Guardia Svizzera Pontificia, tradizione e modernità nella nuova divisa
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
Tradizione e modernità, ma anche la fede e la ferma convinzione nel servizio reso al Successore di Pietro. Nella mente abbiamo bene impressi i colori e l’eleganza dell’uniforme rinascimentale della Guardia Svizzera Pontificia, corpo fondato nel 1506 per la protezione del Papa e della sua residenza, ma nel solco della tradizione e della modernità, appunto, il Corpo ha presentato oggi, giovedì 2 ottobre, presso la Cantina degli ospiti nella caserma in Vaticano, la nuova divisa di rappresentanza, detta anche di mezza gala. La presentazione è stata organizzata a pochi giorni dal giuramento delle nuove reclute, previsto per sabato 4 ottobre nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico in Vaticano.
L’evoluzione della divisa
L'attuale celebre uniforme di Gala fu ideata e introdotta dal comandante Jules Repond nel 1915. In quel periodo le uniformi erano suddivise in tre categorie: l'uniforme di piccola tenuta, l'uniforme di mezza gala e l'uniforme di gala. “L'uniforme di mezza gala è stata introdotta all'inizio del XIX secolo ed è rimasta in vigore fino alla fine del XX secolo, più precisamente fino al 1976 - spiega il colonnello Christoph Graf, 35º Comandante della Guardia Svizzera Pontificia - Questa uniforme aveva il vantaggio di collocarsi tra la piccola tenuta, indossata per l'istruzione e per alcuni servizi, e l'uniforme di gala, destinata invece a grandi occasioni o ai servizi d'onore. La sua soppressione si è fatta sentire negli anni, poiché mancava un uniforme di rappresentanza che consentisse all’ufficiale di indossare una tenuta intermedia tra quelle menzionate”. Per questo motivo nel 2011 vennero avviati i lavori per reintrodurre un’uniforme di rappresentanza, così da offrire nuovamente agli ufficiali una tenuta adeguata. Questa uniforme venne introdotta nel 2012 e nel 2021 venne proposto un aggiornamento che rimanesse, però, il più fedele possibile alla tradizione. “In occasione dell'Anno Giubilare, dopo diversi mesi di lavoro, il sostituto della Segretaria di Stato ha approvato il progetto dell'uniforme di rappresentanza. La versione finale che viene indossata oggi è il frutto di ricerche e studi dell'uniforme di mezza gala, detta anche da anticamera, già portata da numerosi ufficiali nei secoli passati”.
Il giuramento delle nuove reclute
La nuova divisa di rappresentanza verrà inaugurata ufficialmente la sera prima del giuramento delle nuove reclute, venerdì 3 ottobre, durante la cena con le famiglie, e verrà poi indossata dagli ufficiali a seconda degli eventi in programma. Un momento, quello del giuramento, che rappresenta per le 27 reclute il passo ufficiale per entrare a far parte del Corpo. “Siamo i responsabili della sicurezza del Santo Padre, ci occupiamo della sua sicurezza. Abbiamo come missione proteggere gli ingressi del Vaticano, del Palazzo Apostolico, oltre a sorvegliare durante lo svolgimento delle messe, delle udienze giubilare e degli eventi papali”. Il caporale Eliah Cinotti, responsabile per i media della Guardia Svizzera Pontificia, spiega l’importanza di questo evento che fa parte di una tradizione secolare. “Il Corpo della Guardia Svizzere è composto da 135 elementi, i quadri rappresentano all'incirca il 40% dei componenti, il numero restante è rappresentato dagli alabardieri. La nostra arma principale è la parola: fino adesso abbiamo sempre raggiunto il nostro obiettivo, cioè garantire la sicurezza”. Per la seconda volta nella storia, la cerimonia di giuramento delle nuove reclute si terrà il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. Per tradizione previsto il 6 maggio, anniversario del sacrificio di 189 guardie a difesa di Papa Clemente contro l’esercito di Carlo V, durante il sacco di Roma del 1527, il giuramento, quest’anno, è stato rinviato a seguito della morte di Papa Francesco. Accadde anche nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19. “Il giuramento è il momento più solenne, io ho giurato nel 2020 e anche all’epoca era un 4 ottobre. In quell’occasione era presente solo la mia famiglia, questi ragazzi avranno circa 4 mila persone ad assistere alla cerimonia”.
L’attesa della cerimonia
“Sto attendendo questo momento da mesi, arrivo a questa data con una voglia di giurare molto intensa perché, oltre a essere la festa di San Francesco e quindi anche il mio onomastico, è un giorno che mi ricorda anche Papa Francesco, il Papa che ho servito da quando sono arrivato fino alla sua scomparsa. Sarà un momento molto forte perché giuriamo di servire e di essere pronti a sacrificare la nostra vita per il Santo Padre”. A parlare è Francesco, 23 anni, una delle reclute che il 4 ottobre giurerà come alabardiere delle Guardie Svizzere. “La mia scelta è arrivata quando ero piccolo, avevo circa 12 anni e mi ricordo che vedevo alla televisione l’elezione di Papa Francesco: rimasi sbalordito vedendo il picchetto della Guardia Svizzera schierato sul sagrato in Piazza San Pietro e mi chiesi chi fossero queste persone, questi soldati che servivano il Santo Padre”. Da quel momento crebbe il desiderio di vestire la divisa delle Guardie Svizzere, una scelta che impone sacrifici, ma anche orgoglio: “Servire secondo i principi della Guardia Svizzera è un onore, sicuramente c’è anche un po’ di orgoglio personale per essere riuscito ad arrivare fin qui ed essere stato arruolato nel corpo”. Il giuramento arriva in un anno particolare: la morte di Papa Francesco, l’elezione di Papa Leone XIV, il Giubileo: “Prima di venire qui mai mi sarei aspettato una presenza di pellegrini così marcata, così forte. Io la definisco una presenza di fede, testimoniata da tanti fedeli provenienti da tutto il mondo che noi vediamo quotidianamente agli ingressi in della Città del Vaticano. Durante l’Anno Santo l'affluenza è senz'altro aumentata, ma la Guardia Svizzera ha continuato a vigilare e a garantire la sicurezza del Santo Padre”.
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