Un gruppo di pellegrini all'udienza giubilare Un gruppo di pellegrini all'udienza giubilare

Udienza giubilare, le voci dei pellegrini con il cuore aperto alla speranza

Solidarietà, preghiera, pace: sono state le parole più ricorrenti tra i trentacinquemila fedeli presenti stamani in piazza San Pietro per l'udienza giubilare di Leone XIV. Tra loro, anche un nutrito gruppo di catechisti in pellegrinaggio per l'Anno Santo

Rosario Capomasi – Città del Vaticano

Il ricordo doloroso di un nipote che non c’è più, strappato alla vita da un male incurabile a soli dodici anni. La decisione di dare il proprio contributo alla scienza medica affinché tra qualche anno il tumore non sia più visto come un mostro invincibile. Franco Masello, fondatore di Città della Speranza che dal 1994 porta avanti un fruttuoso impegno a sostegno della ricerca sulle malattie oncologiche pediatriche, non nasconde l’emozione davanti a Leone XIV durante l’udienza giubilare di stamane in piazza San Pietro. Ha accompagnato oltre cento persone tra volontari, ricercatori, ex pazienti con le famiglie, atleti  olimpici dell’Arma dei Carabinieri che insieme ad Athletica Vaticana hanno concluso davanti alla basilica  la “staffetta della solidarietà”, organizzata ogni anno dalla fondazione per raccogliere fondi.

Uno sprone a fare sempre meglio

“Siamo partiti da Padova martedì scorso — racconta Masello — e dopo aver fatto tappa a Bologna e Firenze, abbiamo voluto concludere il ‘cammino’ in questa meravigliosa cornice anche per vivere il Giubileo della speranza”. In questo trentennio di attività, continua il fondatore, “grazie ai risultati raggiunti dalla ricerca, le percentuali di guarigione si sono ribaltate: dal 20% degli anni ’90 all’85% degli ultimi anni. Il sogno è quello di diventare ‘inutili’, raggiungendo cioè una percentuale di guarigione del cento per cento. E l’incoraggiamento del Pontefice è per noi un rinnovato orgoglio e uno sprone a fare sempre di più e meglio”. Non è infatti la prima volta che la staffetta si conclude incontrando un Papa, osserva Masello rievocando i precedenti con Benedetto XVI e Francesco.

Leone XIV in piazza San Pietro tra i fedeli presenti all'udienza giubilare
Leone XIV in piazza San Pietro tra i fedeli presenti all'udienza giubilare   (@VATICAN MEDIA)

Il Giubileo, un invito al dialogo 

Tra gli oltre 20 mila pellegrini giunti a Roma da 115 Paesi per prendere parte al Giubileo dei catechisti in programma fino a domani, era presente in piazza San Pietro una delegazione peruviana guidata da suor Eleana Salas Cáceres, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, segretaria esecutiva della Commissione  Bibbia e catechesi della Conferenza episcopale del Paese. “L’evento giubilare — puntualizza la religiosa — esorta tutti noi, che ci occupiamo di far  comprendere e amare la Parola di Dio, ad avere sempre il cuore aperto e a dialogare con tutti, nessuno escluso. Per questo in Perú abbiamo creato un team di approfondimento della Sacra scrittura a livello interreligioso e pubblichiamo guide alla lettura della Bibbia che sono un riferimento prezioso per vecchi e nuovi catechisti”. Non dimenticando gli insegnamenti di Papa Prevost, che suor Eleana ricorda con nostalgia quando ricopriva la carica di vice presidente dell’episcopato peruviano. “Spiegava sempre con il sorriso sul volto, facendo capire concetti altrimenti difficili. Ciò permetteva di acquisire più coscienza del ruolo fondamentale dell’evangelizzazione per giovani e adulti”.

La delegazione proveniente da Częstochowa dona al Papa al Pontefice una riproduzione della Madonna Nera
La delegazione proveniente da Częstochowa dona al Papa al Pontefice una riproduzione della Madonna Nera   (@Vatican Media)

L’icona della Madonna di Jasna Góra

Una delegazione proveniente da Częstochowa, guidata dall’arcivescovo metropolita Wacław Depo, ha recato in dono al Pontefice una riproduzione della Madonna Nera in occasione del centenario dell’arcidiocesi polacca.  “Tenevamo in modo particolare a fare questo omaggio a Leone XIV — puntualizza il presule — perché l’icona, il cui originale è custodito nel santuario di Jasna Góra,  rappresenta un simbolo di fede mondiale, non solo nazionale, per i numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione”. E in tempi di conflitti sanguinosi diffusi nel mondo, prosegue Depo, davanti ai quali l’uomo sembra aver perso la speranza, “ci affidiamo a Lei con tutte le forze e rivolgendo un ‘grazie’ dal profondo del cuore al Pontefice che non dimentica mai, anche oggi, di pregare per la fine di ogni guerra”.

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27 settembre 2025, 14:38