Lettera del Papa al Grande Imam di Al-Azhar
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
In occasione della Conferenza internazionale di Al-Azhar (17-18 gennaio) a sostegno di Gerusalemme, Papa Francesco ha inviato una Lettera al Grande Imam del centro accademico-teologico dell'Islam sunnita. La necessità di uno statuto "internazionalmente garantito" per preservare "l'identità e la natura peculiare di Gerusalemme"; l'impegno dei responsabili di Nazioni, Autorità civili e religiose "per scongiurare nuove spirali di tensione"; nonchè il costante richiamo della Santa Sede ad "una ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi per una soluzione negoziata, finalizzata alla pacifica coesistenza di due Stati all’interno dei confini tra loro concordati e internazionalmente riconosciuti", sono i punti messi rilievo dal Pontefice.
Il testo integrale della Lettera:
Eccellenza,
ho ricevuto la Sua lettera del 16 dicembre scorso, riguardante la Conferenza internazionale di Al-Azhar a sostegno di Gerusalemme, che avrà luogo il 17 gennaio. La ringrazio per il Suo cortese invito, così come per le gentili espressioni di stima che ha voluto esprimere nei miei riguardi, e che cordialmente ricambio.
Come Ella ha rilevato, in quel giorno sarò impegnato in un Viaggio apostolico, ma fin d’ora assicuro che non mancherò di continuare a invocare Dio per la causa della pace, di una pace vera, reale. In particolare, elevo accorate preghiere affinché i responsabili delle Nazioni, le Autorità civili e religiose ovunque si impegnino a scongiurare nuove spirali di tensione e a sostenere ogni sforzo per far prevalere la concordia, la giustizia e la sicurezza per le popolazioni di quella Terra benedetta che tanto ho a cuore.
La Santa Sede, da parte sua, non cesserà di richiamare con urgenza la necessità di una ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi per una soluzione negoziata, finalizzata alla pacifica coesistenza di due Stati all’interno dei confini tra loro concordati e internazionalmente riconosciuti, nel pieno rispetto della natura peculiare di Gerusalemme, il cui significato va oltre ogni considerazione circa le questioni territoriali. Solo uno speciale statuto, anch’esso internazionalmente garantito, potrà preservarne l’identità, la vocazione unica di luogo di pace alla quale richiamano i Luoghi sacri, e il suo valore universale, permettendo un futuro di riconciliazione e di speranza per l’intera regione.
È questa la sola aspirazione di chi si professa autenticamente credente e non si stanca di implorare con la preghiera un avvenire di fraternità per tutti. Con questi sentimenti mi è gradito rinnovarLe il mio cordiale saluto, invocando dall’Altissimo ogni benedizione per la Sua persona e per l’alta responsabilità che ricopre.
Dal Vaticano, 10 gennaio 2018
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