Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante l'incontro in Sistina con i parlamentari cattolici italiani in vista del Natale Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante l'incontro in Sistina con i parlamentari cattolici italiani in vista del Natale

Parolin incontra i parlamentari cattolici italiani: il Natale ci trasformi interiormente

Nella Cappella Sistina, un evento con il segretario di Stato e circa 400 politici e i loro collaboratori, organizzato da Maurizio Lupi. Presenti i presidenti di Camera e Senato. Il cardinale: “Facciamo nascere Gesù dentro di noi, sentiamo che questa presenza ci è necessaria nella vita personale, sociale, comunitaria, per riscoprire le ragioni della fraternità e il bene sommo della pace”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

“Se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore”. Gli auguri di Natale a circa 400 parlamentari cattolici italiani, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, li ha mutuati da una frase del mistico tedesco del XVII secolo, Angelus Silesius. Poche parole, dense di significato, che aiutano a tornare all’essenza dell’evento della venuta di Cristo al mondo. “Non una celebrazione, non una commemorazione storica” e tantomeno la festa caratterizzata da "quelle derive consumistiche che sembrano prevalere”, bensì “un invito al presente” per "riscoprire le vere ragioni della fraternità e il bene sommo della pace", ha detto Parolin all’incontro - organizzato per il secondo anno da Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati - con rappresentanti del Parlamento, insieme ai loro collaboratori e ad alcuni familiari, accolti tra le volte e in cui è impresso il genio di Michelangelo (prontamente immortalato sugli smartphone da tutti i presenti). “Qualcuno la definiva (la Cappella Sistina) il centro di votazione più bello del mondo, la cabina elettorale più artistica”, ha scherzato il cardinale nel suo intervento, seguito ai saluti dello stesso Lupi e dei presidenti del Senato, Ignazio La Russa, e della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana.

Un momento di riflessione

“È bello ritrovarci insieme, esponenti dei due rami del Parlamento, in questo scenario unico e incomparabile, dove quest’anno sono avvenuti dei fatti particolarmente rimarchevoli”, ha esordito il cardinale. Uno “scenario ispiratore” per un “momento di fraternità e amicizia” ma soprattutto “di riflessione”. Riflessione sul Natale e anche su questo tempo di Avvento prossimo alla conclusione che invita “a fare uno spazio di silenzio all’interno della nostra persona, della mente, del cuore per capire cosa è essenziale nella vita, cosa è importante, cosa dobbiamo fare”.

Un momento dell'incontro nella Cappella Sistina
Un momento dell'incontro nella Cappella Sistina

Una "presenza" necessaria

“Cosa dobbiamo fare?”. Proprio questa è la domanda che molti si pongono, a cominciare dai politici, ha affermato il cardinale: “Non è facile dare una risposta di fronte alla situazione in cui ci troviamo”. “Una situazione internazionale difficile”, diceva prima Fontana, con “venti di guerra che continuano a spirare”, faceva eco La Russa. In questo quadro complesso “il Natale deve servire a riproporre la centralità nella nostra vita: Cristo”, ha sottolineato il segretario di Stato, citando nel suo discorso ampi stralci della lettera pastorale che l’allora arcivescovo Giovanni Battista Montini, nel 1955, inviò alla Chiesa di Milano. “Tu ci sei necessario, Cristo”, scriveva il futuro Paolo VI. “Il Signore ci è necessario”, ha ribadito Parolin. “Non so quanto ne siamo convinti. Forse pensiamo che con il nostro ingegno, i nostri mezzi, le nostre capacità possiamo risolvere tutti o gran parte dei problemi, l’esperienza che facciamo ci dice il contrario”.

Una trasformazione interiore

L’invito del porporato è stato allora a sentire “che questa presenza ci è necessaria nella vita personale, sociale, comunitaria”. Accogliamo, ha aggiunto, “colui che è venuto”, “che verrà - perché l’Avvento è il tempo in cui è vivo il senso del Signore che deve tornare, perché tutti moriamo e tutti dobbiamo presentarci al giudizio del tribunale di Dio”, colui “che continua a venire nella nostra vita”. “Dobbiamo fargli spazio preparare dentro di noi il presepio, non solo quello esterno - una bellissima tradizione che va conservata - ma soprattutto dentro di noi… Il Natale è un evento che deve trasformarci interiormente, altrimenti il significato resta vano nonostante le celebrazioni esterne”, ha rimarcato il segretario di Stato.

I saluti dei presidenti di Camera e Senato

Un applauso ha accompagnato la conclusione del suo discorso. Prima del cardinale, al leggio dell’altare della Sistina si sono avvicendati il presidente del Senato che ha espresso gratitudine per la visita ma soprattutto “perché, oggi più che mai, di fronte alla complessità e fragilità del quadro di politica internazionale”, l’“instancabile” opera diplomatica della Santa Sede, rappresentata da Parolin, è “la via maestra per credere ancora alla pace”. Pure il presidente della Camera ha detto grazie ma, in senso più ampio, al cristianesimo per il contributo di “bellezza” e “ricchezza” che ha apportato nel corso dei secoli al mondo. “Al di là dei valori che ci rendono migliori, pensate a quanto in termini di arte, civiltà, cultura, filosofia, scienza ci ha dato questa religione”. Al cardinale, Fontana ha rivolto poi una richiesta a nome di tutti i presenti: “Preghi per noi”, perché, ha detto, “dietro la facciata della politica ci sono persone con fragilità, a volte in situazioni difficili a livello personale e familiare, e quindi la preghiera è un’arma eccezionale”.

Il cardinale Parolin saluta i presenti
Il cardinale Parolin saluta i presenti

Il ricordo di San Francesco

Interamente dedicato a San Francesco il saluto di Davide Rondoni, poeta e letterato, presidente su nomina del Consiglio dei Ministri del Comitato nazionale per la celebrazione dell’VIII centenario della morte del Poverello. Del santo, Rondoni ha ricordato in particolare una scena: quella di lui davanti al presepe di Greccio talmente commosso - come raccontano le fonti – da non riuscire a proferire parola ma solo a belare. “Quel belato è il segreto del Natale: la commozione per un fatto che succede”. “Non credo – ha aggiunto - che sia un caso il fatto che il Parlamento insieme abbia votato il ripristino della festa (il 4 ottobre, memoria di San Francesco, che torna a essere festa nazionale dal 2026 ndr). È un segno che l’unità non la fanno le idee, ma le testimonianze. Di fronte a Francesco, il Parlamento si è unito. Di fronte a una testimonianza, a un fatto”. Dallo scrittore anche una riflessione sul perdono: “Senza perdono non vanno avanti la famiglia, le amicizie, oserei dire nemmeno la Chiesa e neanche gli Stati”. Il perdono è “una parola rivoluzionaria per il nostro tempo e per la politica”.

Doni e canti

Il canto tipicamente natalizio dell’Adeste Fideles, proposto e intonato per primo da Parolin e seguito da tutti in Sistina, ha concluso l’evento, insieme a una preghiera e allo scambio di regali. Da parte della Camera, la riproduzione di una statua antica del ‘700 di Montecitorio; dal Senato, una riproduzione di Palazzo Madama con “l’augurio – ha commentato La Russa - delle sue preghiere perché possiamo lavorare meglio”.

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16 dicembre 2025, 21:00