Una delle chiese della Turchia colpite dal terremoto del 2023 Una delle chiese della Turchia colpite dal terremoto del 2023 

Turchia, Bizzeti: il Papa darà impulso al dialogo ecumenico e interreligioso

L'ex presidente della Caritas e vicario apostolico emerito dell'Anatolia parla ai media vaticani della prossima visita apostolica del Pontefice in un Paese “affascinante e generoso”, mosaico di tante realtà religiose: “La visita del Papa è una grande occasione ecumenica e l’anniversario di Nicea servirà a ravvivare lo spirito che animò i padri conciliari: esprimere in termini e categorie nuove la propria fede, cercando ciò che unisce"

Daniele Piccini – Città del Vaticano

“Nei mesi successivi al terribile terremoto di due anni fa in Turchia, la Caritas è dovuta crescere rapidamente nella sua operatività e abbiamo lavorato tutti insieme, cattolici e musulmani, abbattendo tradizionali muri di separazione e mostrando come il dialogo interreligioso più profondo, come diceva Papa Francesco, è quello della vita, specie nell’aiuto ai poveri”. Monsignor Paolo Bizzeti, presidente di Caritas Turchia dal 2019 fino a pochi giorni fa, conserva ancora cara nella memoria, come una delle esperienze più preziose della sua lunga permanenza nel Paese, la collaborazione interreligiosa, tra cattolici e musulmani, a favore delle persone colpite dal sisma. Il presule, che è stato vicario apostolico dell'Anatolia dal 2015 al 2024, conosce in profondità questa regione. Con i media vaticani condivide i suoi pensieri e le sue impressioni sull’ormai prossimo viaggio apostolico di Papa Leone XIV in Turchia, che vedrà il Pontefice pellegrino ad Ankara, Istanbul e İznik, l'antica Nicea, per i 1700 anni del primo Concilio ecumenico.

Dal 27 al 30 novembre Papa Leone XIV compirà il suo primo viaggio apostolico. Sarà in Turchia, dove i cristiani sono una piccola minoranza. Secondo lei, che significato ha per loro questa visita?

Visitare il gregge di persona e portare la vicinanza del Buon Pastore è il senso di questi viaggi papali. La Turchia è un Paese importantissimo non solo per il passato – il Cristianesimo come lo conosciamo noi, è nato infatti ad Antiochia sull’Oronte, un tempo capitale della provincia romana di Siria, oggi in Turchia - ma anche per l’attualità della vita cristiana. La Turchia è un laboratorio in cui anche la Chiesa latina deve essere presente attivamente e umilmente.

Dal 2019 al 2025 monsignor Paolo Bizzeti è stato presidente di Caritas Turchia.
Dal 2019 al 2025 monsignor Paolo Bizzeti è stato presidente di Caritas Turchia.

E poi c’è l’anniversario del Concilio di Nicea…

Infatti, la visita del Papa è anche una grande occasione ecumenica e l’anniversario di Nicea servirà a ravvivare lo spirito che animò i padri conciliari: esprimere in termini e categorie nuove la propria fede, cercando ciò che unisce, come diceva san Giovanni XXIII. Questo è un compito sempre da rinnovare.

Può descrivere, a grossi tratti, qual è il panorama religioso che troverà Leone XIV al suo arrivo in Turchia?

Religiosamente la Turchia è un mosaico che vede convivere l’Islam di stampo politico, quello religioso tradizionale, la corrente spirituale dei Sufi, la corrente Alawita, l’agnosticismo o teismo di molti e le significative minoranze cristiane. Ma la pastorale cattolica è molto limitata da leggi o prassi che impediscono la costruzione di cappelle, centri giovanili e culturali. Tutto avviene in poche parrocchie, stabilite secondo il trattato di Losanna di un secolo fa.

Lunedì 6 febbraio un potente terremoto di magnitudine 7.8 ha colpito all'alba le regioni al confine fra Turchia e Siria.
Lunedì 6 febbraio un potente terremoto di magnitudine 7.8 ha colpito all'alba le regioni al confine fra Turchia e Siria.   (ANSA)

Il 6 febbraio 2023, un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito le zone al confine tra Siria e Turchia, causando, a quanto si legge, oltre 50 mila vittime. L’intervento di Caritas Turchia, tra mille difficoltà, è stato massiccio, impegnato ed efficace. Che esperienza è stata per tutta la Caritas?

Il numero reale delle vittime si calcola che sia stato molto più elevato e gli sfollati molte centinaia di migliaia. Una tragedia, quindi, immane di fronte alla quale abbiamo tutti scoperto la nostra fragilità e le cui conseguenze pesano molto ancora oggi sugli strati locali più poveri. Per noi di Caritas è stata una sfida che ci ha costretto a crescere rapidamente, non senza difficoltà ed errori. Ma siamo stati molto contenti di aver dato il nostro contributo, di collaborare con organismo di soccorso locali e nazionali e di essere stati convocati e ringraziati ufficialmente, ad Ankara. Siamo stati riconosciuti, cosa che mai prima era accaduta - come un ente che aiuta le persone in modo disinteressato, senza distinzioni. Come cattolici siamo orgogliosi di aver dato il nostro piccolo contributo, facendo fruttificare aiuti arrivati generosamente dai quattro angoli della terra.

Ascolta il commento di monsignor Bizzeti sul viaggio del Papa in Turchia.

Dunque si può dire che il lavoro di Caritas Turchia, concentrato senza discriminazioni su musulmani e cristiani, abbia avuto anche effetti positivi sulle relazioni tra i due gruppi religiosi?

Nei mesi post terremoto abbiamo lavorato tutti insieme, abbattendo tradizionali muri di separazione e mostrando come il dialogo interreligioso più profondo, come diceva Papa Francesco, è quello della vita, specie nell’aiuto ai poveri. 

Quale effetto pensa che potrà avere la visita apostolica del Papa per gli operatori di Caritas Turchia e anche nell’ambiente in cui l'organizzazione caritativa opera?

Certamente per tutti gli operatori sarà una bellissima occasione per sentirsi parte del Popolo di Dio, unito nel servizio e nell’attenzione alle fasce più deboli che da sempre caratterizza il Cristianesimo, nella scia di Gesù, servo di tutti.

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10 novembre 2025, 10:26