Dal Papa per raccontare la lotta alla fame con "il pane per la gente di strada"
Fabrizio Peloni – Città del Vaticano
“Sono qui per chiedere al Papa di benedire la nostra attività a favore dei poveri di San Paolo perché ne abbiamo tanto bisogno. E domani porterò le tante storie di fame e disagio di cui sono quotidianamente spettatore dentro le mura della Fao”, nello stesso giorno in cui anche Leone XIV si recherà nella sede dell’agenzia Onu per l’alimentazione e l’agricoltura. Così Ricardo Frugoli riassume il motivo della sua presenza all’udienza generale di stamani. Al Papa ha raccontato di “Pão do Povo da Rua” (Pane per la gente di strada), l’iniziativa da lui ideata dopo la pandemia, che tenta di ridurre la fame nelle strade di San Paolo. Nella megalopoli brasiliana con oltre cinquantamila senzatetto, cerca “di fornire un’opportunità di trasformazione delle vite attraverso il lavoro, insegnando la professione del panettiere e del pasticciere a persone in situazione di vulnerabilità sociale”, precisa Frugoli, insignito nel 2024 dalla Fao del titolo di “Eroe dell’Alimentazione”.
Lottare contro la fame
“Oggi — prosegue — forniamo borse di studio per la formazione, alloggio, cibo, assistenza psicologica, psichiatrica e legale, mirando quindi al reinserimento nella società e nel mercato del lavoro, facendo sì che questi nuovi fornai o pasticcieri siano in grado di preparare a loro volta cibo per altre persone in difficoltà. Inoltre produciamo in media 2.200 pani e 1.000 torte al giorno, distribuiti ai senza fissa dimora nel centro di San Paolo”. Annualmente la produzione è di oltre 1 milione di unità. “Tutto destinato alla lotta contro la fame per strada e alla valorizzazione dell’accoglienza come strumenti di azione sociale”, conclude Frugoli.
In attesa dei nuovi santi
Sempre dall’America Latina, dal Venezuela nello specifico, stanno giungendo in questi giorni a Roma quasi duemila fedeli per la canonizzazione — in programma domenica prossima —, tra gli altri, dei beati José Gregorio Hernández Cisneros e madre Carmen Rendiles Martínez, i primi due santi originari del Paese. Il cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo emerito di Caracas, che stamane ha accompagnato all’udienza una delegazione di vescovi, sacerdoti, religiose e fedeli venezuelani, evidenzia “la portata storica per la nostra Chiesa e l’importanza a livello globale dell’esempio dei due, da ricordare sempre, in particolar modo negli ambiti sanitario ed educativo”.
I doni di libri
Ancora dal continente americano, esattamente dal Messico, è arrivato don Horacio Hernández De La Torre, responsabile della pastorale del turismo in seno al Consiglio episcopale latinoamericano e coordinatore. Ha presentato al Pontefice la prima copia della Guía de pastoral de turismo de America Latina y el Caribe. Il giornalista statunitense Christopher White ha consegnato al vescovo di Roma una copia del suo libro Pope Leo XIV: Inside the Conclave and the Dawn of a New Papacy, chiedendo al contempo “una dedica per la copia da conservare a casa” propria. Il gesuita Thomas Merkel, presidente della Gregorian University Foundation, guidando una delegazione di donatori, ha regalato al Pontefice la medaglia di Sant’Ignazio.
Il circo in piazza
Per la prima volta nel pontificato di Leone XIV, durante d’udienza generale c’è stata un’esibizione di artisti circensi. Provenienti da varie parti del mondo, sono tra i partecipanti alla 26ª edizione dell’International Circus Festival of Italy, in corso a Latina. All’indomani del Giubileo della spiritualità mariana il Pontefice ha benedetto due statue raffiguranti la Vergine. Provengono rispettivamente dalle parrocchie di Santa Maria delle Grazie a Maiori, sulla costiera amalfitana, e di Maria SS.ma Assunta da Canosa di Puglia. Vista la forte affluenza di fedeli — circa sessantamila i presenti tra la piazza e i dintorni — Leone XIV, a bordo della papamobile scoperta, ha prolungato il consueto giro, spingendosi ben oltre la fine del colonnato per salutare quanti erano assiepati in piazza Pio XII e all’inizio di via della Conciliazione. Numerose le soste per prendere tra le braccia neonati e benedirli.
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