Bombardamento aereo a nord della capitale sudanese Khartoum Bombardamento aereo a nord della capitale sudanese Khartoum

Sudan, attacco con droni sull’aeroporto di Khartoum

Un raid aereo ha colpito questa mattina lo scalo della capitale. L’Unione europea, intanto, rinnova l’appello al cessate il fuoco, mentre cresce il numero degli sfollati nel Darfur e nel Kordofan

Sara Costantini - Città del Vaticano

Un attacco con i droni ha colpito questa mattina l'area attorno all'aeroporto internazionale di Khartoum, poche ore prima della prevista riapertura della struttura ai voli interni dopo oltre due anni di chiusura. Diversi testimoni riferiscono di aver udito il rumore dei droni sorvolare il centro e il sud della capitale sudanese, tra le 4 e le 6 ora locale, in seguito a diverse esplosioni nella zona aeroportuale. Lo scalo era rimasto chiuso dall'aprile 2023, all'inizio del conflitto tra l'esercito sudanese e le Forze di supporto rapido (Rsf). Lunedì l'Autorità per l'aviazione civile del Sudan aveva annunciato la riapertura graduale della struttura, prevista per mercoledì, dopo il completamento dei preparativi tecnici e operativi. Si tratta del terzo attacco con droni in una settimana sulla capitale sudanese. 

Ancora raid aerei

Nelle scorse giornate, i droni avevano già preso di mira due basi militari nel nord-ovest di Khartoum, mentre un testimone ha riferito che alcuni velivoli senza pilota hanno colpito anche la zona settentrionale di Omdurman, dove si trovano importanti installazioni militari. La città di Khartoum continua a subire attacchi. Il conflitto, che ha devastato il Paese, si concentra ora soprattutto nel Darfur occidentale, dove le Rsf assediano da mesi la città di El Fasher. Secondo le Nazioni Unite, la guerra ha causato decine di migliaia di morti e quasi 12 milioni di sfollati, generando quella che viene definita “la peggiore crisi umanitaria del mondo”.

L'Ue chiede una pace urgente

L'Unione europea ha condannato con fermezza il conflitto in corso in Sudan e ha ribadito la propria contrarietà ad ogni tentativo di divisione del Paese. Nelle conclusioni adottate dal Consiglio Ue, i Ventisette stati membri hanno espresso “profonda preoccupazione per l'unità, l'integrità territoriale e la stabilità del Sudan” e hanno esortato le parti a impegnarsi “in modo costruttivo nei negoziati per un cessate il fuoco immediato”. Bruxelles ha inoltre chiesto di garantire un accesso umanitario rapido e sostenibile, la protezione dei civili e il ripristino dello stato di diritto e della giustizia nel Paese. Secondo gli ultimi dati, oltre 25 milioni di persone risultano colpite da grave insicurezza alimentare e l'ONU ha dichiarato lo stato di carestia in diverse aree del Sudan, con 3,2 milioni di bambini sotto i cinque anni a rischio di malnutrizione acuta.

Sfollati aumentano

Intanto, nuovi scontri nel Nord Kordofan e nel Darfur settentrionale hanno provocato centinaia di nuovi sfollati. Il governatore regionale del Darfur, Minni Arko Minnawi, ha annunciato che le forze congiunte dei movimenti armati alleati con l'esercito sudanese hanno riconquistato l'area di Abu Gamra, infliggendo una sconfitta alle RSF. Secondo le Nazioni Unite e le autorità locali, dall'aprile 2023 il conflitto ha causato oltre 20.000 morti e circa 14 milioni di persone sfollate, mentre alcune stime accademiche ipotizzano un bilancio di vittime fino a 130.000. Gli scontri si sono intensificati negli ultimi mesi nei tre stati del Kordofan e nello Stato del Nilo Bianco.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

21 ottobre 2025, 13:07