Gaza, in Turchia un vertice dei Paesi musulmani per la "Fase 2" della tregua
Roberto Paglialonga - Città del Vaticano
Si aprirà lunedì a Istanbul, in Turchia, un vertice di ministri degli Esteri di Paesi musulmani riguardo alla situazione nella Striscia di Gaza. Il summit affronterà la questione dell’implementazione della “Fase 2” del piano di tregua approntato dal presidente degli Usa, Donald Trump, e accettato dalle parti. Il vertice dovrebbe servire per "valutare i nostri progressi e discutere quello che possiamo ottenere insieme nella prossima fase", ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l'omologo della Lettonia, Margus Tsahkna, ad Ankara.
L’incontro dei Paesi musulmani lunedì in Turchia
"I ministri degli Esteri dei Paesi musulmani, che hanno incontrato il presidente degli Stati Uniti a New York, si riuniranno lunedì a Istanbul per discutere della situazione del cessate il fuoco a Gaza", ha annunciato Fidan durante la conferenza, trasmessa dalla tv di Stato Trt, spiegando che sono in corso colloqui anche per la formazione di una task force e di una forza di stabilizzazione. In Turchia sono attesi dunque i titolari degli Esteri di Emirati Arabi Uniti, Qatar, Giordania, Pakistan, Indonesia, Arabia Saudita ed Egitto, oltre naturalmente al rappresentante dello Stato ospitante.
Onu: ancora raid israeliani nei pressi della "linea gialla"
La situazione umanitaria nella Striscia rimane complessa. Gli aiuti continuano ad arrivare, ma proseguono anche "i bombardamenti israeliani", è la denuncia del portavoce dell'Onu, Stéphane Dujarric, nel corso di un incontro con i media. "Alcuni attacchi - ha aggiunto - hanno avuto luogo giovedì nell'area vicina alla cosiddetta 'Linea Gialla' che indica la linea che le Forze di Difesa Israeliane hanno iniziato a tracciare all'interno di Gaza, come parte dell'accordo di cessate il fuoco. Secondo fonti locali, questi attacchi hanno provocato vittime".
Dall’Oms consegnate 840 casse di forniture mediche
Facendo un bilancio per quanto concerne il materiale sanitario, Dujarric ha poi comunicato che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha consegnato, dall’inizio del cessate-il-fuoco, oltre 840 casse di forniture mediche salvavita, tra cui insulina, dispositivi di assistenza, medicinali essenziali, kit contro il colera e kit chirurgici. Le squadre di volontari dell'Oms, ha aggiunto, "stanno collaborando con i partner che forniscono servizi nutrizionali, con l'obiettivo di curare 2.500 bambini".
Si lavora per la ripresa delle attività scolastiche
Per ciò che riguarda le attività educative, gli organismi internazionali si stanno attivando per provare a riportare i bambini a scuola, dopo oltre due anni di stop. L'Onu è al lavoro per predisporre un piano per più di 630.000 bambini in età scolare e per ristrutturare oltre novanta aule a Deir al-Balah e Khan Younis, su più di duemila che necessitano di interventi in tutta la Striscia. "Tuttavia - ha sottolineato ancora il portavoce - le restrizioni imposte dalle autorità israeliane all'ingresso di materiali didattici e forniture educative continuano a ostacolare il lavoro".
Idf: i tre corpi consegnati da Hamas alla Croce Rossa non sono di ostaggi
La Croce rossa, infine, ha riferito di aver trasferito ieri sera i resti parziali di tre corpi, all’inizio attribuiti ad alcuni ostaggi, da Hamas a Israele. Dopo essere stati portati all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione, l’Idf ha affermato tuttavia che le salme non apparterrebbero a persone sequestrate il 7 ottobre 2023. Lo riportano media israeliani ripresi dalla Reuters.
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Attacchi israeliani nel sud del Libano contro postazioni Hezbollah
Infine, in un attacco nel sud del Libano le forze armate israeliane hanno annunciato di aver ucciso un esponente di Hezbollah, Ibrahim Muhammad Raslan. Il raid è avvenuto nella zona di Kounine. Secondo l'Idf, l'uomo "stava operando per ripristinare le infrastrutture terroristiche" del gruppo filo-iraniano. Stamane il presidente libanese, Joseph Aoun, è tornato a condannare l'intensificarsi degli attacchi aerei di Israele nel Paese dei Cedri. "Il Libano è pronto per i negoziati per porre fine all'occupazione israeliana, ma qualsiasi negoziato... richiede la volontà reciproca, il che non è il caso", ha detto Aoun. Israele "sta rispondendo a questa opzione effettuando ulteriori attacchi contro il Libano... e intensificando le tensioni". Nonostante un cessate-il-fuoco con Hezbollah del novembre 2024, l'Idf mantiene truppe in cinque aree del Libano meridionale e da allora ha continuato a effettuare regolari attacchi aerei.
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