Un'immagine di Orson Welles dal film "Il terzo uomo" (1949) diretto da Carol Reed Un'immagine di Orson Welles dal film "Il terzo uomo" (1949) diretto da Carol Reed

Orson Welles, il gigante del cinema a quarant'anni dal suo addio

Il 10 ottobre 1985 moriva il regista e attore che ha dato vita a pietre miliari della Settima arte come "Quarto potere", "Macbeth", "Otello". Vatican News propone un ritratto del grande interprete tra film, teatro e radio

Rosario Tronnolone - Città del Vaticano

Gigantesco. Era questa l’impressione che faceva, non solo per la sua considerevole altezza e, con gli anni, per la sua considerevole mole, ma per l’indubbio carisma, per la vivace intelligenza, per la segreta, caustica ironia che conservava nello sguardo spesso obliquo e complice. Nato in Wisconsin nel 1915, perde presto i genitori, e viene affidato ad un tutore, il dottor Bernstein, che lo educa alla prestidigitazione e gli regala un teatrino di marionette. Ancora adolescente vince un premio dell’Associazione Drammatica di Chicago per il miglior allestimento scenico scolastico (è il suo primo incontro con Shakespeare, il Giulio Cesare) e parte per l’Europa. L’alta statura e la voce profonda gli consentono a sedici anni di dichiararne ventidue, e di recitare, sul palco del Gate Theatre di Dublino, la parte del vecchio Duca di Wurtemberg in Süss l’ebreo. In quello stesso anno, il 1931, e nello stesso teatro dirige Ibsen, La donna del mare, e Cechov, Le tre sorelle. Ma l’inquietudine e la costante ansia di ricerca lo riportano in America, dove entra in compagnia con Katherine Cornell, e interpreta Tebaldo nel Romeo e Giulietta (ancora Shakespeare).

I marziani nel New Jersey

Nel 1937 fonda con l’amico John Houseman il Mercury Theatre che diventa un’importante fucina di talenti: vi lavorano, tra gli altri, Joseph Cotten, Agnes Moorehead, Everett Sloane, che faranno parte del cast del suo primo film, quel Quarto potere che da solo basterebbe a farlo entrare di diritto nella Storia del Cinema. Nel frattempo ha scoperto l’enorme potere della Radio, e il 30 ottobre del 1938, con un libero adattamento della Guerra dei mondi di H. G. Wells, getta l’America nel panico facendo credere che i marziani avessero invaso il New Jersey e si apprestassero a conquistare il mondo. Pochi anni dopo, molti che erano caduti nel panico ascoltando Welles, avrebbero creduto ad uno scherzo di cattivo gusto all’annuncio che Pearl Harbor era stata distrutta dai giapponesi.

Un primo piano di Orson Welles
Un primo piano di Orson Welles

Idee rivoluzionarie

Sull’onda del clamore radiofonico, Welles arriva a Hollywood per girare Cuore di tenebra dal romanzo di Joseph Conrad, ma ha idee rivoluzionarie che spaventano i produttori della RKO: vuole far coincidere il personaggio del narratore Marlow (a cui lui presterebbe la voce) con l’obiettivo, non lo si vedrebbe mai – forse solo la sua ombra, o le sue mani che accendono una sigaretta. Il progetto non vede la luce, ma lui non si scoraggia e scrive in tre mesi Citizen Kane, quel Quarto potere che lo rende inviso al più potente magnate della stampa (William Randolph Hearst, di cui tratteggia un ritratto abrasivo), ma che lo rende a soli ventisei anni l’autore più interessante del momento a Hollywood. La critica saluta il suo genio, il pubblico è meno convinto; la RKO gli offre un’altra occasione, ma anche L’orgoglio degli Amberson non convince troppi spettatori a comprare il biglietto.

La signora di Shanghai

Spedito in Brasile a realizzare It’s All True, un documentario che dimostrasse l’interesse nordamericano per il Sud America, gira molto materiale che resta però inutilizzato nei magazzini della RKO. Viene richiamato a Hollywood e lui, con la sua solita baldanza, afferma che ci torna per sposare Rita Hayworth, alla quale non è mai stato neanche presentato. Lei non gradisce, e si nega al telefono per cinque settimane. Ma lui persevera. Quando finalmente lei, esasperata, gli risponde, la supplica in ginocchio di accettare un invito, e le dice che rimarrà in quella scomoda posizione finché non accetterà di incontrarlo. Il riso condiviso, si sa, fa miracoli. Insieme gireranno solo un film, La signora di Shanghai, molti anni dopo, quando ormai sono già separati, ma sempre (e per sempre) amici.

Un re dello schermo

Alla fine degli anni Quaranta, Welles lascia Hollywood per l’Europa. Vi completa il montaggio di Macbeth (ancora Shakespeare), dirige e interpreta Otello, L’infernale Quinlan, Il processo, recita nel Terzo uomo. Qui è solo attore, e non vi compare che dopo un’ora dall’inizio, ma tutti lo considerano, ancora oggi, un “suo” film, con buona pace di Carol Reed. Si trasferisce in Italia: ama De Sica, detesta Rossellini, recita per Pasolini nell’episodio La ricotta. Sullo schermo è stato sempre un re, un gigante. Quando il cinema, per citare Billy Wilder, non era ancora diventato piccolo.

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10 ottobre 2025, 14:30