Il keynote-speech di Samantha Cristoforetti nell'Auditorium della Conciliazione Il keynote-speech di Samantha Cristoforetti nell'Auditorium della Conciliazione

Samantha Cristoforetti agli studenti: "Siamo nella società della distrazione di massa"

Nel suo intervento d'apertura del Giubileo del mondo educativo, l’astronauta italiana ha invitato gli studenti a ritrovare lentezza, memoria e impegno, contro la schiavitù tecnologica che ruba attenzione e felicità. Un appello che dialoga con le parole del Papa sulla necessità di “guardarsi negli occhi” e di non lasciare che siano gli algoritmi a scrivere le nostre storie

Fabio Colagrande - Città del Vaticano

Scoprire l’importanza della lentezza e comprendere come dietro ogni magia si nasconda la fatica. Reimparare il gusto del contatto con la realtà e quello di memorizzare i versi di una poesia. Sono stati questi alcuni degli insegnamenti — forse controcorrente e non certo facili — che l'astronauta italiana Samantha Cristoforetti ha rivolto lunedì 27 ottobre alle centinaia di ragazze e ragazzi che gremivano l’Auditorium della Conciliazione, a Roma, per l’apertura del Giubileo del mondo educativo.

Un richiamo alle parole del Papa

Parole che echeggiano quelle di Papa Leone XIV nella sua lettera apostolica Disegnare nuove mappe di speranza. “Nessun algoritmo potrà sostituire ciò che rende umana l’educazione: poesia, ironia, amore, arte, immaginazione, la gioia della scoperta”, ha scritto il Pontefice che aveva già denunciato come la nostra società si stia ammalando di una “bulimia delle connessioni dei social media”, invitando gli influencer cattolici a “costruire reti di relazioni” che facciano “riscoprire la bellezza di guardarci negli occhi”. L’astronauta italiana — prima donna europea a comandare la Stazione spaziale internazionale — per rivolgersi alla platea di studenti è partita proprio dal rischio che il virtuale anestetizzi il loro rapporto con il mondo, con gli altri.

Camminare, verbo del pellegrinaggio

Ha scelto subito un verbo che evoca il pellegrinaggio giubilare: camminare. "Lassù, nello spazio - ha spiegato - ho sperimentato la sofferenza di non poter camminare per sei lunghi mesi. E allora mi sono tornate in mente le parole dell’esploratore norvegese Erling Kagge, il primo uomo ad aver raggiunto a piedi il Polo Sud, il Polo Nord e la cima dell’Everest". "Quando gli chiesero come avesse fatto, rispose semplicemente: Il segreto è mettere un piede davanti all’altro, e farlo abbastanza a lungo.” La Cristoforetti ha poi raccontato l’emozione delle sue camminate spaziali, le cosiddette space walk, esperienze in cui ci si concentra interamente sul qui e ora, come in una ferrata di montagna. Ogni gesto diventa cruciale, perché basta una distrazione per perdersi nello spazio. È così che si impara la legge dello “slow is fast”: rallentare, per raggiungere l’obiettivo più rapidamente e con migliore qualità. Un primo monito, forse sorprendente, per generazioni abituate a mitizzare la velocità.

Samantha Cristoforetti nello spazio
Samantha Cristoforetti nello spazio

“Viviamo nella società della distrazione di massa”

Poi, il tono si è fatto più grave: “State attenti, perché state crescendo nella società della distrazione di massa”, ha ammonito. “Telefonini e app vi rubano l’attenzione e la felicità.”
Da qui il suo primo invito - semplice e rivoluzionario al tempo stesso - agli studenti che l’ascoltavano assorti: “Uscite e camminate a lungo. Guardate la realtà che vi circonda. Me lo promettete?”.

La fatica dietro ogni magia

“Io spero che stiate imparando a capire quali sono le vostre passioni”, ha proseguito l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, ricordando ai giovani l’importanza di lavorare in squadra e di imparare a conoscere le proprie fragilità. Poi, un nuovo invito, più impegnativo: “Prendetevi dei rischi. La zona di comfort non vi fa crescere.” E ricordando le proprie conquiste personali - la donna italiana che ha passeggiato nello spazio - ha voluto sottolineare che “dietro ogni magia c’è sempre la fatica di un duro apprendistato.” “Un’illuminazione improvvisa sembra talvolta deviare un destino”, ha scritto Antoine de Saint-Exupéry nel suo Pilota di guerra. Ma nessuna illuminazione nasce dal nulla, ha commentato, perché ogni ispirazione è frutto di lavoro, impegno, sudore.

E da lì un altro invito, rivolto quasi con tenerezza a quelli che potrebbero essere i suoi figli: “Imparate a memoria.” Riscoprite, cioè, il gusto dello studio paziente, anche nozionistico. Un suggerimento che può sembrare anacronistico, ma che è invece attualissimo e vitale per chi voglia affrontare la vita in modo libero e creativo. Perché, come ammonisce Jonathan Swift nei suoi Viaggi di Gulliver, “pensare con la propria testa è difficile se nella testa non ci sono abbastanza cose su cui pensare.”

Alzare lo sguardo dallo schermo

“Non lasciate che sia l’algoritmo a scrivere la vostra storia!”, ha detto Papa Leone ai partecipanti al Giubileo del mondo educativo. “Usate con saggezza la tecnologia, ma non lasciate che la tecnologia usi voi”. Anche la libertà dalle trappole digitali di cui parla il Papa passa per la conoscenza, l’impegno e la capacità di alzare lo sguardo dallo schermo — e mettersi, finalmente, in cammino.

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31 ottobre 2025, 11:50