Le navi ospedale che portano avanti l'eredità di Papa Francesco in Amazzonia

Sono ormeggiate lungo il fiume Guajará e offrono assistenza medica a chi ne ha più bisogno. Le tre imbarcazioni, ispirate all’ecologia integrale del Pontefice argentino, e da lui donate, navigano lungo il Rio delle Amazzoni raggiungendo le comunità indigene fin dentro la Foresta pluviale. Ai media vaticani, a margine della COP30 di Belém sul clima, la testimonianza di Felipe, un medico volontario

Francesca Merlo - Belém, Brasile

Sulle rive del fiume Guajará, la gente fa la fila per salire a bordo del Barco Hospital São João XXIII. Non si tratta di una normale imbarcazione che trasporta passeggeri verso le isole vicine. La nave ospedale San Giovanni XXIII naviga invece lungo il Rio delle Amazzoni fino agli angoli più remoti della Foresta pluviale polmone del mondo, luoghi accessibili solo via acqua, portando assistenza medica e cure sanitarie dove non ci sono ospedali o ambulatori per assistere le persone. “Non ci sono strade che possano condurre ai luoghi che visitiamo”, dice Felipe, un oftalmologo di 28 anni di Minas Gerais, in Brasile. “A volte le barche viaggiano per due o tre giorni prima di raggiungere qualcuno”.

La flotta della cura

Felipe è uno dei tanti medici volontari a bordo della San Giovanni XXIII, uno dei tre ospedali galleggianti che porta assistenza medica gratuita alle remote comunità fluviali e indigene dell'Amazzonia. Ormeggiata accanto ad essa a Belém, nel Pará, c'è un'altra nave: la Barco Papa Francisco, la Nave di Papa Francesco. Entrambe, insieme alla terza nave gemella, la Saint John Paul II, sono state donate da Papa Francesco, che durante la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile nel 2013 espresse il desiderio che la popolazione dell'Amazzonia non fosse trascurata dalle comunità religiose. Il Papa domandò al frate francescano Francisco Belotti: “Sei in Amazzonia?” E quando lui rispose "no", Papa Bergoglio gli disse: “Dovresti andarci!”. Il suo era un invito a raggiungere le periferie, senza lasciare indietro nessuno, e nel 2019 quel suo desiderio è stato esaudito. Proprio frate Belotti, missionario, ha ideato e promosso la "Nave Ospedale Papa Francesco" in Brasile, ricevendo il sostegno dell’Elemosineria apostolica e anche fondi governativi. Da allora, queste imbarcazioni hanno formato una piccola flotta di medici, infermieri e volontari che assistono coloro che altrimenti rimarrebbero invisibili, concretizzando l’immagine della Chiesa ospedale da campo, cara al Pontefice argentino, anche se qui il “campo” è fatto di fiumi. Finora un milione di persone ha potuto beneficiare di questa iniziativa di cura e speranza che viaggia sull’acqua.

Una barca ospedale con a bordo laboratori per visite e analisi specialistiche
Una barca ospedale con a bordo laboratori per visite e analisi specialistiche

Cure mediche per tutti fin dentro la foresta

“Di solito le persone quando stanno male o hanno bisogno di assistenza medica vanno in ospedale - dice Felipe - qui, siamo noi ad andare dalle persone”. La São João XXIII sta attualmente assistendo le comunità vicino a Belém, ormeggiata sul fiume fin dall’apertura della COP30, il grande vertice sul clima, accanto alla “Papa Francesco”, che si prepara alla sua prossima missione fin dentro la Foresta amazzonica. In questi giorni, sono gli abitanti di Belém a beneficiare dei servizi offerti dall’imbarcazione. In cucina, i cuochi sono impegnati a preparare i pasti per le persone in attesa. Oltre alla cucina, a bordo ci sono ambulatori, sale operatorie, laboratori e persino una farmacia, il tutto racchiuso in quella che dall'esterno sembra una normale imbarcazione fluviale. “Qui abbiamo tutto”, spiega Felipe. “Effettuiamo visite mediche specialistiche, interventi chirurgici, esami: dalle operazioni di rimozione della cataratta, a interventi chirurgici generali”.

La riconoscenza della gente

Le patologie più comuni, spiega il medico, sono quelle che sarebbero facilmente curabili nelle aree urbane, ma che sono state trascurate e ovviamente sono peggiorate, a causa della mancanza di accesso alle cure: infezioni, ernie, cataratte. “Alcune persone aspettano anni per la loro prima visita, altre viaggiano per ore in canoa solo per raggiungerci”. L’interno della barca è immacolato, sterile e in ordine. Curato dai volontari e dal personale come fosse casa loro. Felipe ama il suo lavoro e la gente che assiste. “Le persone qui – continua - sono tra le più gentili che abbia mai incontrato. Si fidano completamente di noi e ci danno tantissimo, anche se loro hanno così poco”. Ieri un paziente mi ha regalato un frutto che non avevo mai visto prima. Un altro mi ha portato un sacchetto di jambu, una foglia che ha un effetto anestetico in bocca, solo perché mi aveva sentito dire che non l'avevo mai provata. È questo tipo di amore e riconoscenza che ti fa venire voglia di tornare".

Le barche in partenza sulle rive del fiume Guajará
Le barche in partenza sulle rive del fiume Guajará

Il sogno di Papa Francesco diventa realtà

Mentre parla con i media vaticani, due persone lo fermano: “Lei è un medico?” e addirittura gli chiedono una foto. Felipe che esegue fino a dieci interventi chirurgici agli occhi ogni giorno e visita decine di pazienti, afferma che questa esperienza trasforma non solo chi riceve le cure, ma anche chi le offre. “Non si tratta solo di beneficenza”, dice. “Si tratta di una trasformazione comunitaria, per loro e per noi”. Indicando la vicina Barco Papa Francisco, Felipe esclama: “Era il suo sogno! Il sogno di raggiungere coloro che sono lontani, non solo geograficamente ma anche socialmente. E penso che sarebbe davvero orgoglioso di ciò che sta accadendo qui”. Mentre la COP30 è in corso a Belém, le barche lungo il Rio delle Amazzoni ricordano ai partecipanti che esiste un forte legame tra la cura delle persone e la cura della nostra Casa comune, anzi la relazione tra le due cose è il cuore di quella ecologia integrale e conversione ecologica tanto care a Francesco e attorno a cui ruota tutta l’Enciclica Laudato si’.  “La COP riguarda il cambiamento”, dice Felipe. “Riguarda il riconoscere che siamo tutti diversi, ma che c'è qualcosa che ci unisce: la gentilezza, la cura reciproca e la cura del Creato. Questa barca è la prova di questo legame”. La sua spedizione di dieci giorni sta per concludersi, ma Felipe non può fare a meno di pensare a quando sarà la prossima. “Appena torno a casa”, dice sorridendo, “inizierò a cercare la prossima missione. Non voglio che finisca!”.  Questa iniziativa incarna una meravigliosa e forte eredità: “Papa Francesco è ancora qui, nel cuore dell'Amazzonia!”.

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14 novembre 2025, 08:30