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Affissione di un manifesto in una strada trafficata per sottolineare il supporto agli immigranti, con una frase di Gesù un po’ modificata: “Ero un immigrato e mi avete accolto". Suor Elaine è al centro della foto. Affissione di un manifesto in una strada trafficata per sottolineare il supporto agli immigranti, con una frase di Gesù un po’ modificata: “Ero un immigrato e mi avete accolto". Suor Elaine è al centro della foto.  #SistersProject

California, l'impegno delle religiose di fronte alla richiesta di giustizia sociale

Rispondere alla chiamata di Dio e dedicare l'esistenza a Lui e alla sua opera è per tutte le suore l’inizio di un nuovo percorso di vita: suor Elaine Sanchez lo fa prendendosi cura dei figli delle famiglie operaie nei centri diurni delle Suore della Santa Famiglia, in California e nel Nevada

di Charlotte Hall

In quel giorno del 1968 in cui viene assassinato Martin Luther King, suor Elaine si trova nel Centro diurno di Las Vegas: la maggior parte delle famiglie assistite sono famiglie di neri. Suor Elaine ricorda vivissimamente la loro grande tristezza: “Erano la mia gente – dice ricordando quel giorno – ed io ho pianto con loro”.

Aveva programmato di partecipare alla marcia che si sarebbe svolta l'indomani a Las Vegas in memoria di Martin Luther King, ma quando la superiora viene a saperlo comunica che le suore non parteciperanno perché nessun’altra comunità religiosa lo farà. Suor Elaine racconta: “Andai in chiesa, allora, a pregare disposta a obbedire al desiderio della mia superiora. Ma venne un genitore di uno dei bambini del nostro Centro diurno e mi chiese: ‘Suora, ma tu verrai con noi alla marcia?’. In quel momento ho capito che dovevo partecipare. È stata una voce fortissima che mi diceva ‘tu sei fatta per questo: questo è quello che tu devi fare’”.

Elaine Sanchez (a sinistra), entra nella congregazione delle Suore della Santa Famiglia nel 1958: qui è con suor Charlene O’Brien
Elaine Sanchez (a sinistra), entra nella congregazione delle Suore della Santa Famiglia nel 1958: qui è con suor Charlene O’Brien

Suor Elaine sente chiaramente che Dio la sta chiamando a partecipare alla marcia, chiedendole di fare della giustizia sociale una parte integrante del suo ministero. Questa chiamata la porta a difendere i diritti umani, l’uguaglianza e la giustizia in tutte le sue sfaccettature.

Un alloggio a costo accessibile, un tema imprescindibile

Quando negli anni 1990 i prezzi delle case salgono alle stelle, in California il tema di un alloggio a costi accessibili diventa una questione importante. In risposta a quella necessità, nella sua veste di neo-presidente delle Suore della Santa Famiglia, suor Elaine guida la sua comunità alla ricerca di un imprenditore edile di case popolari a cui vendere una parte del terreno adiacente alla Casa Madre. Molti tra i vicini e tra i membri del Consiglio comunale si dichiarano contrari a questo progetto.

 Suor Elaine con un modello di alloggi a prezzo accessibile
Suor Elaine con un modello di alloggi a prezzo accessibile

Subito suor Elaine è in prima linea nel sostenere la necessità di alloggi a prezzi accessibili. Combatte con la complessità del governo cittadino, parla agli incontri del Consiglio comunale e presenta il suo progetto a diversi gruppi. Nel corso dei tanti mesi che ci sono voluti per portare avanti il progetto, suor Elaine e le suore della Santa Famiglia, imperterrite, riescono a superare l’opposizione di molti avversari aprendo così la strada alla costruzione dell’Oroysom Village, che fornisce alloggi a prezzi accessibili alle famiglie, mentre per gli anziani si realizza Avelina: entrambi sono oggi modelli per ulteriori sviluppi.

Sulla scia del suo lavoro in tema di alloggi a prezzi accessibili, a suor Elaine è stato chiesto di collaborare nella Commissione “Fremont’s Human Relations” che in quella città affronta situazioni complesse culturalmente diverse.

La lotta contro il traffico delle persone

Nel 2008 scoppia la bomba del traffico di persone umane. Le suore della Santa Famiglia fanno dell'impegno contro questa pratica inumana una loro priorità. Suor Elaine si unisce a suor Caritas Foster nell’analisi del fenomeno in modo da poter poi formare anche altri su questo problema. Quando la loro preparazione e la loro capacità di influire sul sistema diventano efficaci, la sezione locale dell’Fbi chiede loro di divenire parte della loro task force contro il traffico delle persone. Insieme formano quindi un gruppo per informare e formare le persone sul problema, per difendere le vittime e sviluppare modi per lottare contro questo fenomeno. Nel 2017, in una cerimonia a livello nazionale svoltasi a Washington D.C., l’Fbi assegna un riconoscimento alle suore della Santa Famiglia per il loro importante contributo in questo campo.

Le suore della Santa Famiglia – suor Elaine Sanchez, suor Gladys Guenther e suor Caritas Foster – tra i rappresentanti dell’Fbi nel corso di una visita nel 2012
Le suore della Santa Famiglia – suor Elaine Sanchez, suor Gladys Guenther e suor Caritas Foster – tra i rappresentanti dell’Fbi nel corso di una visita nel 2012

Sostenere compassione e inclusione

Per oltre 12 anni suor Elaine ha lavorato nel Consiglio interreligioso delle tre città (Fremont, Newark e Union City, California) il cui scopo è imparare dalle diverse tradizioni religiose e rispettarle, oltre a lavorare insieme per una società inclusiva. Questo gruppo ha un forte senso della giustizia sociale e tra i suoi impegni c’è quello di preparare Fremont a unirsi a comunità di tutto il mondo, guadagnandosi il titolo di Città compassionevole e adottando la Carta della compassione.

Il fine di una Città compassionevole è quello di comprendere tutti gli elementi di una comunità in un’unità inclusiva, dove il benessere del singolo e dell’intera comunità è una priorità e dove tutte le persone e tutti gli esseri viventi sono trattati con rispetto.

Suor Elaine si è impegnata in prima persona perché Fremont adotti, nel 2016, la Carta della compassione. Il documento afferma che “il principio della compassione è il nocciolo di ogni tradizione etica e spirituale e ci richiama sempre a trattare gli altri come noi stessi vorremmo essere trattati. La compassione impegna noi tutti a riconoscere la santità di ciascun essere umano, nessuno escluso o eccettuato, trattandolo con giustizia, equità e rispetto”.

Con l’adozione formale di questa Carta, suor Elaine e altre persone lavorano per diffondere il messaggio dell’inclusività e per combattere temi di odio e di pregiudizio; nei forum pubblici e nelle riunioni cittadine offrono formazione sull’immigrazione, sull’insicurezza alimentare e sulla condizione delle persone senza fissa dimora.

Un anno dopo essere stata dichiarata Città compassionevole, il Consiglio interreligioso di Fremont ha collaborato con la Commissione per i rapporti umani per stilare una risoluzione che ri-afferma che Fremont è un luogo “in cui tutti gli uomini, le donne e i bambini, indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità, dal genere, dalla disabilità o dall’orientamento sessuale possano vivere, studiare, lavorare e giocare in armonia …” e che dichiara Fremont una “città-santuario”.

Rispondendo a quanto Dio le ha chiesto di fare, suor Elaine continua a impegnarsi per chi non ha voce e dedica la sua vita a ottenere giustizia sociale per tutti.

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05 marzo 2024, 10:10