Nuova fiammata di tensione tra Stati Uniti e Venezuela, sequestrata una petroliera
Marco Guerra – Città del Vaticano
Il sequestro, annunciato ieri dal presidente statunitense Donald Trump, è stato il primo di un carico di petrolio proveniente dal Venezuela, soggetto a sanzioni statunitensi dal 2019. Secondo molti analisti, l’azione rientra nella strategia dell'amministrazione Trump di aumentare la pressione sul leader venezuelano Maduro, portata avanti con un massiccio rafforzamento militare nella regione e la presenza della Marina statunitense nelle acque dei Caraibi.
La flotta ombra
La petroliera sequestrata farebbe parte di una "flotta ombra" di navi che trasportano petrolio sanzionato verso altri Paesi. Spesso queste imbarcazioni disattivano il segnale o mascherano in altro modo la loro posizione. Da quando Washington ha imposto le sanzioni a Caracas, queste petroliere sono state sempre più utilizzate da commercianti e spedizionieri che trattano petrolio venezuelano. Secondo i dati di monitoraggio, questa “flotta ombra” trasporta principalmente petrolio sanzionato da Russia, Iran e Venezuela verso destinazioni asiatiche.
Machado a Oslo per il Nobel
E mentre sale l’allarme tra armatori e agenzie di navigazione, 80 navi restano in attesa davanti il Venezuela. Il governo di Caracas dal canto suo ha accusato gli Stati Uniti di "furto palese", descrivendo il sequestro come "un atto di pirateria internazionale". Tutto questo avviene mentre la leader dell’opposizione venezuelana, María Corina Machado, ha lasciato il Paese per andare a ritirare il Premio Nobel per la Pace a Oslo, dove ha salutato i suoi sostenitori comparendo in pubblico per la prima volta dopo 11 mesi. Machado terrà una conferenza stampa questa mattina alle 10:15 ora italiana, intanto in un’intervista alla BBC ha detto che tornerà in Venezuela perché “è il posto più utile per la causa”. Machado non è arrivata in tempo a Oslo per la cerimonia di consegna del Nobel, che è stato ritirato per lei dalla figlia Ana Corina Sosa.
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