Il Papa: la teologia chiamata a discernere le sfide della Chiesa e dell'uomo di oggi
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Il discernimento delle “res novae”, le cose nuove che “segnano il cammino della famiglia umana e dei temi dottrinali nella vita della Chiesa”. E' una delle missioni principali della teologia indicate da Papa Leone XIV alla Commissione Teologica Internazionale, ricevuta questa mattina, 26 novembre, in Vaticano, in occasione dell’annuale sessione plenaria.
Sono realtà che c’interpellano con urgenza come Popolo di Dio, affinché annunciamo con creativa fedeltà la Buona Notizia data al mondo «una volta per sempre» da Dio nostro Padre, mediante il Signore Gesù Cristo. Egli è il vivente Vangelo della salvezza: la testimonianza che a Lui rendiamo in ogni epoca viene costantemente rinnovata dall’effusione «senza misura» dello Spirito Santo È il Paraclito, infatti, che illumina le menti e infiamma di carità il nostro cuore, così da trasformare la storia secondo l’amorevole volontà di Dio.
LEGGI QUI IL DISCORSO ALLA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE
Orientare la missione della Chiesa
È quindi chiaro il compito della Commissione Teologica Internazionale che, per il Pontefice, è chiamata ad "offrire approfondimenti, ermeneutiche e indirizzi al Dicastero per la Dottrina della Fede” e ai vescovi. Pertanto “i vostri contributi possono così orientare la missione della Chiesa nella fedeltà al deposito della fede”. Una Commissione, ricorda Leone XIV, nata per recepire le istanze del Concilio Vaticano II e istituita nel 1969 da San Paolo VI. Nel 1982 San Giovanni Paolo II le diede poi una forma stabile e definitiva.
Il dono dell’unità e della pace
Il Papa ringrazia in particolare per la pubblicazione del documento: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”, offerto alla Chiesa in occasione del 1700° anniversario del primo Concilio Ecumenico di Nicea. “Un testo autorevole - sottolinea - che sarà certo d’ispirazione per ulteriori studi e per il progresso del dialogo ecumenico”.
Proprio domani inizierò il mio primo Viaggio Apostolico in Türkiye e Libano, nel corso del quale mi recherò in pellegrinaggio a İznik, l’antica Nicea, per commemorare quello storico evento e chiedere al Signore il dono dell’unità e della pace per la sua Chiesa.
La ricchezza delle esperienze delle Chiese locali
Sono tre le strade che Leone XIV indica ai teologi della Commissione, oltre al rigore del metodo teologico: la prima è la “cattolicità”, e cita San Giovanni Paolo II che ricordava come la Commissione, espressione di diverse nazioni e culture, conoscendo meglio i nuovi problemi poteva cogliere “le aspirazioni e le mentalità degli uomini di oggi”.
Auspico che le vostre riflessioni si arricchiscano grazie alle molteplici esperienze delle Chiese locali.
Proseguire nell’evangelizzazione dei popoli
Altro punto indicato dal Pontefice è quello riguardante il dialogo inter - e trans-disciplinare con i diversi saperi e competenze, che aiuta a promuovere la crescita di tutti i saperi “entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio”.
Il vostro impegno risulta in proposito non solo utile ma necessario per proseguire con autenticità ed efficacia nell’evangelizzazione dei popoli e delle culture.
Una vita conforme al Vangelo
L'ultima raccomandazione del Papa riguarda l'ispirazione alla sapienza dei Dottori delle Chiesa “come Sant’Agostino, San Bonaventura, San Tommaso, Santa Teresa di Lisieux, San John Henry Newman”, capaci di conciliare lo studio teologico sempre con la preghiera e l’esperienza spirituale, “condizioni indispensabili per coltivare l’intelligenza della Rivelazione, la quale non può ridursi al commento delle formule di fede”.
Solo in una vita conforme al Vangelo si realizza l’adesione alla divina verità che professiamo, rendendo credibile la nostra testimonianza e la missione della Chiesa.
Uno studio a tutto tondo
“In quanto scientia fidei, la teologia – evidenzia in conclusione il Papa - ha anzitutto il compito di ammirare, quindi di riflettere e diffondere la luce perenne e performante di Cristo nell’incalzare mutevole della nostra storia”. Richiamando le parole di Benedetto XVI che metteva in guardia dal pericolo di danneggiare lo sviluppo dei popoli per l’eccessiva settorialità del sapere e quindi di ostacolare il bene dell’uomo, il Pontefice esorta infine ancora la Commissione teologica internazionale a proseguire il proprio cammino.
Come non c’è facoltà che la fede non illumini, così non c’è scienza che la teologia possa ignorare. Attraverso uno studio a tutto tondo, siete dunque chiamati a offrire il vostro prezioso contributo al discernimento e alla soluzione delle sfide che interpellano sia la Chiesa, sia l’umanità intera.
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