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2025.10.07 Padre Gabriel Romanelli

Padre Romanelli: il Papa prega per la pace a Gaza

Il parroco della Sacra Famiglia riferisce della vicinanza espressa da Leone XIV alla comunità cristiana della Striscia. In un videomessaggio il religioso ribadisce quanto sia necessaria la fine della guerra per una popolazione stremata
Francesco Ricupero - Città del Vaticano
 
"Papa Leone mi ha inviato un messaggio in cui ci assicura le sue preghiere per la pace. Ci dice che la sua preghiera ci accompagna e ha inviato la sua benedizione a tutti": lo scrive sui social media padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza, sottolineando che il Santo Padre ha nuovamente contattato la parrocchia per esprimere la sua vicinanza ed avere notizie. Il sacerdote, inoltre, in un videomessaggio ricorda che "purtroppo sono trascorsi 2 anni dall’inizio di questa guerra, che ha causato così tante vittime e di cui ancora nessuno sa come andrà a finire". Mentre proseguono in Egitto i negoziati tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi, il parroco chiede di sostenere con la preghiera, estesa anche alle congregazioni religiose femminili,  come le suore del Rosario di Gerusalemme, “che, purtroppo, hanno chiuso temporaneamente la loro missione qualche mese dopo l'inizio della guerra, la loro scuola è stata bombardata e si erano rifugiate qui in parrocchia”, e le missionarie della Carità di Madre Teresa “che stanno celebrando l'anniversario della loro fondazione".

Il miracolo della pace

 "Oltre all'11 ottobre, giornata per la quale il Santo Padre e il Patriarca di Gerusalemme dei Latini hanno chiesto preghiera e penitenza", anche oggi, nella mattinata di martedì, nella parrocchia della Sacra Famiglia si è svolta l'adorazione del Santissimo Sacramento, durante la quale padre Romanelli e i fedeli presenti hanno chiesto “a Gesù e alla Vergine il miracolo della pace - aggiunge il parroco – perché ci sono ancora bombardamenti, un po' meno in alcune zone, ma il numero dei morti ogni giorno è piuttosto alto. Le notizie diffuse sembrano dare la sensazione che la guerra sia finita, e invece no, purtroppo non è affatto così. Ci sono ancora bombardamenti, ci sono ancora morti, c’è distruzione”. Secondo il sacerdote, tra domenica e lunedì ci sono state più di 120 vittime, “oltre ai numerosi feriti che si trovano ancora sotto le macerie. La gente è in ansia e non c'è da stupirsi. D’altronde siamo tutti esausti, anche noi".

Riflettere sul senso della guerra

Padre Romanelli assicura che le attività all’interno della parrocchia continuano con una certa intensità e che durante gli incontri si cercano di affrontare numerosi argomenti di vita quotidiana, come per esempio "l’importanza della giustizia, della pace, della riconciliazione, della sacralità della vita, della presenza cristiana, della testimonianza cristiana, in particolare della testimonianza cristiana in Terra Santa. Ma anche la fine della guerra, il rischio di un proseguimento del conflitto, e i risvolti negativi che lo scontro ha causato alimentando sentimenti sui quali è il caso lavorarci”.

Riconciliazione, giustizia e pace

Il sacerdote si è detto convinto che è necessario “come società, aiutare tutti a trovare riconciliazione, giustizia e pace”, senza nascondere il timore che “il periodo postbellico sarà molto difficile. Ma poiché come Dio protegge tutti in tempo di guerra, così farà anche dopo la guerra. Continuiamo, quindi, a pregare per la pace affinché il Signore, nella sua bontà, ci conceda ciò di cui abbiamo così disperatamente bisogno”. 

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07 ottobre 2025, 12:29