A Gaza tacciono le armi, migliaia di palestinesi in marcia verso nord
Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano
In molti procedono a piedi, tanti altri hanno affittato carretti trainati da asini, qualcuno è riuscito a procurarsi delle automobili: sono oltre 200mila i civili che stanno percorrendo la via che, seguendo la costa, va verso il nord della Striscia e a Gaza City. Hanno cominciato a muoversi in massa dopo che le Idf, le Forze di difesa israeliane hanno annunciato il completato ritiro dietro la linea gialla, designata dal piano di pace in 20 punti, di cui quella scattata è solo la prima fase. Oltre che andare verso nord, i palestinesi hanno potuto anche tornare nelle altre zone del territorio che prima erano sotto occupazione da parte dei soldati israeliani. L’esercito manterrà il controllo del 58% del territorio della Striscia, la maggior parte del quale si trova al di fuori delle aree urbane. Ciò include una zona cuscinetto lungo l’intero confine di Gaza, compreso il corridoio di Philadelphia (al confine tra Egitto e Gaza), insieme a Beit Hanoun e Beit Lahiya nell’estremo nord della Striscia, un piccolo promontorio nella periferia orientale di Gaza City e ampie porzioni di Rafah e Khan Younis nella parte meridionale.
L’ingresso degli aiuti umanitari
Israele ha dato il via libera all'Onu per iniziare a consegnarli a partire da domenica. E’ previsto l’arrivo di 170mila tonnellate di beni a sostentamento della popolazione palestinese, già pronti a partire dall’Egitto de dalla Giordania. Gli operatori umanitari attendono invece il permesso dell’esercito israeliano per riprendono le loro attività. Negli ultimi mesi, le Nazioni Unite sono state in grado di consegnare solo il 20% degli aiuti necessari per affrontare la grave situazione nella Striscia di Gaza. Tom Fletcher, il sottosegretario generale dell'Onu per gli affari umanitari ha spiegato che circa 1,4 milioni di persone avranno la priorità nel ripristino dei servizi idrici e igienico-sanitari e che la fornitura di rifugi sarà notevolmente ampliata per aiutare le famiglie a prepararsi all'inverno. Saranno inoltre riaperti anche gli spazi di apprendimento temporanei per supportare l'istruzione di 700.000 bambini in età scolare. Ogni settimana a Gaza dovranno essere consegnati gas da cucina e almeno 1,9 milioni di litri di carburante, forniture che dovranno raggiungere la Striscia attraverso diversi corridoi.
Il fronte diplomatico
E’ giunta nella serata di ieri la notizia che il presidente degli Usa, Donald Trump, sarà a Tel Aviv lunedì e terrà il suo discorso alla Knesset. Successivamente volerà in Egitto per la ratifica dell’accordo. "Andrò in Israele... parlerò alla Knesset (Parlamento israeliano) e poi andrò anche in Egitto", ha detto il presidente durante una conferenza stampa alla Casa Bianca venerdì. Secondo quanto riportato dal media digitale americano Axios, Trump starebbe pianificando una sorta di vertice su Gaza in Egitto, con la partecipazione di leader del mondo arabo e di alcuni paesi europei, all'inizio della prossima settimana. L'iniziativa mira a supervisionare la ricostruzione di Gaza, coordinare l'assistenza internazionale e creare meccanismi di monitoraggio per garantire il rispetto degli impegni di cessate il fuoco, rafforzando il ruolo degli Stati Uniti come mediatore nella regione.
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