Anti-government protesters gather in Antananarivo

Madagascar, i militari destituiscono il presidente. Festa ad Antananarivo

Dopo essersi schierati con i giovani del movimento "Generazione Z", che da settimane sta protestando contro governo e corruzione, i militari hanno destituito il presidente, Andry Rajoelina, fuggito all'estero. Sospesa la Costituzione che la comunità internazionale aveva chiesto di rispettare e tutelare. Nella capitale, Antananarivo, festa in strada tra canti e balli

Federico Piana- Città del Vaticano

Chi è ad Antananarivo racconta che ieri, nella capitale del Madagascar, si è assistito ad un altro film, totalmente diverso da quello che fino a qualche ora prima aveva dominato la scena caratterizzata da scontri e proteste. Una festa di popolo fatta di concerti, balli e canti celebrativi si è impadronita, fino quasi per tutta la notte, di Place du 13 May, luogo simbolo intitolato alle vittime della rivolta del 1972 che portò alla destituzione del primo presidente repubblicano dopo l’indipendenza della nazione africana dalla Francia. Le bandiere malgasce con i colori nazionali,  i giovani del movimento “Generazione Z” le hanno sventolate a ritmo della musica e delle grida di giubilo per salutare quello che forse pensavano fosse difficile che accadesse, quasi impossibile: la destituzione del presidente, Andry Rajoelina, dopo un voto dell’Assemblea nazionale che proprio Rajoelina aveva provato a sciogliere, con uno stringato comunicato su Facebook, da un luogo sicuro all’estero dove si è rifugiato nel tentativo di salvarsi la vita.

Esercito al comando

Che ormai il Paese abbia voltato pagina ieri lo si era capito anche dalla calma e dalla sicurezza con le quali il colonnello Michael Randrianirina aveva annunciato alla tv di Stato il cambio di regime: «A partire da questo momento, assumeremo il potere, scioglieremo il Senato e l’Alta Corte, ma lasceremo che l’Assemblea nazionale continui a lavorare».

Il nodo della Costituzione

Il colonnello Randrianirina non è un quadro militare di poco conto: è il capo indiscusso del Capsat, la corposa compagine dell’esercito che portò al potere Rajoelina con il golpe del 2009. E dunque fa discutere il fatto che, questa mattina, sia stato proprio lo stesso colonnello ad annunciare la sospensione della Costituzione che invece la comunità internazionale aveva chiesto di rispettare e non violare. «Una volta che la situazione si sarà calmata cercheremo di capire cosa sta accadendo. Ovviamente, se ci sarà un colpo di Stato noi ci opporremo» ha fatto sapere Farhan Haq, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, lasciando intendere che forse i colpi di scena potrebbero non essere ancora finiti.

La speranza dei giovani

Per ora, rimane la gioia della ventiquattrenne Jouannah Rasoarimanana che alla stampa internazionale confida di non stare più nella pelle: «Finalmente siamo liberi, abbiamo ottenuto una vittoria». Sempre che il sogno diventato realtà non si trasformi in un incubo, come nel golpe del 2009.

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15 ottobre 2025, 14:12