Libano, a Beirut un progetto d'impresa per le donne fragili

Nel Paese dei cedri che si prepara ad accogliere Leone XIV crescono tante iniziative tese a dare speranza a chi maggiormente ha sofferto le conseguenze della crisi economica e della guerra, soprattutto fra le donne. Con il progetto di Punto Missione, fondazione bresciana della rete Focsiv, e un corso di cucito e ricamo si promuove l'imprenditoria femminile e si torna a guardare al futuro

Vincenzo Giardina - Città del Vaticano

Nawale Issa vive a Beirut, ha 45 anni e si sta prendendo cura di sé. Ha superato un cancro al fegato e sta seguendo una terapia. E a farla stare meglio non sono solo le medicine. "Non avevo mai pensato", ci dice, "che le mie mani potessero contribuire a cambiare qualcosa nella mia vita". La donna è una delle 30 partecipanti a un corso di cucito e ricamo organizzato nella capitale libanese da Punto Missione, fondazione bresciana aderente alla Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana (Focsiv). Incontri, lezioni e laboratori, supportati a livello locale dagli operatori del Movimento ecclesiale carmelitano, sono a cadenza settimanale. Ci sono momenti di formazione tecnica e altri di supporto anche psicologico: molte delle partecipanti vivono infatti una situazione di fragilità su un piano economico e sociale.

Beirut, le partecipanti al progetto di Punto Misioe
Beirut, le partecipanti al progetto di Punto Misioe   (Focsiv)

Un barlume di futuro

"Oggi sono in grado di confezionare abiti, ricamare e riparare vestiti", dice Nawale regalando un sorriso. "Non ho solo imparato un mestiere; ho una nuova fiducia, la sensazione di costruire qualcosa di mio, anche in un Paese che, ora come ora, sembra non offrire futuro". Per Nawale il futuro è l'affetto di Pierre, il marito, che non ha un lavoro stabile ma che le sta accanto. E ci sono poi i due figli e i tre nipoti, ancora piccoli. Le competenze di cucito e ricamo sono invece importanti per poter pagare le cure mediche: molto care in Libano, un Paese colpito da anni di crisi economica e dalla nuova incertezza legata al conflitto con Israele che, solo nel 2024, ha costretto oltre un milione di persone a lasciare le proprie case.

Una corsista alla macchina da cucito
Una corsista alla macchina da cucito   (Focsiv)

Un progetto per fare impresa

Oggi però da Beirut arrivano anche altre foto. Non quelle dei palazzi sventrati da missili e droni ma cuori di stoffa, ricamati a uncinetto da sarte al lavoro su un tavolo condiviso o sedute in cerchio, l'una accanto all'altra. "Grazie al supporto dei fondi dell'8xmille alla Chiesa cattolica italiana", spiega Claudette Hage, referente in Libano di Punto Missione, "abbiamo potuto aumentare il numero delle partecipanti da 20 a 30". E ci sono nuove possibilità. "Corsi", elenca Claudette, "di inglese per comunicazione e marketing, di social media marketing e informatica, di contabilità e finanza". L'obiettivo è che le corsiste abbiano tutto quel che serve per intraprendere un'attività autonoma, da sole o in società. Una nuova impresa, come quella di Claudette, che ha 63 anni e ha saputo ricominciare. Prima che la crisi cominciasse a colpire, nel 2019, era un'assicuratrice benestante. "Dovevamo pagare il master di nostro figlio a Parigi", ricorda: "Finimmo tutti i risparmi per comprare 35mila dollari, disponibili solo sul mercato nero a tassi impietosi".

Un momento del corso di cucito
Un momento del corso di cucito   (Focsiv)

Aspettando Leone XIV

Poi c'è stato l'incontro con Punto Missione. E un filo di speranza, sempre più forte, nonostante la guerra. Secondo dati delle Nazioni Unite, sono oltre 80mila le persone che non sono ancora potute rientrare nelle loro case a causa dei bombardamenti e dei rischi per la loro sicurezza, in particolare nel sud del Libano, nelle regioni vicine al confine con Israele. In tanti aspettano ora la visita di Papa Leone XIV, che sarà in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre. "Il Pontefice ci dà speranza in un futuro migliore" sottolinea Claudette. "Ci dice che la pace non è impossibile e che c’è un padre che lavora per l’umanità”.

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21 novembre 2025, 11:25