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2025.09.24 Terra Santa

CEI, appello per Gaza: sia pace in Terra Santa

Concluso a Gorizia il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana. Nel documento finale i vescovi chiedono con forza che cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi. Il segretario generale Baturi si recherà a Gerusalemme: “La prospettiva di due popoli, due Stati resta la via per un futuro possibile"

Francesco Ricupero - Città del Vaticano

Con il titolo "Sia Pace in Terra Santa" è stata diffusa oggi, mercoledì, la nota conclusiva del Consiglio Episcopale permanente della CEI impegnato in questi giorni a Gorizia. I presuli hanno chiesto con forza che "a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi".  Che venga rispettato "il diritto umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese, aggredita dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas".

Due popoli due Stati

Nel messaggio, letto in una conferenza stampa online dal segretario generale, monsignor Giuseppe Andrea Salvatore Baturi viene ribadito, ancora una volta, che “la prospettiva di due popoli, due Stati resta la via per un futuro possibile”. Inoltre, i vescovi sollecitano il Governo italiano e le Istituzioni europee a "un impegno concreto per fermare le ostilità. Accogliendo l’invito di Papa Leone XIV, rilanciano la proposta di recitare il Rosario ogni giorno del prossimo mese, con un momento speciale l’11 ottobre alle ore 18 in piazza San Pietro, in occasione della Veglia del Giubileo della Spiritualità mariana ricordando anche l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II". L' episcopato si dice disponibile "a dare sostegno concreto a quanti pagano pesantemente le conseguenze di questa “inutile strage”. Così come fatto, in più di 30 anni, con i 145 progetti finanziati dalla Chiesa italiana e con il piano di aiuti per far fronte all’emergenza in corso". 

Annunciata una visita di Baturi in Terra Santa

Al riguardo, l'arcivescovo Baturi ha fatto sapere che si recherà a Gerusalemme per esprimere solidarietà alla Chiesa locale, per valutare l’incremento degli aiuti e preparare una visita fraterna dell’episcopato italiano. "Proponiamo gesti eloquenti di prossimità con chi soffre e di riconciliazione tra le parti. Anche noi, in comunione con Papa Leone, vogliamo diventare costruttori di ponti", secondo l’ppello firmato con le Conferenze episcopali di Slovenia e Croazia: “Riaffermiamo la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità, coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti”.

Un documento sull'educazione alla pace

Durante la conferenza stampa l'arcivescovo Baturi ha annunciato, inoltre, che i vescovi italiani stanno elaborando un documento che parli di una educazione alla pace. ''La Commissione episcopale per i problemi sociali, del lavoro, del  creato - ha detto - sta preparando da diverso  tempo un documento sulla pace con una particolare curvatura sul tema dell'educazione alla pace''. ''Per noi - ha aggiunto - significa stare attenti ai segni dei tempi,  alle dinamiche dell'oggi per saperle interpretare e vivere, recuperare il patrimonio della nostra fede, indicare alcuni testimoni profetici  di pace. Daremo indicazioni concrete per un impegno dell'intero episcopato''.

Continua il cammino sinodale

Per quanto riguarda il Sinodo dei vescovi, monsignor Baturi ha ricordato che "il passaggio del Consiglio episcopale permanente è importante perché vi è ormai un documento sinodale di quello che dev'essere sottoposto alla votazione del 25 ottobre. Si arriva a questa data in base a questo documento preparato dalla Commissione sinodale in sinergia con la presidenza e con gli organi della CEI. Il prossimo passaggio sarà una discussione anche dei diversi territori delle comunità diocesane e quelle delle regioni ecclesiastiche, in vista dell'appuntamento del 25 ottobre che non è l'ultimo - ha precisato il vescovo Baturi - perché il documento finale come previsto  dai nostri regolamenti, che risalgono a diversi anni fa, sarà consegnato ai vescovi perché diano forma definitiva e possono trasformare le proposte e le sollecitazioni raccolte in delibere, decisioni e proposte pastorali. Questo è il compito dell'assemblea del novembre 2025. Ci sarà certamente - ha proseguito il segretario generale CEI - la necessità di selezionare  anche delle priorità su cui lavorare nei prossimi anni in modo peculiare, e questo sarà il compito  che ci porterà fino all'altra assemblea dei vescovi e cioè a quella del maggio 2026. Confidiamo che il lavoro fatto e il suggerimento che abbiamo dato di continuare a riscrivere, formulare e raccogliere tutto il materiale prodotto in questi anni possa portare un buon frutto".

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24 settembre 2025, 12:54