L’arte che parla all’anima, Beato Angelico in mostra a Firenze

Un’esposizione straordinaria. Fino al 25 gennaio 2026 la Fondazione Strozzi e il Museo di San Marco presentano “Beato Angelico”. Oltre 140 opere tra dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da musei, chiese e biblioteche di tutto il mondo dedicate al patrono universale degli artisti

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

È un tempo sospeso quello raccontato dal pennello di Beato Angelico, pittore dei silenzi e della luce, del divino e dell’umano. Fra Giovanni da Fiesole ha raggiunto un vertice forse mai eguagliato nell’arte sacra. Non a caso nel 1982 per volontà di Giovanni Paolo II è stato proclamato patrono universale degli artisti.

Lorenzo Monaco (Piero di Giovanni, Don Lorenzo; Siena, 1370 circa - Firenze, 1424) e Beato Angelico (Guido di Piero; Fra Giovanni da Fiesole; Vicchio di Mugello, 1395 circa - Roma, 1455) Pala Strozzi 1421-1424 circa; 1430-1432 circa Tempera e oro su tavola cm 277 × 283 (totale) Firenze, Museo di San Marco
Lorenzo Monaco (Piero di Giovanni, Don Lorenzo; Siena, 1370 circa - Firenze, 1424) e Beato Angelico (Guido di Piero; Fra Giovanni da Fiesole; Vicchio di Mugello, 1395 circa - Roma, 1455) Pala Strozzi 1421-1424 circa; 1430-1432 circa Tempera e oro su tavola cm 277 × 283 (totale) Firenze, Museo di San Marco

Un messaggio di pace

La pace che trasmettono le sue opere è un richiamo forte nei nostri tempi tribolati da guerra e violenza. Forse anche in quest’ottica si spiega il clamoroso successo che la mostra Beato Angelico sta raccogliendo a poco più di dieci giorni dalla sua apertura.

La mostra Beato Angelico a Firenze fino al 23 gennaio 2026
La mostra Beato Angelico a Firenze fino al 23 gennaio 2026

Un’arte che parla ancora a tutti

In una sola settimana sono state superate le diecimila presenze. Un dato che commenta con soddisfazione Carl Brandon Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, studioso dell’Angelico da trentacinque anni e negli ultimi quattro instancabilmente impegnato in questo ambizioso progetto:

Ascolta l'intervista a Carl Brandon Strehlke

“Visitando le sale della mostra resto meravigliato di cosa siamo riusciti a fare: quasi centocinquanta opere! Accanto a capolavori già noti, sono esposti dipinti quasi mai visti, grazie a settanta prestiti eccezionali. Vederle insieme provoca un grande effetto. A chi mi chiede cosa mi colpisce maggiormente rispondo: vedere tanta gente godere la pittura di Fra Angelico! È morto quasi seicento anni fa, ma c’è ancora una grande voglia di contemplare i suoi bellissimi dipinti. Il motivo? Parlano a tutti!”

L'allestimento della mostra Beato Angelico a Firenze
L'allestimento della mostra Beato Angelico a Firenze

La sete di bellezza e di infinito

Arrivano dritti all’anima i colori e l’oro con cui il pittore, padre del Rinascimento, racconta le storie dei santi, la vita della Vergine o la Passione e Resurrezione di Cristo. C’è un che di ineffabile, ma anche tanta umana concretezza nelle pitture esposte fino al 25 gennaio tra le due sedi di Palazzo Strozzi e del Museo di San Marco a Firenze. “In questo momento il mondo è in difficoltà e c’è un gran bisogno di bellezza”, prosegue Strehlke. Beato Angelico placa ogni inquietudine e ristora la sete di infinito insita nel cuore di ogni uomo. “La sua è una luce naturale, ma anche sacra e divina. I suoi dipinti invitano alla preghiera e alla meditazione e sono una fonte di ispirazione anche per l’arte contemporanea, persino per quella non figurativa”.

Beato Angelico Tabernacolo-reliquiario di Santa Maria Novella: Funerali e Assunzione della Vergine Primi anni Trenta del XV secolo Tempera e oro su tavola cm 61,8 × 38,3 Boston, Isabella Stewart Gardner Museum,
Beato Angelico Tabernacolo-reliquiario di Santa Maria Novella: Funerali e Assunzione della Vergine Primi anni Trenta del XV secolo Tempera e oro su tavola cm 61,8 × 38,3 Boston, Isabella Stewart Gardner Museum,

Settant’anni di studi e scoperte

L’ultima grande mostra monografica risale al 1955. “Le indagini tecniche e i restauri effettuati negli ultimi settant’anni hanno accresciuto la conoscenza su Beato Angelico, sulla tecnica e sulla sua collaborazione con altri artisti”. In questo lasso di tempo “abbiamo identificato anche qualche opera in più e scoperto dettagli che non conoscevamo”.

Il curatore emerito del Philadelphia Museum of Art cita ad esempio il restauro della Pala di San Domenico a Fiesole, il convento dove il pittore divenne frate: un intervento che ha svelato, sotto successivi interventi pittorici cinquecenteschi, la magistrale prospettiva con cui originariamente era reso il trono della Vergine.

Beato Angelico Pala di San Marco, la ricostruzione nella mostra di Firenze
Beato Angelico Pala di San Marco, la ricostruzione nella mostra di Firenze

Opere “ricostruite”

“Siamo riusciti a ricostruire le grandi pale d’altare che, a partire dall’Ottocento, erano state smembrate e disperse in diverse collezioni del mondo”, prosegue Strehlke citando l’esempio della Pala di San Marco: “Commissionata nel 1438 da Cosimo de’ Medici è costituita da diciotto pezzi. A Palazzo Strozzi siamo riusciti a portarne diciassette. Ricucire insieme tutte queste opere d’arte ed esporle a Firenze è stato davvero un grande lavoro!”.

Pesellino (Francesco di Stefano; Firenze, 1422 circa - 1457) Crocifissione sagomata con i santi Girolamo, Maria Maddalena e Francesco d’Assisi 1450 circa Tempera e oro su tavola cm 333 × 227,5 Firenze, chiesa dei Santi Michele e Gaetano, cappella Antinori
Pesellino (Francesco di Stefano; Firenze, 1422 circa - 1457) Crocifissione sagomata con i santi Girolamo, Maria Maddalena e Francesco d’Assisi 1450 circa Tempera e oro su tavola cm 333 × 227,5 Firenze, chiesa dei Santi Michele e Gaetano, cappella Antinori

Da tutto il mondo e per la prima volta

La mostra fiorentina, documentata da un ricchissimo catalogo edito da Marsilio Arte, pone in dialogo l’Angelico con i grandi maestri a lui contemporanei grazie a opere provenienti da prestigiose istituzioni come il Louvre, la Gemäldegalerie, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, i Musei Vaticani, l’Alte Pinakothek o il Rijksmuseum: dai pittori Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, agli scultori Lorenzo Ghiberti, Michelozzo, Luca della Robbia. Offre inoltre la possibilità di ammirare dipinti mai esposti in pubblico come il Trittico Francescano, recentemente restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure, o la grande croce sagomata del Pesellino proveniente dalla Cappella Antinori nella Chiesa di San Gaetano a Firenze.

Beato Angelico Figura sagomata di san Francesco d’Assisi (dalla Crocifissione sagomata tra i santi Nicola di Bari e Francesco d’Assisi di San Niccolò del Ceppo) 1427-1430 circa Tempera e oro su tavola, cm 70,5 × 48,9 Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, John G. Johnson Collection
Beato Angelico Figura sagomata di san Francesco d’Assisi (dalla Crocifissione sagomata tra i santi Nicola di Bari e Francesco d’Assisi di San Niccolò del Ceppo) 1427-1430 circa Tempera e oro su tavola, cm 70,5 × 48,9 Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, John G. Johnson Collection

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07 ottobre 2025, 10:10