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Nota della CEI sull'impegno delle Chiese nella lotta agli abusi Nota della CEI sull'impegno delle Chiese nella lotta agli abusi

La CEI: incessante l’impegno delle Chiese per tutelare minori e vulnerabili

In un comunicato, la Conferenza Episcopale italiana sottolinea l’intensa attività nella promozione di una cultura volta a contrastare qualsiasi forma di abuso

Giovanni Zavatta – Città del Vaticano

Negli ultimi anni le Chiese in Italia hanno messo in campo una serie di strumenti operativi per “promuovere una cultura della tutela a più livelli, anche sociale, e contrastare ogni forma di abuso” su minori e adulti vulnerabili. Lo sottolinea in un comunicato la Conferenza episcopale italiana, nella ferma consapevolezza, osserva il cardinale presidente Matteo Maria Zuppi, che “questo sia un cammino inarrestabile”. Nel ringraziare la Pontificia Commissione per la tutela dei minori che ieri, 16 ottobre, ha presentato il II Rapporto annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa per la tutela, la Cei ritiene necessario integrare i dati “del tutto parziali, non affatto esaustivi” che sono stati offerti dal documento, tratti da incontri facoltativi presso la Pontificia Commissione e che fanno riferimento alla visita ad limina svolta nel 2024. In realtà - scrivono i vescovi prendendo in considerazione la III Rilevazione sulle attività dei Servizi territoriali per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili che nel 2023-2024 ha coinvolto 184 diocesi, 16 servizi regionali e 103 Centri di ascolto attivi - “tutte le regioni e tutte le diocesi italiane si sono dotate di un Servizio diocesano o interdiocesano per la tutela, così da svolgere un servizio di presidio e di formazione capillarmente distribuito”.

Nuovi strumenti operativi

Come riconosciuto dalla stessa Pontificia Commissione, i Centri diocesani godono della presenza di professionalità formate e competenti in materia di ascolto e accoglienza delle vittime o dei loro familiari. Per accompagnare la formazione, online e in presenza, nelle prossime settimane, annuncia la Cei, “saranno presentati due strumenti operativi destinati agli operatori ed elaborati per uniformare le procedure a livello nazionale”. Evidenziando l’impegno rigoroso e costante nella formazione, l’arcivescovo segretario generale Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, rimarca che nel 2024 sono stati realizzati 781 incontri, con 22.755 partecipanti, tra cui operatori pastorali, sacerdoti, religiosi, educatori e membri di associazioni; sommando i partecipanti agli incontri del 2023 si arriva a un totale di 42.486 persone raggiunte e formate in due anni. “Allo stesso modo”, prosegue monsignor Baturi, “preme rilevare il valore dei rapporti con la società civile. Tra le collaborazioni avviate a livello nazionale, si evidenzia la partecipazione all’Osservatorio contro la pedofilia e pedopornografia, contribuendo alla stesura delle schede di azione del Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso dello sfruttamento sessuale dei minori”. Tale collaborazione (in termini di iniziative promosse con associazioni e organismi non ecclesiali, così come la partecipazione a Tavoli presso le istituzioni civili) è in crescita anche a livello locale, passando dal 13,1 per cento nel 2023 al 18,3 per cento nel 2024.

Il progetto Memorare

Nel comunicato la Conferenza episcopale italiana ricorda inoltre che il 28 ottobre 2022 ha siglato un accordo con la Pontificia Commissione per la tutela dei minori per il progetto Memorare volto a promuovere, da quel momento in poi, un impegno comune sempre più incisivo nel combattere gli abusi sessuali all’interno della Chiesa. Alla base, viene ribadito, “c’è la condivisione di un approccio integrale e delle buone prassi adottate dalla Chiesa in Italia per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. Tale intesa prevede, riguardo le iniziative di salvaguardia, aggiornamenti regolari: dalla Cei a livello nazionale e dalla Pontificia Commissione a livello universale. Uno scambio di competenze e professionalità teso a creare una rete globale di Centri per l’accoglienza, l’ascolto e la guarigione delle vittime, “secondo gli standard internazionali individuati dalla Commissione e sul modello di quelli già diffusi nelle diocesi italiane”.

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17 ottobre 2025, 11:00