Il presidente Lula a Belém per la Cop30 Il presidente Lula a Belém per la Cop30  (ANSA)

Cop30, strada in salita per un accordo. Il presidente Lula torna a Belém

Si avvia verso la conclusione la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si sta svolgendo in Brasile. Ancora nessun accordo e divergenze sulle questioni chiave, sebbene il capo dello Stato brasiliano sia rimasto ottimista sulle prospettive di progresso negli ultimi due giorni del vertice

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Il confronto diventa serrato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop30 di Belém. Nella città amazzonica è arrivato il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva. Nel suo incontro con i rappresentanti dell'Unione europea Lula ha discusso il delicato dossier sul percorso per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili, che il Brasile punta a trasformare in una decisione formale della Conferenza. Lula ha inoltre incontrato anche un gruppo di scienziati, che gli hanno presentato una proposta per la creazione di un panel scientifico incaricato di elaborare la roadmap globale per l'eliminazione dei combustibili fossili. "Abbiamo chiarito che l'azzeramento deve avvenire entro il 2040 e non oltre il 2045. – ha spiegato Carlos Nobre, meteorologo e membro dell'Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico -. Il presidente ha ricevuto il messaggio e non ha dissentito".

Un accordo complicato, con visioni divergenti

Le distanze maggiori per un accordo tra i vari Paesi riguardano le misure commerciali unilaterali, la formulazione di un piano sull'uscita dalle fonti fossili e le richieste dei paesi più poveri di più consistenti per l'adattamento alla crisi climatica. Si continua a lavorare sulle bozze di una possibile intesa, non ancora raggiunta. La roadmap per la transizione dai combustibili fossili promessa da oltre 80 Paesi potrebbe essere approvata separatamente solo se non si riuscisse a trovare una formulazione che metta d'accordo tutti. Partecipa ai negoziati anche il segretario generale dell'Onu, António Guterres, impegnato a trovare nuove risorse per la finanza climatica e gli aiuti ai paesi più vulnerabili per l'adattamento. Secondo Bruxelles questa di Belem, deve essere la Cop dell'adattamento. La ministra dell'Ambiente francese, Monique Barbut, ha escluso la possibilità di un accordo in giornata, "Le parti sono ancora lontane" ha detto, “ma c'è movimento”. Intanto un rapporto del progetto di ricerca indipendente, il CAT, Climate Action Tracker, stima che tre azioni a breve termine - già previste dagli impegni dei governi alla Cop28 di Dubai - potrebbero invertire la curva del riscaldamento, portando l'aumento di temperatura previsto al di sotto dei 2 gradi centigradi. Il punto, per CAT, è triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile, raddoppiare il miglioramento dell'efficienza energetica e ridurre le emissioni di metano.

La prossima Cop in Turchia

Si è intanto risolta con un passo indietro dell'Australia la disputa con la Turchia per la sede della prossima Conferenza sul clima. L'Australia ha ceduto l'organizzazione del prossimo vertice Onu, la Cop31, alla Turchia, pur mantenendo un ruolo centrale nella presidenza dei negoziati preliminari, una decisione che ha suscitato l'ira delle isole del Pacifico. Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha annunciato che il Paese ospiterà una riunione pre-COP nel Pacifico, impegnandosi a garantire che le voci di queste nazioni siano ascoltate nell'agenda climatica, anche se il vertice si terrà al di fuori della regione. 

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20 novembre 2025, 10:13