Russia-Nato, tensione per le intenzioni di difesa sulla guerra ibrida
Paola Simonetti - Città del Vaticano
Si irrigidisce la posizione della Russia in un già non facile negoziato per la pace in Ucraina, nel quale restano molti nodi da sciogliere per giungere a concreti compromessi per una tregua. Nel mirino le dichiarazioni dell'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato, il quale ha dichiarato al Financial Times che l'Alleanza sta valutando di intensificare la propria risposta alla guerra ibrida di Mosca e ha affermato che un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato un'"azione difensiva". Le dichiarazioni della Nato hanno fatto calare il gelo: Mosca vede nella volontà dell’Alleanza di attuare azioni preventive alla cosiddetta “guerra ibrida” russa l’intenzione di non approdare a una reale soluzione pacifica per l’Ucraina. “Frasi irresponsabili - commenta il Cremlino- c’è il rischio di un’escalation”, con il presidente russo, Vladimir Putin che mostra i muscoli e avvisa le truppe: “Preparatevi a combattere”, annunciando la fornitura di tutto il necessario per un gelido inverno di guerra.
Il cammino del negoziato
Le trattative, intanto, proseguono a tappe e colloqui incrociati: oggi previsto l’incontro fra l’inviato Usa, Steve Witkoff e il presidente russo Putin. Ieri , inoltre, rinsaldato, l'asse Macron–Zelensky in Francia: nell'incontro il presidente ucraino ha ribadito che Mosca “non può essere ricompensata”, nel timore che alla fine vengano avallate le alte richieste della controparte, soprattutto su possesso di territori e garanzie di sicurezza per una pace duratura. Dall'Eliseo, dopo l’incontro, è partita una telefonata per la Casa Bianca, in cui il presidente francese ha aggiornato l’omologo statunitense, Trump, sottolineando "la dimensione centrale delle garanzie di sicurezza necessarie per Kyiv e – hanno fatto sapere fonti presidenziali - la determinazione a lavorarci con gli Stati Uniti".
La guerra sul campo
La Russia intanto avanza sul terreno, con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov che annuncia la conquista da parte di Mosca delle città di Pokrovsk, nella regione ucraina di Donetsk, e di Volchansk, nel Kharkiv. Secondo i dati forniti dall'Istituto americano per lo studio della guerra, l'esercito di Putin a novembre ha compiuto la più grande avanzata in Ucraina in un anno. Fino al successo più importante, dal punto di vista anche simbolico: la conquista proprio di Pokrovsk. Solo nei giorni scorsi Zelensky aveva evocato la resa della roccaforte nel Donetsk, affermando che i militari avrebbero dovuto decidere se ritirarsi o continuare a resistere.
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