Cerca

L'arcivescovo Sviatoslav Shevchuk L'arcivescovo Sviatoslav Shevchuk 

Ucraina, Shevchuk chiede il rilascio dei due sacerdoti: “Sono vittime di torture"

L’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč lancia un appello ai rappresentanti diplomatici e alle organizzazioni per i diritti umani perché facciano il possibile per salvare la vita dei due ieromonaci arrestati il 16 novembre dagli occupanti russi con l’accusa di detenere armi nella casa religiosa

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

È un appello, anzi, una supplica alle autorità internazionali quella dell’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk, affinché facciano il possibile per salvare la vita dei due sacerdoti greco-cattolici ucraini, rapiti il 16 novembre scorso nella città di Berdyansk, a ovest di Mariupol, dagli occupanti russi che li accusano, senza alcuna prova, di aver nascosto armi nella casa religiosa dove vivono.

Fare il possibile 

L’unica colpa dei due ieromonaci redentoristi padre Ivan Levytskyi e padre Bohdan Heleta è “quella di amare il proprio popolo, la propria Chiesa, la comunità loro affidata”, afferma invece il capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina in una nota diffusa oggi. Shevchuk si rivolge direttamente alla comunità internazionale, ai rappresentanti diplomatici e alle organizzazioni per i diritti umani perché facciano il possibile per l’“immediato rilascio dei due sacerdoti”, vittime – secondo informazioni ricevute recentemente dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina – di ripetute e brutali torture.

A fianco alla gente

Padre Levytskyi e padre Heleta “avevano deciso di restare con la loro gente anche nei territori occupati. Hanno servito sia le comunità greco-cattoliche sia quelle cattoliche di rito latino, per dare una luce di speranza a coloro che si sono trovati sotto l’occupazione russa”, scrive ancora l’arcivescovo maggiore. E afferma: “Successivamente nella chiesa son stati messi alcuni oggetti militari per accusarli di detenzione illegale di armi”.

Minacce e torture

Shevchuk aggiunge: “Abbiamo ricevuto la triste notizia che i nostri sacerdoti vengono torturati senza pietà”. Ai due sacerdoti “vengono estorte le confessioni dei crimini che non hanno commesso. I nostri due eroici pastori, infatti, sono quotidianamente minacciati di morte sotto tortura”.

La richiesta è quindi di “un immediato rilascio” e che ci sia un’azione comune per “salvare la vita” dei due pastori. Sua Beatitudine si rivolge anche “a tutti i fedeli della nostra Chiesa in Ucraina e negli insediamenti, a tutti i cristiani, a tutte le persone di buona volontà di pregare per la salvezza di questi due sacerdoti”.

Un altro sacerdote catturato

Intanto in queste ore giunge la notizia di un altro sacerdote catturato dai militari russi che lo hanno prelevato con la forza nella sua chiesa, davanti ai fedeli impietriti. Si tratta di don Oleksandr Bogomaz, giovane parroco di Melitopol, portato in un luogo sconosciuto. Anche se, secondo le ultime ricostruzioni, sarebbe stato espulso dai territori occupati e ora si troverebbe a Zaporizhzhia. A ricostruire la vicenda è il nuovo vescovo ausiliare dell’Esarcato arcivescovile di Donetsk, don Maksym Ryabukha, che parlando a Tv2000 spiega: “Dopo la celebrazione della Santa Messa, sono entrati in parrocchia alcuni militari russi e dopo aver dispregiato i cattolici, la preghiera e il loro stare insieme, hanno catturato e portato in un luogo sconosciuto don Oleksandr”. 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

02 dicembre 2022, 10:30