo di lavoro del tutto inusuale per me. Abbiamo poi, per pura casualità, avuto un tempo di prove estremamente lungo, nove mesi. Era arrivata la pandemia, tutto si era fermato, quindi niente ansia per il debutto e la possibilità di assimilare profondamente il testo, il personaggio e le sue meravigliose sfumature.

«La storia resta misteriosa e sacra - scrive Erri De Luca parlando del suo testo - ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille». Un personaggio impegnativo, la madre di Dio...

Impersonare la Madonna certo mi ha un po’ impressionata all’inizio: la figura femminile più rappresentata nell’arte, più intima per molti di noi e delicata. Tengo sempre a mente l’indicazione di Gianluca: «...sorriso, serena, con amore».

Quale dei tanti personaggi femminili che ha interpretato l’ha aiutata di più nel costruire la “sua” Mariam?

Negli anni certo ho interpretato molti personaggi classici - Elettra, Antigone, Cordelia, Mirandolina e molte altre - La differenza in questo racconto che è In nome della madre sta nel flusso, credo, nell’immergermi portando con me gli spettatori in un flusso di memorie visive ed emotive molto intenso, luminoso, pieno di dettagli sensoriali, odori, colori, suoni e picchi di altissimo valore etico e poetico.

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10 ottobre 2025, 10:48