Il Papa al nuovo nunzio in Iraq: custodisci i germogli di speranza e di pace

Nel pomeriggio di oggi, 26 ottobre, nella Basilica Vaticana, Leone XIV ha presieduto la Messa di ordinazione episcopale di monsignor Mirosław Stanisław Wachowski, nuovo rappresentante pontificio a Baghdad. E' stata la prima del suo pontificato. Nell’omelia, gli ha chiesto di incoraggiare la “convivenza pacifica” e collaborare “in modo costruttivo" con le altre religioni, in una terra “segnata dal dolore e dal desiderio di rinascita”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Custodire i germogli della speranza” e “incoraggiare la convivenza pacifica”, mostrando che “la diplomazia della Santa Sede nasce dal Vangelo e si alimenta nella preghiera”. Sono i cardini della missione di ogni nunzio apostolico, e soprattutto in una terra “segnata dal dolore e dal desiderio di rinascita” come l’Iraq, che Papa Leone XIV ricorda al nuovo rappresentante pontificio a Baghdad, il polacco monsignor Mirosław Stanisław Wachowski, nell’omelia della Messa di ordinazione episcopale presieduta questo pomeriggio, 26 ottobre, nella Basilica Vaticana.

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Iraq: la Chiesa con le altre religioni, per la pace

Nella sua prima ordinazione di un vescovo, Leone XIV sottolinea che l’Iraq è una terra “di antica presenza cristiana”, un tempo chiamata Mesopotamia, che la violenza feroce di questi ultimi decenni “non ha potuto spegnere”, e dove Abramo udì la chiamata di Dio. Qui il nunzio apostolico è chiamato a proseguire la via indicata da Papa Francesco con il suo storico viaggio, il primo di un Pontefice, del marzo 2021. E quindi ricordare che “la Chiesa cattolica desidera essere amica di tutti e, attraverso il dialogo, collaborare in modo costruttivo con le altre religioni, per la causa della pace” come Francesco disse alle autorità nel corso della sua visita.

Oggi tu sei chiamato a proseguire quel cammino: a custodire i germogli della speranza, a incoraggiare la convivenza pacifica, a mostrare che la diplomazia della Santa Sede nasce dal Vangelo e si alimenta della preghiera. Caro Monsignor Mirosław, sii sempre uomo di comunione e di silenzio, di ascolto e di dialogo.

L'Altare della Cattedra in San Pietro durante la celebrazione
L'Altare della Cattedra in San Pietro durante la celebrazione   (@Vatican Media)

Il motto: la gloria di Dio risplenda nella pace

Nella celebrazione eucaristica all’Altare della Cattedra, il Papa apre la sua omelia guardando al motto episcopale scelto dal nuovo arcivescovo “Gloria Deo Pax Hominibus” eco del canto natalizio degli angeli a Betlemme: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”

È il programma di una vita: cercare sempre che la gloria di Dio risplenda nella pace tra gli uomini. Questo è il senso profondo di ogni vocazione cristiana, e in modo particolare di quella episcopale: rendere visibile, con la propria vita, la lode di Dio e il suo desiderio di riconciliare il mondo a sé.

Il vescovo, umile come il pubblicano nel Tempio

Leone XIV riflette sulla Parola di Dio di questa domenica, che offre alcuni “tratti essenziali del ministero episcopale”. Il primo è l’umiltà, come quella del pubblicano nel Tempio, insieme al fariseo, della parabola di Gesù raccontata nel Vangelo di Luca. E’ lui, sottolinea, che si definisce peccatore e chiede la pietà di Dio, a ricevere la grazia e la salvezza del Signore, perché “chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato. L’umiltà del Pastore, spiega, non è quella delle parole, ma quella “che abita il cuore di chi sa di essere servo, non padrone; pastore, non proprietario del gregge”. E il Pontefice si commuove al pensiero della preghiera umile di tanti fedeli d’Oriente, che continuano a dire “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

L'omelia di papa Leone XIV e monsignor Wachowski sullo sfondo a destra
L'omelia di papa Leone XIV e monsignor Wachowski sullo sfondo a destra   (@Vatican Media)

Il vescovo: custode con pazienza, rispetto e speranza

Quindi invita il nuovo arcivescovo Mirosław a mettersi alla scuola permanente delle sue radici, una famiglia contadina nella Polonia dei laghi e delle foreste. Dal contatto con la terra, ricorda Papa Leone, “hai imparato che la fecondità nasce dall’attesa e dalla fedeltà”, parole che definiscono anche il ministero episcopale.

Il vescovo è chiamato a seminare con pazienza, a coltivare con rispetto, ad attendere con speranza. È custode, non proprietario; uomo di preghiera, non di possesso. Il Signore ti affida una missione perché tu la curi con la stessa dedizione con cui il contadino si prende cura del campo: ogni giorno, con costanza, con fede.

Pastore in una terra segnata dal dolore e dal desiderio di rinascita

La buona battaglia di San Paolo nella Lettera a Timoteo, per il Papa, è il cammino di servizio alla Chiesa del 55enne nunzio Wachowski, nelle Rappresentanze pontificie in Senegal e nella sua Polonia, presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna e nella Segreteria di Stato, come minutante e sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati. Dove ha vissuto “la diplomazia come obbedienza alla verità del Vangelo, con discrezione e competenza, con rispetto e dedizione”.

“Ora il Signore chiede che tale dono diventi paternità pastorale: essere padre, pastore e testimone della speranza in una terra segnata dal dolore e dal desiderio di rinascita”

Un momento dell'ordinazione episcopale di monsignor Wachowski
Un momento dell'ordinazione episcopale di monsignor Wachowski   (@Vatican Media)

Il nunzio, volto della Chiesa che costruisce ponti

Con il sui tratto distintivo, la fedeltà, il nuovo nunzio in Iraq, per Leone XIV, è chiamato a seguire quanto indica san Paolo VI nella sua Lettera Apostolica Sollicitudo omnium Ecclesiarum: il rappresentante pontificio è inviato dal Successore di Pietro “per rafforzare i vincoli di comunione, per promuovere il dialogo con le Autorità civili, per custodire la libertà della Chiesa e favorire il bene dei popoli”. E quindi non è un diplomatico qualunque…

E’ il volto di una Chiesa che accompagna, consola, costruisce ponti. Il suo compito non è difendere interessi di parte, ma servire la comunione.

Il servizio alla comunione, nella Chiesa delle diverse tradizioni

E questo servizio alla comunione, sottolinea il Pontefice, ha un significato speciale in Iraq, dove la Chiesa Cattolica vive in diverse tradizioni, dalla Chiesa caldea, con il Patriarca di Babilonia dei Caldei, alle Chiese siro-cattolica, armeno-cattolica, greco-cattolica e latina. “Un mosaico di riti e di culture, di storia e di fede – ribadisce - che chiede di essere accolto e custodito nella carità”.

L'abbraccio di Papa Leone XIV con il nuovo arcivescovo Wachowski, appena ordinato
L'abbraccio di Papa Leone XIV con il nuovo arcivescovo Wachowski, appena ordinato   (@Vatican Media)

La violenza non ha spento la fede portata da San Tommaso

Quindi Papa Leone XIV parla di san Tommaso Apostolo che, secondo la tradizione, portò il Vangelo nell’antica Mesopotamia, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme, e dei discepoli Addai e Mari che fondarono le prime comunità, dove ancora oggi si prega nella lingua di Gesù, l’aramaico.

“Questa radice apostolica è segno di una continuità che la violenza, manifestatasi con ferocia negli ultimi decenni, non ha potuto spegnere. Anzi, la voce di quanti in quelle terre sono stati privati della vita in modo brutale non viene meno. Essi pregano oggi per te, per l’Iraq, per la pace del mondo”

Il popolo iracheno ti riconoscerà per come amerai

L’invito finale del Papa al nuovo nunzio è di portare “nella tua parola la mitezza che edifica e nel tuo sguardo la pace che consola. In Iraq, il popolo ti riconoscerà non per ciò che dirai, ma per come amerai”. E affida la sua missione “a Maria, Regina della Pace, ai santi Tommaso, Addai e Mari, e ai molti testimoni della fede dell’Iraq”.

Guarda il video integrale dell'Ordinazione episcopale

Nel Servizio diplomatico della Santa Sede dal 2004

Monsignor Wachowski è nato a Pisz, in Polonia, l’8 maggio 1970. È stato ordinato sacerdote il 15 giugno 1996, incardinandosi nella Diocesi di Ełk. Si è laureato in Diritto Canonico. È entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 2004, ha prestato la propria opera nelle Rappresentanze Pontificie in Senegal, nella Missione Permanente presso l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (A.I.E.A.), l’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (O.S.C.E.) e nell’Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Vienna, nella Nunziatura Apostolica in Polonia e da ultimo nella Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato. È stato nominato sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati il 24 ottobre 2019. Conosce l’Italiano, l’Inglese, il Francese, lo Spagnolo e il Russo.

Monsignor Wachowski concelebra con Papa Leone XIV dopo la sua ordinazione
Monsignor Wachowski concelebra con Papa Leone XIV dopo la sua ordinazione   (@VATICAN MEDIA)

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26 ottobre 2025, 17:40