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Il cardinale Battaglia con l'ampolla che custodisce il sangue del patrono San Gennaro Il cardinale Battaglia con l'ampolla che custodisce il sangue del patrono San Gennaro

Il cardinale Battaglia: il sangue di San Gennaro si mescola a quello versato a Gaza

Durante la celebrazione in Cattedrale per il miracolo della liquefazione del sangue del patrono, l'arcivescovo di Napoli ha ricordato le vittime innocenti dei conflitti nella Striscia, in Ucraina e altre zone del mondo: "Se potessi, raccoglierei in un'ampolla il sangue di ogni vittima e lo esporrei qui". Dal porporato un appello a Israele: "Fermati, apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani"

Vatican News

Il miracolo di San Gennaro e una invocazione di pace per Gaza e le terre ferite dalle violenze, con il sangue dei bambini innocenti posto idealmente a fianco all’ampolla che conserva quello del patrono dei Napoli. Parole significative, intrise di attualità e del dolore che essa suscita, quelle pronunciate dal cardinale Domenico Battaglia, pastore dell’Arcidiocesi partenopea, durante la celebrazione che si è svolta nel Duomo di Napoli, nel giorno della festività del 19 settembre, una delle tre date dell'anno in cui è atteso il prodigio. “Oggi la parola sangue ci brucia addosso perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo e che chiede conto a tutti. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore”, ha detto il cardinale.

Il sangue degli innocenti e il peso di ogni ferita

L’applauso dei fedeli che gremivano la cattedrale dalle prime ore del mattino ha interrotto più volte l’omelia. E la gioia per l’annuncio dell’avvenuto miracolo ha lasciato presto spazio alla commozione quando “don Mimmo” ha affermato: “Se potessi, raccoglierei in un'ampolla il sangue di ogni vittima - bambini, donne, uomini di ogni popolo - e lo esporrei qui, sotto queste volte, perché nessun rito ci assolva dalla responsabilità, perché la preghiera senta il peso di ogni ferita e non scivoli via. E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all'ampolla del santo perché non esistono ‘altre’ lacrime: tutta la terra è un unico altare”. 

Appello a Israele: "Cessino gli assedi"

Il cardinale ha quindi lanciato "un appello chiaro, diretto, senza garbo diplomatico” a Israele: “Cessa di versare sangue palestinese. Cessino gli assedi che tolgono pane e acqua, cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie; apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani". “So il peso del tuo lutto, le ferite che porti nella carne e nella coscienza - ha proseguito Battaglia - Ogni terrorismo è un sacrilegio, ogni sequestro un'ombra sull'umano, ogni razzo contro civili un peccato che grida, ma oggi, davanti al sangue del martire, ti chiamo per nome: tu, Israele, fermati. Apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani. Non ti chiedo debolezza: ti chiedo grandezza, la grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana la giustizia; di chi riconosce che l'unica vittoria che salva è quella sulla vendetta”

Videomessaggio di padre Romanelli

Nel Duomo è stato trasmesso un videomessaggio di padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza: "La situazione è molto grave in tutta la Striscia di Gaza – ha detto il sacerdote argentino -, le armi hanno preso il sopravvento, ma dobbiamo essere convinti che la pace è possibile, non è un'utopia".  

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20 settembre 2025, 10:00