L'altro cielo della Basilicata sacra in mostra a Roma
Paolo Ondarza e Silvia Guidi - Città del Vaticano
Dalle croci miracolose a Potenza alle chiese rupestri, dagli oggetti di santi e mistici della diocesi di Tursi - Lagonegro, fino alle suggestive processioni mariane come il tradizionale "Strazzo" del carro della Madonna della Bruna a Matera in cui la struttura portante di cartapesta viene prima condotta per le strade di Matera e poi smantellata per essere ricostruita, ogni anno, in occasione della festa dedicata alla Vergine il 2 luglio.
Storia, tradizione e spiritualità
Pellegrinaggi a piedi nudi, lacrime, canti, cori di gioia sono espressione di queste manifestazioni di viva pietà popolare di una regione italiana ricca di storia, tradizione e spiritualità. Ad offrirne uno spaccato è la mostra che allestita in quattro sale del Palazzo della Cancelleria a Roma dal 3 al 24 settembre. L’iniziativa nasce nell’anno del Giubileo dalla collaborazione tra Regione, Apt e Conferenza Episcopale della Basilicata con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione.
La liturgia del popolo
"Esiste una 'liturgia del popolo' - spiega don Antonio Laurita, consulente scientifico della Conferenza episcopale della Basilicata per il Giubileo - ed è quell’insieme di atteggiamenti, gesti che esprimono una fede vera ed un legame della nostra gente con il trascendente".
L’esposizione è un’esperienza sensoriale che conduce dalla storia delle contaminazioni culturali alle vicende di santi e beati che hanno solcato il territorio lucano, fino ad una Via Crucis contemporanea animata da pittosculture o ad un’immersiva esperienza finale grazie alla quale il visitatore potrà mutare il proprio punto di vista: da spettatore a protagonista di un viaggio interiore.
Una terra dove nessuno è straniero
"Mi piace che chi viene in Basilicata - prosegue don Laurita - non ammiri semplicemente i nostri paesaggi, belli e affascinanti, o i nostri paesi arroccati sulle Dolomiti o quelli in pianura nel metapontino o nella Valdagri, ma porti con sé le emozioni del nostro popolo".
"Nella nostra Regione nessun pellegrino è straniero: abbiamo subito tante influenze da parte di popoli invasori: normanni, saraceni, longobardi. Abbiamo sempre vissuto un po' da sottomessi, da ospiti a casa nostra. Tuttavia questo non è stato per noi solo motivo di sofferenza: ci ha dato la possibilità di aprire nuovi orizzonti verso il confronto con altre culture". Ecco perchè “Incontro” è forse la parola chiave per meglio comprendere la Basilicata, terra di accoglienza e convivenza di tradizioni diverse.
Tra cielo e terra
L’attitudine ad integrare e ad unire è resa in modo efficace ad esempio dall’antica pratica popolare del matrimonio arboreo: "consiste nel far sposare, attraverso l’innesto, due alberi apparentemente incompatibili" e può essere letta come simbolo o metafora "dell’incontro tra l’umano e il trascendente, tra la terra ed il cielo". Sono riti, quelli presentati in mostra, che hanno plasmato l’agire della nostra gente, la cui fede però è sempre rimasta salda. "Si tratta di un patrimonio non solo etnografico o immateriale, ma di un tesoro da preservare da un punto di vista spirituale", osserva infine don Antonio Laurita con l’auspicio che chi visiti la mostra “possa sentirsi un po’ lucano”.
La via della bellezza
L’incontro tra l’umano e il trascendente è stato anche al centro dell’intervento di suor Rebecca Nazzaro, direttrice Ufficio per la Pastorale del Pellegrinaggio Vicariato di Roma - Opera Romana Pellegrinaggi, presente tra i relatori alla cerimonia di inaugurazione della mostra introdotta e moderata da Elena Grazini che si è svolta nella mattina del 3 settembre. Dobbiamo guardare alla teologia del cammino come ad una risorsa preziosa, ha ribadito suor Nazzaro; il Vangelo “può essere veicolato alla grande attraverso la Via della Bellezza, ce lo dimostrano tanti esempi possibili, tra cui le catechesi con l’arte. Se non c’è conoscenza non ci può essere entusiasmo”. L’affezione a un luogo nasce dalla consapevolezza: “abbiamo gioielli di fede e di storia”, ha aggiunto suor Nazzaro, che generano centri concentrici di conoscenza affettiva.
Radici profonde e nuovi rami
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, monsignor Davide Carbonaro, arcivescovo di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo, presidente della Conferenza episcopale della Basilicata, e Massimo Osanna direttore generale Musei presso il Ministero della Cultura, di origine lucana, Margherita Sarli, direttrice Apt Basilicata. “Al centro della mostra c’è la Grazia, oltre che la Bellezza”, ha aggiunto la curatrice, Merisabell Calitri, citando un saggio cinquecentesco di Benedetto Varchi. Accanto ai simboli antichi della terra lucana c’è anche una Via Crucis pop, firmata da Franco Corbisiero, per far sperimentare al visitatore l’intreccio vitale e fecondo tra contemporaneità e tradizione, radici profonde e “rami” appena nati.
Il patrimonio della fede
“Siamo nel Giubileo della Speranza, la più intima delle virtù teologali e forse la più difficile da rappresentare” ha detto il direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta; nelle quattro sale della mostra si respira la speranza vissuta da un popolo, e si possono seguire le tracce del patrimonio materiale e immateriale della fede che ha preso forma nei secoli. Tra l’altro, all’Expo di Osaka, dove i Musei Vaticani hanno portato un Caravaggio autentico, non una simulazione virtuale, la settimana della Basilicata ha avuto un grande riscontro di pubblico, “un grandissimo successo, il più grande rispetto alle altre regioni”.
Aggiornamento: 03 settembre 2025 ore 15:00
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui