Indonesia, 279 morti per frane e alluvioni. Centinaia i dispersi
Stefano Leszczynski - Città del Vaticano
La provincia di Sumatra settentrionale è tra le più colpite dalla tempesta tropicale che ha interessato anche Malaysia e Thailandia: molte aree restano isolate a causa di strade danneggiate e linee telefoniche interrotte. I soccorritori sono costretti in alcuni casi a utilizzare elicotteri e piccoli aerei per far arrivare cibo, tende e medicine ai sopravvissuti. La mancanza di mezzi pesanti sta rallentando in modo critico la ricerca di superstiti.
Tre villaggi sepolti dal fango
Nel vicino distretto di Agam, a Sumatra occidentale, almeno tre villaggi sono stati travolti da colate di fango e rocce. Quasi 80 persone risultano ancora disperse. Le immagini diffuse dalle autorità mostrano case completamente sommerse, familiari in lacrime, soccorritori impegnati a recuperare corpi dalle macerie. In Aceh, all’estremo nord di Sumatra, la situazione è altrettanto grave. Il governatore Muzakir Manaf ha dichiarato lo stato di emergenza fino all’11 dicembre, spiegando che pioggia incessante e fiumi in piena rendono impossibile l’arrivo dei macchinari necessari alla rimozione delle macerie. Con i ponti crollati e le strade bloccate, centinaia di poliziotti, militari e cittadini stanno scavando a mani nude, con pale e zappe, nella speranza di trovare superstiti
Un arcipelago fragile
L’Indonesia, situata sulla cintura sismica del “Ring of fire”, è spesso colpita da terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami. Le piogge monsoniche, frequenti in questo periodo dell’anno, rendono il territorio particolarmente vulnerabile a frane e alluvioni improvvise. Le autorità stanno ora concentrando gli sforzi nel portare aiuti ai quasi 30.000 sfollati ospitati in centri di accoglienza temporanei, mentre cresce la preoccupazione per le condizioni igienico-sanitarie e il rischio di epidemie.
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