Ucraina, droni su una raffineria nella regione russa di Leningrado
Francesco Citterich – Città del Vaticano
Nella notte, alcuni droni hanno colpito una raffineria di petrolio a Kirishi, nella regione russa di Leningrado, innescando un incendio che è stato poi spento. Lo riporta il sito del giornale «The Kiyv Indipendent», citando testimoni oculari, funzionari e media locali. Video e foto pubblicati da Astra, un canale russo di informazione indipendente, hanno mostrato una grande esplosione e fiamme che si alzavano dalla raffineria. L’impianto, a oltre 800 chilometri dal confine ucraino, è uno dei più grandi della Russia. Ha una capacità di raffinazione di oltre 10 milioni di tonnellate di petrolio all’anno e produce un’ampia gamma di prodotti petroliferi, tra cui benzina, gasolio, carburante per aviazione e altri. È stato preso di mira almeno altre tre volte: a settembre e marzo di quest’anno e a marzo del 2024. Tutti gli attacchi non hanno provocato vittime.
La morte di Lallican
Sul terreno ucraino, riferisce Reuters, decine di persone sono rimaste ferite in un attacco condotto da droni russi sulla stazione ferroviaria di Shostka, nella regione nord-orientale ucraina di Sumy. L’Unione nazionale francese dei giornalisti e le Federazioni europea e internazionale dei giornalisti hanno inoltre confermato l’uccisione, ieri, del reporter francese Antoni Lallican, che lo scorso febbraio aveva ricevuto il Premio Victor Hugo per un reportage sulla guerra. Lallican, 38 anni, è morto nell’attacco con un drone mentre viaggiava in auto nella regione sudorientale del Donbass (dal 2014 in gran parte sotto il controllo della Repubblica Popolare di Donetsk e Lugansk, nel 2022 annesse alla Federazione Russa) con un collega ucraino, George Ivanchenko, rimasto gravemente ferito. I due giornalisti indossavano equipaggiamento protettivo e un giubbotto antiproiettile con la scritta «Press» quando il veicolo su cui viaggiavano è stato colpito da un drone. Con la morte di Lallican, il numero di giornalisti uccisi dall’invasione militare russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022 ha raggiunto quota 14. In una nota, Reporter Senza Frontiere ha ribadito che i giornalisti devono beneficiare di una maggiore protezione nelle zone di guerra.
Droni su Monaco di Baviera
Intanto, l’aeroporto internazionale di Monaco di Baviera, in Germania, è stato nuovamente chiuso per alcune ore a causa della presenza nella zona di droni non identificati, ma attribuiti a Mosca da molti leader del Vecchio continente. Il presidente della Baviera, Markus Söder, ha chiesto che le forze di sicurezza siano autorizzate ad «abbattere immediatamente i droni» e ha annunciato un decreto in materia per consentire una risposta militare in occasione del Consiglio dell’Ue Giustizia e Affari interni, che si svolgerà questo fine settimana proprio a Monaco di Baviera. Allerta anche nello scalo di Praga e in Belgio, dove ben quindici velivoli senza pilota sono stati avvistati sopra la base militare orientale di Elsenborn. All’aeroporto Václav Havel della capitale della Repubblica Ceca, la polizia ha adottato misure di sicurezza estese a causa di una minaccia anonima e non verificata relativa all’avvicinamento di droni.
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