Cerca

Alcuni rappresentanti della Piattaforma giovanile della Comece Alcuni rappresentanti della Piattaforma giovanile della Comece 

Comece, più finanziamenti per l’istruzione dei giovani in Europa

In un documento la Commissione degli episcopati dell’Unione europea invita l’Ue a rafforzare l’impegno economico dedicato alla formazione. Lo scambio culturale, si legge nel testo, svolge infatti un ruolo centrale nella costruzione di società inclusive

Giovanni Zavatta - Città del Vaticano

Portare gli investimenti nell’istruzione, nella cultura e nella gioventù "a un livello superiore" in modo che l’Ue possa offrire "un ambiente favorevole e socialmente coeso" affinché tutti i suoi cittadini si formino e diventino, ciascuno, individui consapevoli del proprio ruolo indispensabile per il bene comune: è questa, in estrema sintesi, la richiesta che la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) formula nel documento Dare and care to invest in the future, pubblicato nei giorni scorsi.

Osare investire di più sul futuro

Si tratta di un contributo alla consultazione pubblica della Commissione europea sul Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2028-2034, incentrato su istruzione, formazione e solidarietà transfrontaliere, giovani, media, cultura, settori creativi, valori e società civile. È un invito a “osare”, a investire di più — anche e soprattutto in termini di bilancio — sulla formazione delle nuove generazioni e, quindi, sul futuro del Vecchio continente. Il testo è stato elaborato dalla Comece sulla base dei contributi ricevuti dai membri della sua Commissione cultura e istruzione e della sua Piattaforma giovanile.

Lo sviluppo integrale della persona

"Le attuali sfide che l’Unione europea si trova ad affrontare, insieme all’ascesa di potenze globali concorrenti, richiedono la disponibilità ad assumere un ruolo di leadership nel mondo", esordisce il documento, ma "una narrativa basata solo su crescita, competitività e occupazione rischia di escludere un aspetto importante dell’istruzione e della formazione: lo sviluppo integrale della persona". Per la Comece i programmi devono mirare appunto allo sviluppo integrale di ogni essere umano, "affrontando tutte le dimensioni della vita e ogni tipo di abilità e competenza". Citando i principali programmi educativi e culturali europei (Erasmus+, Horizon Europe, Creative Europe, European Solidarity Corps) essi sono diventati "pilastri essenziali della cooperazione, dell’identità e dell’innovazione" perché non si limitano a promuovere programmi di mobilità o scambi culturali ma "sostengono attivamente le priorità strategiche dell’Ue in materia di competitività, democrazia e sicurezza". Difendere questi principi diventa ancora più importante, sostengono i vescovi, "in un momento in cui valori europei come la dignità di tutte le persone e lo stato di diritto vengono messi in discussione da diversi paesi membri".

Sostegno alla cooperazione transfrontaliera

Attualmente solo lo 0,2 per cento del bilancio Ue 2021-2027 è assegnato alla cultura: si tratta di una quota minima, si osserva nel documento, "in netto contrasto con il ruolo centrale che lo scambio culturale svolge nella costruzione di società inclusive, nella promozione della partecipazione civica e nella preparazione dei giovani europei alle sfide di un mondo in rapida evoluzione". Secondo la Comece la persistente carenza di finanziamenti mette a rischio il futuro dei programmi di istruzione e cultura e quindi il rafforzamento del sostegno e dell’impegno finanziario "non può essere ulteriormente rinviato". Viene sottolineata la necessità di dare priorità alla mobilità degli insegnanti e all’istruzione non formale, unendo le forze con gli istituti di istruzione privati, come avviene per molte organizzazioni della Chiesa che operano in contesti socio-economicamente svantaggiati. Sollecitato inoltre un maggiore sostegno alla collaborazione transfrontaliera, alla tutela del patrimonio e allo sviluppo di iniziative volte a contrastare la disinformazione (anche su temi religiosi) e a rafforzare il dibattito pubblico (come nel caso dei migranti).

Nel Sud Italia un ritardo emblematico

Uno degli obiettivi è di non sbilanciare la partecipazione verso i paesi con maggiori risorse, con il rischio di ridurre rappresentatività ed efficacia. I finanziamenti dell’Ue contribuiscono ad allineare le strategie nazionali, ampliandole, specialmente in settori come la trasformazione digitale, l’inclusione, la sostenibilità e l’innovazione. La Comece cita un caso italiano per mostrare "persistenti problemi di disparità e scarsi risultati scolastici" in alcune regioni dell’Unione europea. In Italia le regioni meridionali affrontano ancora problemi di scarso rendimento scolastico: il 42 per cento degli studenti non possiede sufficienti competenze di lettura e il 53 ha risultati insufficienti nelle competenze numeriche, contro rispettivamente il 30 e il 38 per cento a livello nazionale. Un divario causato principalmente "dall’abbandono scolastico precoce". Una quota maggiore di finanziamenti e budget dedicati al calo del rendimento scolastico e alle sue cause socio-economiche sarebbe utile, secondo i vescovi, per colmare il divario educativo tra paesi sviluppati e regioni sottosviluppate degli stati membri. 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

18 settembre 2025, 14:28