Carcere, in pellegrinaggio dal Cile a Roma tra Porte Sante e Messa a Rebibbia
Felipe Herrera-Espaliat - Città del Vaticano
Si sono commossi i 29 membri di una delegazione della pastorale carceraria del Cile attraversando sabato scorso la Porta Santa del carcere romano di Rebibbia. Quella che Papa Francesco volle aprire simbolicamente il 26 dicembre dello scorso anno, compiendo un gesto straordinario di misericordia e di incoraggiamento per tutte le persone private della libertà che oggi, scontando lunghe pene, sentono di avere pochi orizzonti per una vita dignitosa. La delegazione cilena ha percorso oltre 12 mila chilometri per vivere a Roma gli ultimi giorni dell’Anno Santo con il Giubileo dei Detenuti. Nel gruppo erano presenti otto funzionarie della Gendarmeria delle carceri del Cile, operatori pastorali, due ex detenute e suor Nelly León, religiosa del Buon Pastore, organizzatrice del pellegrinaggio.
Hanno pregato in questi giorni a Roma, hanno attraversato con devozione tutte le Porte Sante e a Rebibbia hanno partecipato all’Eucaristia, concelebrata da diversi cappellani carcerari, oltre che dal vescovo Enrique Balzán, presidente della Commissione Nazionale di Pastorale Carceraria del Cile. Alla Messa erano presenti una quarantina di detenuti del penitenziario romano, collocati in un settore separato della cappella. Seppur distanti hanno ricevuto comunque calorosi gesti di fraternità dalla comunità cilena al momento dello scambio della pace. Al termine della celebrazione, vi è stato pure un saluto cordiale da parte della comandante del reparto di Polizia penitenziaria, la dirigente Sarah Brunetti, e altri funzionari, molto interessati a conoscere il lavoro svolto dagli ospiti venuti dal Sud America.
Marina Valdivia, operatrice nell’evangelizzazione dei detenuti del carcere “Penitenciaría” di Santiago, uno dei più grandi e complessi istituti carcerari del Cile, ha vissuto questo momento con particolare intensità, portando nel cuore le persone che accompagna in prigione: “Ogni passo che abbiamo compiuto in questo Giubileo è stato emozionante, e spero di poterlo trasmettere ai miei fratelli quando tornerò, perché la misericordia di Dio è immensa”.
Alla Scuola di formazione
Un altro momento significativo è stata la visita alla Scuola di formazione e aggiornamento per il personale del Corpo di polizia penitenziaria “Giovanni Falcone”. Lì si sono incontrati con circa 50 giovani allieve che in formazione per lavorare nelle carceri femminili di tutta Italia. L’accoglienza è stata curata dalla direttrice dell’istituto, Angela Greco, che ha spiegato gli alti standard con cui vengono formati coloro che lavoreranno per il reinserimento delle persone private della libertà. A loro volta, le allieve hanno potuto ascoltare la testimonianza di suor Nelly sul lavoro di evangelizzazione e promozione umana svolto nel Centro Penitenziario Femminile di Santiago (CPF). Hanno conosciuto in prima persona anche la storia di Jeannette Zurita, ex detenuta che, dopo aver partecipato a un programma della Fondazione Mujer Levántate, è riuscita a reintegrarsi con successo nella vita sociale. Nello stesso appuntamento, spazio anche ad un momento di domande e risposte tra la comandante della Scuola, dirigente di Polizia penitenziaria Annalisa Gadaleta, e la delegazione cilena. A conclusione, anche una visita alla teca che custodisce i resti dell’automobile dell’attentato del 1992 contro Giovanni Falcone.
“È stata un’esperienza impressionante sia quella del carcere di Rebibbia sia quella della Scuola di formazione, perché si tratta di sistemi molto diversi da quelli che applichiamo in Cile”, ha commentato Iris Sendra, sottufficiale maggiore della Gendarmeria. “Senza dubbio, la cosa più significativa è stata attraversare la Porta Santa di Rebibbia perché è stata aperta da Papa Francesco”, ha aggiunto la donna che ha lavorato attivamente alla preparazione della visita del Pontefice nel carcere del Cile nel 2018. “Meravigliosa anche la Messa che abbiamo celebrato con Papa Leone XIV”.
L’incontro con Papa Leone
Proprio con la liturgia presieduta dal Pontefice nella Basilica di San Pietro il 14 dicembre, terza domenica di Avvento, la delegazione cilena ha concluso il suo pellegrinaggio a Roma. Grande la gioia, nella domenica “Gaudete”, per aver potuto vivere la celebrazione così vicini al Papa. Per tutto il gruppo è stato motivo di grande orgoglio il fatto che, al termine della Messa, suor Nelly León abbia potuto salutare personalmente il Pontefice e, a nome dei detenuti in Cile, gli ha donato un’immagine della Vergine di Guadalupe realizzata dalle donne del CPF.
“Ringraziamo profondamente per la calorosa accoglienza della Chiesa di Roma e del Corpo di Polizia Penitenziaria, perché ci hanno permesso non solo di conoscere il loro lavoro, ma anche di ascoltare e valorizzare le nostre testimonianze”, ha detto la stessa suor Nelly. “Inoltre, è sempre meraviglioso incontrare in queste circostanze fratelli di altri Paesi, in questo caso i detenuti del carcere, perché al di là della situazione personale di ciascuno, condividiamo la stessa fede e abbiamo potuto celebrare insieme l’Eucaristia. Questo è molto prezioso”.
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