Monsignor Giambattista Diquattro, capo aggiunto della delegazione della Santa Sede alla Cop30 Monsignor Giambattista Diquattro, capo aggiunto della delegazione della Santa Sede alla Cop30

Cop30, la Santa Sede: riconoscere il "volto umano" della crisi climatica

Nel suo intervento davanti ai ministri dell'ambiente di tutto il mondo, il nunzio in Brasile, monsignor Giambattista Diquattro, capo aggiunto della delegazione della Santa Sede che partecipa alla Conferenza Onu in corso a Belém, evidenzia come donne e ragazze siano colpite in modo sproporzionato dalle questioni ambientali. Esorta a un "multilateralismo coeso" per risolvere un problema che non conosce "confini"

Alexandra Sirgant – Inviata a Belém (Brasile)

Riconoscere "il volto umano" di una crisi climatica che non conosce barriere e "confini", e proprio per questo richiede sforzi collettivi, necessitando di "multilateralismo coeso" per essere risolta. Si è espresso così il nunzio apostolico in Brasile, monsignor Giambattista Diquattro – capo aggiunto della delegazione della Santa Sede che partecipa alla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici di Belém, nel Paese sudamericano – pronunciando il suo intervento ieri, 18 novembre, davanti ai ministri dell'ambiente di tutto il mondo.

L'intervento di monsignor Giambattista Diquattro
L'intervento di monsignor Giambattista Diquattro

La dignità umana al centro

Il secondo segmento politico della Cop30, iniziato lunedì, è stato proprio inaugurato dall'arrivo dei responsabili delle questioni climatiche di ciascun Paese, dieci giorni dopo la partecipazione dei capi di Stato e di governo in Brasile. Il nunzio apostolico nel Paese sudamericano ha introdotto il suo intervento citando il messaggio di Papa Leone XIV rivolto ai partecipanti alla Conferenza Onu, letto dal cardinale Pietro Parolin il 7 novembre scorso, ricordando che le sfide poste dal cambiamento climatico "mettono in pericolo la vita di tutti su questo pianeta e, pertanto, esigono cooperazione internazionale e un multilateralismo coeso e capace di guardare avanti che ponga al centro la sacralità della vita, la dignità di ogni essere umano donata da Dio e il bene comune".


Multilateralismo e transizione giusta

Monsignor Diquattro ha proseguito illustrando le questioni chiave per la delegazione della Santa Sede. "Innanzitutto è essenziale rafforzare un multilateralismo coeso e proiettato verso il futuro", ha dichiarato. "Il cambiamento climatico non conosce confini e richiede quindi sforzi collettivi", ha aggiunto, sostenendo che solo il multilateralismo, "prezioso e inevitabile", può "risolvere i problemi reali dell’umanità, ricercando prima di tutto il rispetto della dignità delle persone, affinché l’etica prevalga sugli interessi locali o contingenti". Il nunzio apostolico in Brasile ha poi richiamato le parole di Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Laudate Deum, pubblicata poco prima della Cop28 a Dubai. Fu proprio in occasione della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici del 2023 che gli Stati firmatari convennero un’uscita progressiva dalle energie fossili. Una transizione sostenuta dalla Santa Sede, ma che deve essere accompagnata da giustizia ed equità, "tenendo presente che le conseguenze del cambiamento climatico colpiscono soprattutto i più poveri e i più fragili", ha precisato il presule.

L'intervento di monsignor Giambattista Diquattro
L'intervento di monsignor Giambattista Diquattro

Donne e ragazze in prima linea di fronte agli effetti del cambiamento climatico

Il capo aggiunto della delegazione della Santa Sede a Belém ha poi insistito sul "volto umano della crisi climatica". In quest’ottica, la Santa Sede auspica che il Gender Action Plan (Piano d'azione sulla parità di genere) riconosca che donne e ragazze sono colpite in modo sproporzionato dal cambiamento climatico, in particolare nei Paesi del Sud, e che svolgono un ruolo importante nella lotta contro questo fenomeno. In tale contesto, ha proseguito monsignor Diquattro, "è essenziale cercare un linguaggio comune e un consenso, mettendo da parte gli interessi egoistici e mantenendo viva la consapevolezza della responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri e verso le generazioni future".


L’importanza dell’educazione

Infine, di fronte alla portata delle sfide climatiche, il nunzio apostolico in Brasile ha riconosciuto che "le risorse economiche e operative sono necessarie, ma non sufficienti". "Non possiamo raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi se le soluzioni politiche e tecniche non sono accompagnate da un processo educativo che proponga nuovi stili di vita sostenibili e rispettosi del Creato", ha dichiarato il presule. "È essenziale rafforzare il ruolo trasversale dell’educazione per garantire il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione, tenere conto delle sfide legate all’adattamento, rafforzare i mezzi di attuazione, prevenire perdite e danni e ottenere progressi", ha aggiunto, sottolineando i segnali incoraggianti pervenuti da numerosi Stati che hanno introdotto elementi legati all’educazione nei loro Nationally Determined Contributions (Contributi Determinati a livello Nazionale), aggiornati a Belém. Monsignor Diquattro ha concluso invitando a tornare al cuore, come desiderato da Papa Leone XIV: "Solo tornando al cuore può avvenire una vera conversione ecologica".

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19 novembre 2025, 11:30