Tutela Minori, il 16 ottobre il secondo Rapporto della commissione pontificia
Vatican News
Dopo cinque giorni di intenso dialogo, riflessione e pianificazione strategica si è conclusa oggi, 3 ottobre, a Cracovia, in Polonia, l’assemblea plenaria autunnale per il 2025 della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Iniziata il 29 settembre, l’assemblea ha riunito esperti globali in materia di tutela e rappresentanti regionali con il compito di portare avanti il mandato della Commissione, come prevede l'articolo 78 della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Nel suo primo discorso come nuovo presidente della Commissione, l'arcivescovo Thibault Verny, pastore di Chambéry, in Francia, ha chiesto un rinnovato impegno per la tutela come espressione fondamentale dell'identità e della missione della Chiesa. Ha delineato una visione fondata su quattro obiettivi strategici: promuovere una cultura universale della tutela, coltivare un linguaggio comune nelle Linee Guida Universali (Ugf) e, attraverso il Rapporto Annuale sulle Politiche e le Procedure della Chiesa per la Tutela, rafforzare le reti regionali e impegnarsi nel dialogo con le istituzioni civili.
Verny: ascoltare le vittime, promuovere la trasparenza
Riconoscendo sia i progressi compiuti sia le persistenti lacune di sistema, il presidente ha sottolineato l'importanza di ascoltare le vittime, promuovere la trasparenza e costruire sistemi di responsabilità. L'arcivescovo Verny ha esortato i membri ad agire con coraggio e compassione, riconoscendo l'urgenza delle sfide irrisolte in materia di tutela e l'aspettativa globale che la Chiesa guidi con chiarezza morale e cura pastorale. Riflettendo sulla decisione di celebrare la prima plenaria della sua presidenza in Polonia, l'arcivescovo ha sottolineato l'importanza di camminare umilmente al fianco delle vittime e delle comunità locali.
Alcuni Paesi del Sud del mondo più avanzati nella tutela
“È attraverso e grazie alle vittime che possiamo proseguire il viaggio e comprendere” ha spiegato. “La Chiesa è parte integrante della società. La cultura della tutela deve essere vissuta in dialogo con la società, imparando da essa in termini di lungimiranza e protezione”. Verny ha inoltre sottolineato la necessità di un apprendimento reciproco tra le regioni, che è il valore aggiunto apportato dalla Commissione: “Ci sono Paesi del Sud del mondo che, in materia di pratiche di tutela, sono più avanzati di noi che viviamo nel Nord del mondo”.
Il rischio della stanchezza sul tema della tutela
Il presidente della Commissione ha ribadito che “non dobbiamo dare per scontato il fatto di essere al sicuro dal rischio di ulteriori abusi solo perché abbiamo pubblicato delle linee di azione e creato degli uffici. Si sta diffondendo un senso di compiacimento e di stanchezza in merito alla tutela” e questo, ha aggiunto, porta a prendere decisioni sbagliate. “Dobbiamo continuare a imparare gli uni dagli altri senza mai opporci gli uni agli altri – ha concluso Verny - La sussidiarietà e la collaborazione fraterna con le conferenze episcopali e le congregazioni religiose sono fondamentali”.
I progetti pilota in Zimbabwe, Tonga, Polonia e Costa Rica
Il quadro delle Linee Guida Universali è stato oggetto di grande attenzione grazie alle presentazioni dei risultati dei progetti pilota in Zimbabwe, Tonga, Polonia e Costa Rica, nonché a un significativo processo di ascolto sinodale. L'assemblea ha esaminato la bozza finale delle linee guida, integrando riflessioni teologiche e canoniche. L’Ugf passa ora nelle mani del presidente della Commissione che avvierà un dialogo con i dicasteri competenti della Curia Romana prima della presentazione del testo al Papa.
Coinvolgimento delle vittime e dei sopravvissuti
La Commissione ha ribadito il proprio impegno per la giustizia e la guarigione attraverso protocolli migliorati e la formazione nell'assistenza alle vittime. La Commissione riconosce il contributo delle vittime e dei sopravvissuti al proprio lavoro. Una vivace discussione sulla giustizia conversazionale ha sottolineato l'importanza di adottare approcci incentrati su coloro che hanno sofferto per gli abusi e sulla loro integrazione sistematica in ogni aspetto dell'operato della Commissione, come evidenziato in particolare nel Secondo Rapporto Annuale di prossima pubblicazione.
Il Rapporto Annuale sulle politiche della Chiesa per la salvaguardia
Il secondo Rapporto Annuale sulle Politiche e le Procedure della Chiesa per la Tutela, riferito al 2024, sarà pubblicato in cinque lingue il 16 ottobre. Il Rapporto continua la sua esplorazione della giustizia riparativa, come roadmap per un cambiamento positivo, e della guarigione che deriva dall'imperativo teologico della conversione, radicato nei concetti di verità, giustizia, riparazione e riforma istituzionale. Il documento si concentrerà sul concetto di riparazione e saranno introdotte nuove fonti di dati esterni ritenute essenziali. Nel corso della plenaria è stato anche presentato in anteprima l'Instrumentum Laboris per il terzo Rapporto Annuale, per l’anno 2025: è stato approvato il testo provvisorio, per passare poi alla fase sinodale del dialogo e per un'ulteriore raccolta di dati.
Sviluppo delle capacità: l'iniziativa Memorare
L’assemblea ha valutato i progressi compiuti dall'iniziativa “Memorare”, che mira a rafforzare le capacità di tutela a livello locale, sottolineandone l'allineamento con le Linee guida e il Rapporto Annuale al fine di promuovere un ecosistema di tutela. Sono stati esaminati i 17 progetti attivi nelle Americhe (10), in Africa (6) e in Asia (1). L'assemblea si è conclusa con un incontro con i vescovi membri della Conferenza Episcopale polacca per rafforzare la missione della Commissione di accompagnare le Chiese locali.
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